Cardi per P. Torres, canne per P. Vesme: il destino produttivo dell’agricoltura sarda.

L’UNIONE SARDA -30.07.2014. Mauro Pili: «Roma scarica l’alluminio e punta sulle canne per il biofuel».

«Fermate la devastazione ambientale del Sulcis, una superficie pari a 5000 campi di calcio sarà coltivata a canne». Mauro Pili, deputato di Unidos, con un’interrogazione parlamentare si scaglia contro il progetto del biofuel e lancia l’allarme sulle conseguenze che potrebbero avere per l’agricoltura e il paesaggio del territorio. Un progetto che ancora non risulta presentato ufficialmente presso nessuna istituzione locale né regionale. LA DENUNCIA «Stanno cercando di scaricare la ripresa produttiva di Alcoa millantando il progetto di biofuel – dice Pili- Sono mesi che nelle segrete e pubbliche stanze si parla della realizzazione a Portovesme di un impianto per la produzione di bioetanolo della capacità di 80mila tonnellate all’anno. Un progetto che prevederebbe l’impianto di ben 5.000 ettari di Arundo donax (canna comune). Il piano risulta totalmente sconosciuto nei dettagli e nelle procedure che si starebbe seguendo. Un dato è certo: a fine giugno il progetto dovrebbe essere stato presentato a Invitalia, il braccio operativo del Ministero dello Sviluppo Economico. Un progetto – continua Pili – che non risulta formalmente presentato in alcuna istituzione locale e regionale. Ma è certo che esponenti di primo piano della società Biochemtex del Gruppo Mossi&Ghisolfi si siano recati ripetutamente nel Sulcis Iglesiente accompagnati da esponenti di partito e istituzionali». I FINANZIATORI Nell’interrogazione Pili fa anche riferimento all’appoggio dato da Guido Ghisolfi a Matteo Renzi nella sfida per le primarie del Pd. «Amici di Renzi, con il patron della società, Guido Ghisolfi, che risulta essere il primo finanziatore, insieme alla moglie – precisa Pili – della campagna elettorale delle primarie di colui che sarebbe stato il futuro premier. Stanziamento dichiarato di 100 mila euro per la fondazione che finanziava la scalata di Renzi». Un piano che «sta portando nel Sulcis i principali esponenti di questa società, per acquisire terreni e conquistare risorse idriche. Soggetti privati accompagnati il più delle volte da esponenti politici locali che sponsorizzano questa azione di colonizzazione ambientale e non solo del Sulcis». I TERRENI Finora, a quanto risulta al deputato di Unidos, nessuno dei proprietari terrieri contattati avrebbe accettato di cedere le aree per la coltivazione delle canne da cui verrebbero poi estratti gli additivi per il biofuel. «Si tratta di un’operazione di una gravità inaudita – sostiene il deputato di Unidos – sia nelle forme che nella sostanza del progetto. Un business fatto di contributi pubblici e pubblici incentivi. Sfruttamento per 15 anni dei terreni e poi deserto. Devastazione ambientale, con la natura aggredita da una coltivazione che modifica idrografia, ambiente e qualità chimico fisiche dei terreni. Il progetto – conclude è all’attenzione del Mise e gode delle entrature più autorevoli nei palazzi del potere romano». Pili cita il caso di infestazione da Arundo Donax in California e chiede al Ministero di vietare qualsiasi forma di colonizzazione ambientale del Sulcis, «in contrasto con la natura e l’identità dei luoghi, e di impedire che rappresentanti o delegati del Governo manifestino con sopralluoghi il loro sostegno diretto al progetto del biofuel. Antonella Pani

 

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