Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 5, domenica 1 febbraio 2015.

IN CUSTA CHIDA:  notiziario settimanale della Sardegna.


DELEGAZIONE SARDA A ROMA PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE. Gianfranco Ganau e Francesco Pigliaru, , Pietro Pittalis. Due del Pd, i primi, e uno di Forza Italia: hanno partecipato trai 1009 all’elezione del successore di Napolitano. Ganau e Pigliaru hanno gioito per Segio Mattarella. Ma avranno avuto molto da dire su come lo Stato continua a trattare la Sardegna. O no?

LA COERENZA DI UN DEPUTATO SARDO. 1.  «Non voto presidenti, figli o nonni, dei poteri forti, non voto per gli accordi nati e cresciuti nelle segrete stanze, non voto un presidente lontano mille miglia dal Popolo Sardo». Lo ha detto il deputato di Unidos Mauro che nella scheda per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, che ha fotografato e postato sul suo profilo facebook, ha scritto con un pennarello rosso “Rispetto per il popolo sardo”.

LA COERENZA DI UN DEPUTATO SARDO. 2. «Avrei votato per un Presidente che prima della sua elezione si fosse impegnato a cancellare discriminazioni e divari, che avesse preso l’impegno formale e sostanziale di salvaguardare le ambizioni di autodeterminazioni dei popoli, a partire dal Popolo Sardo», dice Pili. «Tutto questo non solo non è avvenuto ma è ben lungi da manifestarsi. Si configura sempre di più un presidente centralista, contro le identità, incapace di liberarsi dalla morsa dei poteri forti. È per questa ragione che ho scelto di declinare pubblicamente il primo gesto che mi aspetto da futuro capo dello Stato: Non trattamenti di favore, ma rispetto. Non discriminazioni ma riequilibri, non vantaggi ma pari condizioni. Riconoscimento dell’autodeterminazione come valore fondante di rispetto dei popoli. L’Italia è Stato ma non è nazione, la Sardegna è nazione ma non è Stato. Alle identità dei popoli, alle peculiarità, alle diversità, alla storia e alla cultura, devono corrispondere libertà statuali che oggi sono sempre più precluse».

I MORTI SARDI DELLA PRIMA GUERRA MONDIUALE. Ecco il censimento dei soldati sardi caduti nel conflitto: ristampa anastatica del volume XIX, dedicato alla Sardegna, dell’ “Albo d’oro dei militari caduti nella Guerra nazionale 1915-1918”. Si tratta di un librone in cui, tra il 1924 e il 1964, il ministero della Guerra prima, quello della Difesa poi, annotarono, per ogni regione italiana, nome e cognome, data di nascita, provenienza, professione e altro sui militari morti o dispersi al fronte. Un lavoro enorme che il comitato porterà avanti in collaborazione con l’Anci Sardegna.

IL RITORNO DELL’OTTOCENTO, LA TASSA SULLA TERRA. L’Imu agricola, comunque sarà, rischia di «mettere definitivamente in ginocchio il mondo delle campagne già in difficoltà». Con queste parole, l’assessore all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha confermato che «la Giunta è pronta a intraprendere tutte le strade necessarie, se necessario anche quelle giurisdizionali, per raggiungere risultati ragionevoli e contrastare un provvedimento così penalizzante per il territorio, i Comuni e le imprese agricole».  La proposta di ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni arriva anche dall’Anci e da Mauro Pili (Unidos). «La gravità del problema ci impone di seguire i percorsi che la legge e soprattutto lo Statuto ci consentono e ci consentiranno di utilizzare, il resto sono solo azioni velleitarie che non porterebbero a nulla».

COME ALTRE VOLTE, PENSIONAMENTI DI MINATORI DEL SULCIS. oltre cento dipendenti (su un totale di 430), cioè quelli che hanno maturato i requisiti, andranno in pensione grazie anche agli incentivi gentilmente offerti dalla Regione su sollecito della Commissione europea. Con 28 mensilità, praticamente due anni di lavoro compresi tredicesima e quattordicesima, in regalo insieme alla liquidazione. Altro che le sette mensilità proposte e accettate nei mesi scorsi dai quasi 150 dipendenti dell’Igea, l’azienda che si occupa delle bonifiche dei siti minerari dismessi.

