Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 16, domenica 20 aprile 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti. 1. “La Sardegna è terra di agromafie?”. E’ il tema del convegno proposto da Coldiretti. Il business dei prodotti sardi contraffatti sfiora i 3 miliardi di euro all’anno. Secondo le stime di Coldiretti relative al 2013, il fenomeno della contraffazione degli alimenti, a livello nazionale, indica cifre vicine a 60 miliardi, mentre il fatturato delle agromafie, quindi più legato ai prodotti agricoli, è di 14 miliardi. Un italiano su cinque è vittima di frodi agroalimentari anche perché – come avvenuto per alcune case produttrici di olio – 500 marchi italiani del comparto sono finiti in mano straniera e, forse in parte, pur non essendoci certezza, sotto il controllo di quelle che vengono definite agromafie.

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti. 2.  Per Giancarlo Caselli:«Le mafie non si negano nulla e la Sardegna è un territorio che fa gola in molti settori. Aggiungo che nell’agroalimentare le mafie affondano le loro radici storiche e culturali. Non dobbiamo pensare ai mafiosi con la lupara: quei tempi sono finiti, abbiamo davanti abili colletti bianchi che programmano il business delle frodi alimentari in un mercato parallelo, senza regole e senza mediazione sindacale, facendo leva sulla manovalanza e sulla violenza».

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti. 3. La strada per ripristinare regole di legalità esiste: «La tracciabilità dei prodotti, l’etichettatura sono la base. Serve trasparenza: il made in Italy contraffatto è un pericolo su molti fronti». In chiusura l’ex Procuratore nazionale antimafia ha risposto a una domanda sulla possibilità di interessi mafiosi nel cantiere infinito della Carlo Felice: «È legittimo pensare che ci sia il reale rischio che i mafiosi si infiltrino anche negli appalti per i cantieri stradali. Quindi», ha detto il magistrato prima di lasciare la sala dell’ex Cis, «considerando che in Sardegna ci sono zone d’ombra e fenditure dove questo fenomeno può trovare terreno fertile, chiedersi se c’è questo rischio è regola aurea per chi amministra».

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti.4. Sant’Elia, rione periferico dalle «caratteristiche preoccupanti: un’organizzazione diffusa per favorire l’impunità di che vende droga e l’anonimato di chi acquista». Un circolo vizioso che alimenta il commercio criminale delle sostanze stupefacenti, mezzo di sostentamento di numerose famiglie la gran parte delle volte in difficoltà economiche. Chi è disoccupato e non trova lavoro, o neanche ha interesse a trovarlo, studia vie alternative e spesso si dedica a questo tipo di attività delinquenziale. Si innesca così una sorta di rete a sua tutela con l’omertà a farla da padrone: vedette a controllare gli accessi, i venditori ciascuno nel suo punto vendita, i clienti che sanno dove e a chi rivolgersi in un via vai regolare. E quando arrivano i controlli di polizia e carabinieri, costanti e ripetuti, scatta la rete di “solidarietà” e protezione del quartiere.  Così anche altri rioni quali San Michele, Is Mirrionis, Sant’Avendrace. Il rischio è che il controllo del territorio sia preda della delinquenza (accade anche in molte zone di Quartu Sant’Elena).

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti. 5. «Delinquenti comuni sardi sono affiliati alla ‘ndrangheta calabrese». Il Procuratore capo della Repubblica di Cagliari Mauro Mura ha riferito, tra lo stupore dei presenti: «Fonti confidenziali mi hanno confermato questa affiliazione nel carcere di Buoncammino ed è uno degli indicatori più rilevanti del cambiamento di rotta della criminalità organizzata in Sardegna». Segnale che va contestualizzato «all’imminente arrivo, nelle carceri di Uta e di Bancali, di detenuti in regime di 41 bis», il cosiddetto carcere duro.

Rimangono ancora a bocca asciutta gli oli sardi al premio Montiferru di Seneghe. Nella sezione riservata agli oli sardi ha vinto il fruttato dell’azienda Giuseppe Fois di Alghero. Alla fine hanno prevalso i toscani in quasi tutte le sezioni Dop/Igp, biologico, monocultivar, pluricultivar. Nella sezione frantoiani biologico si è aggiudicato il primo posto un’azienda di Taranto, nella frantoiani dop un olio di Trani, e nella frantoiani monocultivar un’impresa di Avellino. Tra gli internazionali i primi tre posti sono andati agli oli spagnoli. La miglior confezione se la è aggiudicata la bottiglia Monocultivar Cima di Mola di Martina Franca, Taranto. Il Premio Nazionale Montiferru, giunto alla ventunesima edizione aveva quest’anno 130 oli partecipanti. Appena 10 gli oli sardi. Il Comitato organizzatore: Camera di Commercio e Provincia di Oristano, comune di Seneghe, Laore, Agris e Associazione nazionale città dell’olio. Patrocinio del ministero Politiche agricole e assessorato Agricoltura della Regione. ( j. p. )

