Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 25, domenica 29 giugno 2014.

IN CUSTA CHIDA  notiziario settimanale della Sardegna.

Industria culturale, l’Isola non va. Secondo i numeri di una ricerca Symbola-Unioncamere la Sardegna è agli ultimi posti in Italia nell’industria della cultura. Nel 2013 nell’isola il valore aggiunto del sistema cultura è stato di soli 1.061,9 milioni di euro, pari al 3,7% del totale del valore aggiunto prodotto in Sardegna dalle aziende private.

Le università sarde agli ultimi posti. Gli atenei di Cagliari e Sassari sono tra i fanalini di coda nell’ultima classifica elaborata dal “Sole 24 Ore”. La nuova griglia di parametri di valutazione adottata dal quotidiano economico finanziario rimette in discussione alcuni ottimi piazzamenti ottenuti in passato dagli atenei dell’isola in liste nazionali predisposte da altre istituzioni, come per esempio Censis-Repubblica.

“Per esplorare i fondali utilizzati cannoni Air-Gun”. Un vero e proprio assalto ai mari della Sardegna quello denunciato dal deputato Mauro Pili. Presentato dalla Schlumberger (società texana leader mondiale nei servizi petroliferi) un progetto per esplorare i fondali alla ricerca di idrocarburi.In un’area marina di 20.922 chilometri, prospicente le coste occidentali dell’isola, si utilizzeranno cannoni ad aria compressa (i cosiddetti Air-Gun), compresa tra 150 e 400 atmosfere. Una vera e propria bomba atomica acustica che genera una violenta onda d’urto che si propaga nel fondale. Nonostante il devastante progetto, nessuno ha presentato osservazioni, nè la Regione, nè i Comuni.

Unidos ha anche avviato la costituzione di comitati spontanei di opposizione. E la Regione, finora grande assente? Comunica che «l’assessorato alla Difesa dell’ambiente ha ben presenti le potenziali criticità» e il progetto «è attualmente allo studio di tecnici competenti». E comunque «non sussistono condizioni» che giustifichino l’allarmismo. Anche questo da verificare.

Enti Locali sardi: inizia la guerra agli enti inutili. Primo nella lista, il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel). La proposta di legge presentata da Centro democratico, Sardegna Vera, Soberania e Indipendentzia, Gruppo misto e Sel, ne prevede l’eliminazione prima della scadenza degli organi e la nomina dei nuovi 27 componenti prevista entro luglio, con un risparmio fino a 300mila euro l’anno.

Far diventare la Sardegna un punto di riferimento fra le diverse esperienze delle sponde Nord e Sud del Mediterraneo. È l’obiettivo dell’accordo tra l’Unione delle Università del Mediterraneo (Unimed) e la Fondazione Banco di Sardegna. Nella prima tavola rotonda, che si è svolta a Cagliari, coordinata dal segretario generale dell’Unimed, Franco Rizzi, si è discusso di “Migrazioni, ricerca universitaria, transizioni politiche”.

La Sardegna si ritrova regione leader in Italia in settori legati all’economia digitale e al mondo informatico e delle nuove tecnologie, a dispetto delle arretratezze storicamente riscontrabili in tanti altri ambiti. Centoventotto le aziende presenti a Sinnova, il 30% in più rispetto all’anno scorso, che stanno sviluppando nella nostra regione un’idea imprenditoriale o che hanno trovato qui in Sardegna l’ambiente ideale per far crescere la propria impresa.

Un vertice tra Unione dei comuni del Guilcier, del Barigadu, il prefetto e il direttore del Caip. È questa la decisione – arrivata dopo un’accesa discussione dei sindaci – sulle esercitazioni a fuoco. Netta la spaccatura tra chi vorrebbe dire basta al poligono sull’Omodeo e chi preme perché venga mantenuto, per non perdere il Caip. Il sindaco di Abbasanta di chiuderlo non ne vuole sapere.

«No alla Conservatoria delle coste sarda commissariata». È già partito un appello nazionale con i primi 50 sottoscrittori fra musicisti, scrittori, accademici, ambientalisti, amministratori di centri che s’affacciano sui litorali dell’isola. Di prestigio i nomi dei firmatari che hanno aderito subito all’iniziativa. Ci sono il presidente della commissione Ambiente nella Camera dei deputati, Ermete Realacci, il fondatore e dirigente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, il vice presidente e il direttore del Kyoto Club, Francesco Ferrante e Sergio Andreis. Poi, ancora, Dacia Maraini, Marcello Fois e Massimo Carlotto, il coordinatore nazionale di Libera, Enrico Fontana, il docente dell’università di Cagliari, Giuseppe Melis, il jazzista Paolo Fresu e la cantante Elena Ledda. Amministratori in campo. Nell’elenco figurano quindi i sindaci di 12 Comuni.

In queste settimane il mar di Sardegna è stato anche teatro di REP14-MED, ovvero «una campagna scientifica di caratterizzazione oceanografica». Il deputato Mauro Pili ha segnalato «due strane navi» lanciate in «acrobazie inspiegabili». Missione scientifica o «attività militare?».

La Nato ha risposto con encomiabile rapidità spiegando che il progetto è firmato dal suo Centro per la ricerca marittima e la sperimentazione, che ha analizzato il mare sardo per scopi che la comunità dovrebbe approvare. Il fulcro della campagna era il “glider”: veicolo autonomo sottomarino «privo di propulsione». Si sposta con le correnti, «motore naturale ed energeticamente molto efficiente che non si scarica mai». Davanti all’Isola si sono mosse intere flotte di glider (qualcuno anche a motore). Domanda ovvia? Questi sottomarini hanno solo applicazioni scientifiche? «Sì», giura la Nato.