IL BIOFUEL CHE INVADE IL SUCIS FA LITIGARE I CONSIGLI COMUNALI.1. Sul progetto inserito nel Piano Sulcis è scontro nell’assemblea civica  di Carbonia e le divergenze sono emerse seppur “ingentilita” da spighe di grano, cestini fatti a mano, pane, erbe, canne. Era la coreografia originale e simbolica scelta dai cittadini che fanno parte del “Comitato Bio-Salute” per rafforzare – anche attraverso i simboli – la loro contrarietà ai progetti contenuti nel Piano Sulcis. In particolare all’impianto di produzione di bioetanolo.

IL BIOFUEL CHE INVADE IL SUCIS FA GIUSTAMENTE LITIGARE I CONSIGLI COMUNALI. 2. «Esprimiamo profonda preoccupazione e forte contrarietà che si utilizzino i terreni dei  Comuni che ancora oggi mantengono un’economia agricola, e che consentono la permanenza di giovani nel nostro territorio, per favorire la coltivazione di canna da bioetanolo che rischia di distruggere quel poco di buono e di bello rimasto nel nostro già disastrato Sulcis». Non usa troppi giri di parole Erminio Meloni, segretario provinciale del Partito socialista italiano.

IL BIOFUEL CHE INVADE IL SUCIS FA GIUSTAMENTE LITIGARE I CONSIGLI COMUNALI. 3. Dopo tante proteste da parte di semplici cittadini, associazioni, partiti e movimenti, anche per il Psi del Sulcis Iglesiente è giunto il momento di prendere una posizione in merito al progetto della società milanese Mossi & Ghisolfi che intenderebbe investire nel Sulcis 220 milioni di euro per la produzione di bioetanolo dalle canne su un’area di oltre 5 mila ettari e creare così anche 300 posti di lavoro. Ipotesi che Meloni contesta duramente. «La voglia di creare il deserto, nelle teste di certi politici d’importazione, è sempre in agguato e bene farebbe il Sulcis – scrive nella nota diffusa ieri – ad essere vigile ed attento su certe proposte che hanno il sapore dell’imbroglio, dello scarso amore verso il futuro e verso le giovani generazioni». E, tracciato lo scenario sulla realtà agricola isolana e le produzioni di eccellenza, l’esponente del Psi si chiede che, invece delle canne, «si incentivi il ritorno dei giovani ai campi con progetti seri che consentano produzioni di eccellenza e tali da rendere onorevole il reddito di una categoria molto spesso abbandonata e derisa».

IL GRIDO INUTILE DELLA REGIONE SARDA. 1. La Regione alza la voce sulle servitù militari ma a Roma nessuno vuole ascoltare. Non è ancora arrivata la convocazione alla riunione del consiglio dei ministri per Francesco Pigliaru, che il 4 novembre ha presentato un ricorso contro la reimposizione dei vincoli sull’isola di Santo Stefano, nell’arcipelago della Maddalena, decisa d’imperio dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. Eppure il tempo sta per scadere: l’ultimo giorno utile è lunedì, 2 febbraio, quando scadranno i novanta giorni previsti dalla legge per discutere a palazzo Chigi le rimostranze sarde. Certo, a Roma sono molto preoccupati della nostra inc…ra.

IL GRIDO INUTILE DELLA REGIONE SARDA. 2. «La speranza è l’ultima a morire, ma purtroppo non sembra che il governo abbia a cuore la questione, anzi»: Gianni Aramu è tra i componenti del Comipa che si erano opposti al rinnovo della servitù, e aggiunge: «Il presidente Pigliaru deve farsi sentire a Roma, per evitare una beffa e per far rispettare la volontà dei sardi: Santo Stefano è un bel banco di prova in questo braccio di ferro». L’APPALTO Intanto non è stata scalfita la cappa di mistero che ha avvolto l’appalto, indetto dall’Agenzia Industrie Difesa, per lo smaltimento degli esplosivi custoditi a Santo Stefano, congelato dopo l’aggiudicazione. Ma qualcosa nei cunicoli dell’Isola si è mosso lo stesso: la nave Maior ha fatto la spola per settimane tra Santo Stefano e la Penisola. In pancia ha portato tonnellate di armi.

 

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