Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 1, domenica 4 gennaio 2015.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

TEGOLE ITALIANE. 1.  «La politica e l’intera comunità sarda devono fare fronte comune contro possibili bastardate a danno della Sardegna». Così l’ex governatore e attuale consigliere regionale di Fi, Ugo Cappellacci, interviene sull’imminente pubblicazione dei siti idonei ad ospitare il deposito nucleare nazionale. Cappellacci non vanta molti diritti a guidare la rivolta dei sardi, ciò non toglie che questa sarà giusta, nel caso risultasse necessaria.

TEGOLE ITALIANE. 2. Sotto il palazzo della Regione, i Riformatori si sono presentati con un maxi assegno da un miliardo, firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, a conteggiare senza però quantificarle anche le imposte sulla produzione, nella raffineria Saras, e non solo sul consumo (riconosciute) di benzina e gasolio. Giovedì 22 gennaio la Corte costituzionale dirà se nella Finanziaria 2014, l’ultima del centrodestra, Cappellacci e più avevano fatto bene o male a conteggiarle. ». Per l’assessore Paci, «ancora una volta i Riformatori mentono sapendo di mentire, perché sanno che la loro è solo demagogia». E’ uno dei  motivi per cui si accusa l’assessore di essere più amico del governo che non …”.

2015, LA GUERRA DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE IN SARDEGNA. 1. Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna dà fuoco alle polveri: «Non vogliamo certo farne una questione di campanile, anche se questa nuova ondata di ipercentralismo è sicuramente fonte di grande preoccupazione. Ma una faccenda di buon governo. E di vero riequilibrio tra capo di sotto e capo di sopra dell’Isola».

2015, LA GUERRA DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE IN SARDEGNA. 2. Unioni di Comuni, una lotteria: trentacinque, se fa fede l’ultimo censimento dell’Anci, oppure saranno quaranta, ma potrebbero scendere a venticinque, o essere al massimo trenta. Dovranno essere i territori a scegliere e decidere con chi associarsi e condividere in futuro finanziamenti e servizi. Sarà un passaggio epocale, sarà fonte di nuovi conflitti interni alla Sardegna.

2015, LA GUERRA DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE IN SARDEGNA. 3. Le Unioni di Comuni dovranno ricalcare la cartina delle «regioni storiche». Partendo da Nord: Nurra, Romangia, Anglona, Sassarese, Monte Acuto, Gallura, Baronie, Meilogu, Goceano, Planargia e Montiferru. Poi Marghine, Barbagia di Nuoro e quella di Ollolai, Campidano di Oristano, Barigadu, Mandrolisai, Barbagia di Belvì, quella di Seulo, Sarcidano e l’Ogliastra, insieme a Quirra. E ancora più a Sud: Marmilla, Trexenta, Monreale, (il Campidano di Sanluri), Parteolla e Sarrabus-Gerrei. Le ultime due regioni storiche sono l’area del Campidano di Cagliari e il Sulcis-Iglesiente.

2015, LA GUERRA DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE IN SARDEGNA. 4.  «La definirei – spiega il primo cittadino di Sassari – una provincia metropolitana. Un ente di secondo livello con i compiti dell’area metropolitana di Cagliari, che unisce a grandi linee l’area della provincia storica». Le interlocuzioni con il collega Giovannelli sono già in corso da mesi. «Ad essere sincero – spiega Sanna – ho iniziato addirittura in campagna elettorale. Per me, e anche per il sindaco di Olbia, è sempre stato chiaro che il Nord deve fare blocco. Che un’ora di auto di distanza non è nulla. E che soprattutto siamo un territorio che conta due aeroporti, due porti, tre parchi naturali, alcune delle località turistiche più belle del mondo intero. Abbiamo eccellenze in tutti i campi, economici e culturali. Abbastanza per non aver bisogno della tutela di mamma Regione, a cui chiediamo prima di tutto di essere trattati con lo stesso rispetto e la stessa dignità che viene riservata a Cagliari».

2015, LA GUERRA DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE IN SARDEGNA. 5. Regione e Comuni, sulle opere pubbliche sospese per oltre 100

P. Maninchedda, assessore ai Ll. Pp.

milioni,  sembrano ancora lontane dal trovare l’accordo. Tutta la questione non viene espressa nella dovuta chiarezza: perché i milioni scompaiono per decisione della Giunta, che poi li fa riapparire? Per l’Associazione dei sindaci e il Consiglio delle autonomie locali, l’incontro è stato comunque importante e infatti lo sollecitavano da tempo, ma «non è stato sufficiente a superare le differenze che ancora esistono sul metodo e anche sul merito della decisione con cui all’improvviso la Giunta ha negato i finanziamenti ai Comuni. Sarà ora l’assemblea regionale dei sindaci, convocata il 9 gennaio, a decidere, quali saranno i prossimi passi».

ProgReS riprende a muoversi. Il comunicato del movimento indipendista è firmato dal segretario nazionale, Gianluca Collu: «Abbiamo a che fare con un esecutivo che si è reso protagonista di un’impresa ai limiti dell’impossibile: ha fatto peggio della giunta Cappellacci. Dalle vertenze industriali a quelle sui poligoni militari, alla vergognosa gestione delle mancate entrate fiscali, da parte della maggioranza di centrosinistra si avverte l’impalpabilità delle decisioni prese ma addirittura manca quel carattere di prospettiva che avrebbe dovuto invece guidare un’azione efficace per il rilancio dell’intera vertenza Sardegna. Con l’aggravante che a sostenere la giunta Pigliaru ci sono forze che sbandierano in un lungo e in largo l’appartenenza all’area indipendentista».

 

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