Nell’Isola record di giovani inoccupati che vivono con i genitori La famiglia del Mulino Bianco è solo un miraggio. Quello che vivono i sardi è l’incubo di finire in povertà. La cruda realtà è che si va avanti cercando di evitare il fuoco incrociato degli sfratti (+77% in un anno a quota 315), della disoccupazione (17,5%) e dell’indigenza (il 27,4% delle famiglie ha almeno un componente senza reddito).

San Raffaele: “Non è oro tutto ciò che il Qatar fa brillare per i sardi”. Secondo Claudia Zuncheddu, che è anche dottoressa in medicina, Il Piano industriale del Qatar per il rilancio del San Raffaele non è sufficiente per indurre la nuova Giunta a firmare l’accordo in tutta fretta e garantire il diritto dei sardi alla salute. Manca colpevolmente il parere delle strutture ospedaliere esistenti nei nostri territori, non si è fatto una corretta valutazione sui costi-benefici per i sardi e sui sacrifici in termini di chiusura di strutture sanitarie indispensabili esistenti. Nella sanità sarda regna una grande confusione di ruoli e di competenze, di strutture pubbliche di eccellenza a rischio di chiusura e di strutture private che si aprono con un forte impegno di finanziamenti pubblici, di doppioni inutili e costosissimi come la neurochirurgia e la cardiochirurgia. Il numero di posti letto per il San Raffaele sarebbe fuori standard, a quali strutture già esistenti verrebbero soppressi e in quali sedi dell’isola?

San Raffaele, c’è il sì della Regione. La Giunta approva la delibera con il piano industriale.Via libera per 242 posti letto entro il 2016. E’ stata necessaria una lunga mediazione per far accettare ai partner (Regione, Qatar e Bambin Gesù, ndr) l’apertura del San Raffale in due fasi: la prima dall’estate del 2015 in poi (con 178 posti letto, di cui 108 per acuti), l’altra, a pieno regime, dal 2016.

 

Confindustria: “Svolta epocale”. Per l’associazione il progetto qatarino del San Raffaele può diventare per la Sardegna un esempio e un metodo per farcambiare mentalità, per dare finalmente sbocco a tutte quelle proposte di investimento, estere, nazionali e locali, impantanate nella cattiva politica, legislazione e burocrazia.

Colpo di spugna sulle bonifiche: “Ecco il decreto-regalo ai militari”. Decine di migliaia di ettari occupati da poligoni militari, campi di addestramento, caserme, e in cui sono state svolte per decenni attività che possono aver liberato sostanze pericolose, ora vengono equiparati ad aree industriali per i quali la legge prescrive soglie di contaminazione molto più alte. Secondo numerose associazioni ambientaliste il nuovo decreto firmato dal ministro dell’Ambiente, il commercialista Udc Gian Luca Galletti, costituisce il colpo di grazia per i territori violentati dai giochi di guerra e un enorme regalo all’industria e ai militari.

All’isola il primato dei mammoni. La mancanza di lavoro costringe i giovani a restare in casa con i genitori. E in 147mila vivono sotto il livello di povertà. La Sardegna è prima in Italia per la più alta percentuale di giovani tra i 20 e i 29 anni in cerca di lavoro che non lasciano il tetto dei genitori: sono il 21,8 per cento, seguono la Sicilia, la Calabria e la Campania. Il dato è emerso a Cagliari durante il seminario della Cisl, “Famiglia nel crocevia del malessere economico”. Nel corso del 2013 il numero degli occupati in Sardegna è diminuito del 7,3% mentre il tasso di disoccupazione tra le persone 15-34 anni si è attestato al 35,2 per cento (aumentando di ben 6,1 punti percentuali rispetto al 2012).

Si apre “Sinnova”, l’Isola leader nell’informatica. Nella classifica delle aziende innovative in Italia sono sarde 3 tra le prime 7. I numeri di Sinnova, il Salone dell’innovazione che si è svolto a Cagliari il 27 e 28 giugno, fotografano la realtà di una Sardegna che si ritrova regione leader in Italia in settori legati all’economia digitale e al mondo informatico e delle nuove tecnologie. Centoventotto le aziende presenti, il 30% in più rispetto all’anno scorso.

Concorso Asl ai raggi x: 1200 aspiranti per 5 posti. Un candidato escluso contesta la preselezione affidata a una società milanese e si rivolge al Tar. “La ditta aggiudicataria è tra le maggiori a livello nazionale e solo nel 2013 ha gestito oltre 200 procedure dello stesso genere con oltre 1500 partecipanti”, spiega la Asl di Nuoro.”

Epolis, venti indagati. Crac da 130 milioni per il gruppo che pubblicava giornali free press. Tutto cominciò nel 2004 a Cagliari con diciotto quotidiani pubblicati in tutta Italia e diffusi gratuitamente, tra questi il Giornale di Sardegna (fino al luglio 2010). Il fallimento era arrivato nel 2011.

Che impresa avere credito. Consorzi di garanzia fondamentali per le aziende sarde. La crisi economica ha generato, nel 2013, un nuovo peggioramento della qualità del credito in Sardegna: è infatti aumentata l’incidenza sia dei prestiti inesigibili sia di quelli con un grado di anomalia contenuto. Nel corso del 2013 i prestiti bancari (a imprese e famiglie) sono calati del 3,5% mentre i finanziamenti alle imprese si sono ridotti del 4,1%.

 

 

 

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