Il convegno sulle agromafie di Coldiretti. 6. «Sono due anni che denuncio queste cose – ricorda Mauro Pili -, e mi sono sentito spesso un predicatore nel deserto. Le parole del dottor Mura non fanno altro che confermare una situazione di estremo pericolo che corre da tempo la Sardegna, alla quale nessuno pare voglia porre rimedio. Qualcosa che tocca da vicino anche gli appalti delle grandi opere in Sardegna, e mi riferisco alla Sassari-Olbia». Il parlamentare di Unidos indica anche le cause che hanno portato a questa collaborazione tra delinquenza sarda e ‘ndrine. «Non è un caso – prosegue – se Mura fa riferimento a Buoncammino, dove i contatti avvengono più di frequente. Ma il terreno delle carceri sarde è fertile e lo sarà sempre di più se non si pone un argine all’arrivo di detenuti eccellenti, quelli sottoposti al regime del 41 bis. Ma c’è dell’altro. Alcuni mesi fa, nell’indifferenza della politica e delle istituzioni, rivelai che le famiglie dei capimafia avevano iniziato a sbarcare in Sardegna. Da Porto Torres a Palau nuclei familiari avevano preso casa nell’isola per “assistere” i loro strettissimi familiari, rinchiusi in regime di alta sicurezza nel carcere di Nuchis (Tempio).

Polveriera Pd,  a Sassari e in provincia. Difficile mediazione sul caso Sassari, dopo la contestazione del vincitore delle primarie, Nicola Sanna. Ma ci sono altre partite ancora più complesse, in pieno corso di svolgimento: quella di Alghero, quella di Castelsardo e quella di Sorso. Nella prima il partito rischia di spaccarsi in due, con Mario Bruno che ha annunciato la candidatura e parte della segreteria cittadina che vorrebbe allearsi con Udc e Riformatori e convergere su un nuovo nome. Nella seconda il rischio è che il Pd sparisca proprio, e l’elezione si trasformi in un monologo dell’ex sindaco Franco Cuccureddu. Come a Sorso, dove i democratici sembrano ben lontani da trovare la quadra.

FIORDALISI IN COSTA SMERALDA: E’ ARRIVATO IL GUASTAFESTE. L’esordio in Costa di Domenico Fiordalisi fu l’inchiesta (ancora aperta) sulle dazioni di danaro tra la Sardegna Resorts della Costa Smeralda e il Comune di Arzachena, soldi che sarebbero serviti per stipendiare i vigili urbani stagionali. Poi il mirino del procuratore, per nulla distratto dal programma di demolizioni maddalenine, si concentrò sulle diverse irregolarità edilizie in Costa, predisponendo i sequestri.  Un paio di settimane fa ha avviato una mega indagine su 2500 ville che risultano intestate a società estere la cui reale proprietà sarebbe di cittadini italiani.

 

FARE DI OGNI ERBA UN FASCIO, OVVERO COME TI NASCONDO LE RESPONSABILITA’ DI ENI, ENEL, ALCOA, SARAS DA PARTE DEI NOSTRI (?) IMPRENDITORI.  Gli imprenditori SARDI hanno espresso preoccupazione su quella che è stata definita una «visione anti industriale molto diffusa che vede negli industriali, siano essi dell’alimentare, della nautica, della chimica, della meccanica, del turismo, un fattore negativo per la Regione».

Agus (Sel) sarà presidente della commissione Autonomia, Sabatini (Pd) prende quella alla Programmazione e Perra (Psi) il parlamentino della Sanità. Si sono insediate ieri le sei commissioni permanenti del Consiglio regionale. Nessuna sorpresa per le presidenze, affidate ad esponenti della maggioranza di centrosinistra. Gli incarichi nelle commissioni saranno rimescolati tra due anni e mezzo, a metà legislatura. Francesco Agus (Sel) è stato eletto presidente della Prima commissione (Autonomia); vicepresidente Stefano Tunis (Fi), segretari Michele Cossa (Riformatori) e Giuseppe Meloni (Pd). Gavino Manca (Pd) guida la Seconda commissione (Lavoro, Cultura e Formazione professionale); vicepresidente Ignazio Locci (FI), segretari Stefano Tunis (FI) e Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia). Franco Sabatini (Pd) è presidente della Terza commissione (Programmazione, Bilancio e Politiche europee); vicepresidente Paolo Truzzu (FdI-Gruppo Sardegna), segretari Daniele Cocco (Sel) e Christian Solinas (Psd’Az). Antonio Solinas (Pd) presidente della Quarta commissione (Governo del territorio, Ambiente, Infrastrutture e mobilità); vice Gianni Tatti (Udc), segretari Eugenio Lai (Sel-Cd) e Giuseppe Fasolino (FI). Luigi Lotto (Pd) è presidente della Quinta commissione (Attività Produttive); vice Luigi Crisponi, segretari Gaetano Ledda (Upc) e Marco Tedde (Fi). Raimondo Perra (Psi) guida la sesta commissione (Salute e Politiche sociali); vice Marcello Orrù (Psd’Az), segretari Gigi Ruggeri (Pd) e Peppino Pinna (Udc).

