Chiesa, 20 milioni all’economia dell’isola, di Mario Girau

Ogni anno dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) vengono immesse risorse per gli interventi della curie vescovili sarde verso le fasce sociali più deboli. Da La Nuova Sardegna 24 agosto 2014

Non meno di 20 sono i milioni che ogni anno la Chiesa italiana immette nel circuito economico della Sardegna. Soldi cash che con puntualità svizzera arrivano alle dieci diocesi dell’isola perché siano utilizzati per esigenze di culto e pastorali e interventi caritativi, e ai singoli preti iscritti all’Istituto centrale per il sostentamento del clero. Cassaforte di questo tesoro annuale ridistribuito in base a criteri stabiliti dalla Conferenza episcopale italiana, è l’8 per mille, cioè la quota delle imposte ricavate dall’Irpef destinabile allo Stato o a 11 confessioni religiose. Nel 2013 sono stati assegnati alla Sardegna 5.654.975 euro solo per esigenze di culto e pastorale, cioè sostegno alle attività svolte dalle parrocchie per catechesi, facoltà teologiche, iniziative per il clero anziano, mezzi di comunicazione sociale, spese per lavori nelle chiese, per la formazione del clero e dei religiosi. Alla diocesi di Cagliari sono arrivati oltre un milione di euro, a quella di Sassari quasi 637 mila euro, a Tempio 562.526 euro, Oristano 523.216 euro, Nuoro 513.962 euro. Due pesi e due misure? No. La metà dei fondi attribuiti dai vescovi per culto e pastorale viene ripartita in parti uguali fra tutte le 226 diocesi d’Italia, l’altra metà è suddivisa a seconda del numero degli abitanti. Solo 415.162 euro a Ozieri la meno popolata delle chiese sarde. La Cei ha destinato alla Sardegna poco più di 4milioni e mezzo per interventi caritativi. Le Caritas diocesane e il complesso di mense, servizi vari, assistenza, contributi e azioni di sostegno, parte integrante dell’opera caritativa delle chiese, si basano, oltre che sulla solidarietà e la generosità dei benefattori, soprattutto sulle iniezioni di denaro contante in arrivo dalla Conferenza episcopale italiana, che l’anno scorso ha distribuito non solo in Italia 125 milioni di euro. A Sassari sulla voce interventi caritativi sono stati assegnati 511.316 euro, quasi 452 mila euro a Tempio, oltre 333 mila (Ozieri), 412.787 (Nuoro), 850.321 euro (Cagliari), 420.219 (Oristano), 389.913 (Alghero-Bosa), 389.723 (Ales), 426.645 (Iglesias), 355.661 (Lanusei). «Senza queste risorse – – dice don Gaetano Galia, direttore della Caritas di Sassari – la povertà raggiungerebbe livelli ancora più gravi. Forse non sarebbe male se i vescovi agli interventi per la carità destinassero ulteriori risorse, togliendole ai fondi per la costruzione di nuove chiese. Non è più necessario edificarne di nuove, vista la ridotta frequenza religiosa. C’è invece più bisogno di interventi a sostegno dei poveri». La mensa Caritas Sassari assicura ogni giorno 100 pasti caldi ad altrettanti indigenti e 100 sacchetti per la cena. L’ostello Caritas ospita continuativamente 15 persone, la maggior parte papà separati con difficoltà economiche e relazionali. Don Galia, come previsto dalle finalità costitutive della Caritas, cerca di diffondere la cultura della solidarietà e l’attenzione verso gli ultimi. «Siamo in contatto con 20 scuole della nostra città e 400 studenti partecipano ai nostri incontri». L’ultima parte del tesoro Cei, poco più di 10 milioni, è destinata al sostentamento di 833 sacerdoti e di un centinaio degli oltre 300 religiosi nell’isola. Un sostegno al reddito per i preti che non riescono a raggiungere con le loro entrate ordinarie il tetto stipendiale previsto per anzianità e incarico. Il massimo netto integrabile per un giovane sacerdote, privo di altri redditi, è 900 euro al mese».

 

 

 

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