Sono 19 candidati sardi inseriti nelle liste per le Europee del 25 maggio. Di questi, però, solo 18 sono stati ammessi alla consultazione. Tra i big regionali spiccano il deputato di Fi, Salvatore Cicu, l’ex presidente della Regione Sardegna e patron di Tiscali, Renato Soru, per il Pd, Maddalena Calia, coordinatrice regionale del Nuovo Centrodestra ed ex europarlamentare, Salvatore Deidda, leader sardo di Fratelli d’Italia, e il segretario regionale e europarlamentare uscente dell’Idv, Giommaria Uggias. Gli altri candidati sono: Angela Scarpa, consigliera comunale dell’Udc, che in ambito nazionale ha stretto un patto con Ncd e i Popolari di Mauro, Simone Testoni dell’Ugl di Sassari per Fdi. Oltre Cicu, Forza Italia candida Antonella Chiavacci, componente della commissione regionale Pari opportunità. La lista L’altra Europa con Tzipras, sostenuta da Sel e Rifondazione comunista, candida la cantante identitaria Elena Ledda e l’insegnante precaria Simona Lobina. In campo anche il Movimento 5 stelle che ha scelto online Nicola Marini e Giulia Moi. L’Idv oltre a Uggias candida il consigliere regionale Michele Azara e l’assessore delle politiche sociali del Comune della Maddalena, Maria Pia Zonca. Per Scelta Europea-Alde il Centro democratico candida la consigliera regionale Anna Maria Busia. Nella stessa lista anche il giornalista Mario Carboni. Mauro Morlè (Lega Nord) e Mirko Valenti (in quota Movimento sociale sardo) sono i due candidati della Lega Nord, mentre Green Italia ha messo in campo Maria Cristina Pusceddu (Sardegna), ma la lista è stata non ammessa per la mancanza di tutte le firme a sostegno dei candidati. Ora Green Italia ha 48 ore di tempo per presentare ricorso.

Le riforme costituzionali sono «urgenti e impellenti» ma le Regioni vogliono continuare a disciplinare materie importanti e quelle a Statuto speciale ribadiscono la specialità, con i margini di autonomia che ne conseguono. È quanto è emerso ieri in occasione del convegno “Le Regioni e le riforme costituzionali” che si è svolto nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera e al quale ha partecipato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, accompagnato dagli assessori agli Affari Generali e Riforme Gianmario Demuro e agli Enti locali Cristiano Erriu. Con loro anche il presidente del Consiglio regionale e una delegazione dell’assemblea sarda. Pigliaru ha difeso la specialità dell’Isola messa in pericolo dalla riforma abbozzata dal Governo. «Le ragioni della nostra specialità valgono oggi come ieri: non è il diritto a un privilegio», ha detto. Per il presidente «è necessario entrare nell’ottica di un sistema di valutazione che comporti controllare e confrontare non solo i costi, ma anche l’efficienza e la qualità dei servizi erogati. Noi, da parte nostra siamo pronti a farlo», ha chiarito Pigliaru. Secondo il quale «le Regioni hanno anche prodotto eccellenze. Nell’istruzione e nella sanità, per esempio, esistono Regioni che si sono dimostrate molto più efficienti dello Stato. Sarebbe assurdo sostituire queste funzioni, cambiarle con un servizio erogato dal Governo centrale». Il governatore sardo è dubbioso sul fatto che «tornare a uno Stato centralista possa migliorare l’efficienza del sistema Italia. Il nostro obiettivo è quello di ispirarci alle migliori pratiche che raramente sono quelle dello Stato. Abbiamo bisogno, piuttosto, della collaborazione virtuosa tra le Regioni», ha concluso Pigliaru, «e di aiutare chi è rimasto indietro a migliorarsi».

Il più ricco dei senatori sardi risulta Emilio Floris con un imponibile di 258.034 euro, seguito da Giuseppe Luigi Cucca (224.544), Luigi Manconi (163.866), Salvatore Cicu (133.501), Roberto Capelli (100.457), Luciano Uras (99.138), Siro Marrocu (98.471), Francesco Sanna (97.488), Pierpaolo Vargiu (94.736), Caterina Pes (94.680), Mauro Pili (93.436), Paolo Vella (92.017), Marco Meloni (85.670), Giampiero Scanu (85.286), Ignazio Angioni (62.044), Romina Mura (51.333), Silvio Lai (44.488), Manuela Serra (43.658), Giovanna Sanna (42.708), Nicola Bianchi (17.395), Emanuele Cani (13.736), Roberto Cotti (13.572), Emanuela Corda (11.796), Andrea Vallascas (8.263), Paola Pinna (3.380) chiude Michele Piras con 2.368 euro.

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