Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 11, domenica 16 marzo 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

REGIONE»LA NUOVA GIUNTA .

Raffaele Paci, programmazione e bilancio, Donatella Spano, ambiente, e Luigi Arru, sanità, nominati dal presidente. Poi Cristiano Erriu, urbanistica ed enti locali, Gianmario Demuro agli affari generali, Massimo Deiana ai trasporti e Virginia Mura al lavoro che è il quartetto scelto dal Pd. Infine quelli scelti dagli altri partiti della coalizione: Paolo Maninchedda (Partito dei sardi, lavori pubblici), Elisabetta Falchi (Rossomori, agricoltura), Claudia Firino (Sel, cultura e istruzione), Francesco Morandi (Cristiano democratici, turismo) e Maria Grazia Piras (Sardegna vera, industria). È questo l’elenco della giunta numero uno (resterà la stessa sino al 2019?) del governatore che ha trionfato alle elezioni del 16 febbraio e dopo cinque anni di opposizione riportato al governo il centrosinistra.

PRIMO GIORNO. Tre ore abbondanti per conoscersi e cominciare a essere una squadra. I dodici assessori della prima giunta Pigliaru, sono ottimisti. Ma il loro mondo ora sarà questo: poca famiglia e molto, moltissimo lavoro, soprattutto perché Francesco Pigliaru vuole essere uno schiacciasassi dei problemi. Pranzare, ad esempio? Sarà difficile: ieri il primo panino al volo e in piedi.

La giunta è già ribattezzata il «Supersenato accademico della Sardegna», la metà degli assessori sono professori universitari.

Raffaele Paci, 58 anni, professore ordinario di Economia applicata nella Facoltà di Scienze politiche a Cagliari spiega: «Faremo subito l’elenco delle priorità, partendo dall’analisi della finanziaria e dei residui dei Fondi comunitari: i 120 milioni l’anno per l’edilizia scolastica, i fondi per le bonifiche e per mettere fine al dissesto idrogeologico. Interventi «bivalenti» perché permettono di creare occasioni di lavoro a breve termine ma anche di realizzare opere che vivranno nel lungo termine.

Le spese per convegni, viaggi a sfondo politico, pranzi e cene collegati ad attività condotte nel collegio elettorale, canoni d’affitto per la segreteria personale possono essere coperte coi fondi destinati ai gruppi politici regionali: è la Procura di Milano che lo sostiene nella richiesta di archiviazione che riguarda trentatrè consiglieri regionali della Lombardia tra cui Pippo Civati, etc…

Riflessi che potrebbero riguardare i 64 onorevoli ed ex onorevoli indagati in Sardegna.

Per Manca Bitti la lettura dei fatti che emerge nella decisione di Milano «è ragionevole» perché tiene conto della mancanza di criteri di legge sull’uso dei fondi destinati ai gruppi. Spiega il legale: «Serve una legge che stabilisca una per una le spese possibili».

CAPPELLACCI: Parlare a  Pigliaru perché Soru intenda: «Le dichiarazioni dei primi momenti di Francesco Pigliaru sembrano il sintomo di un pregiudizio ideologico: se la priorità della sua giunta è quella abbattere il nuovo Piano paesaggistico, credo stia pensando a compiacere qualche capobastone di partito nostalgico, e che stia onorando una cambiale sottoscritta all’atto dalla candidatura al posto della Barracciu, piuttosto che dare risposte concrete ai sardi».

Uomo morde cane … Le parti si invertono può capitare anche che un ufficiale giudiziario piombi nelle stanze di Equitalia per pignorare sedie, scrivanie, quadri. E’ accaduto a Sassari due giorni fa. Equitalia non paga le spese processuali per una causa vinta da una contribuente che aveva presentato ricorso e il suo avvocato chiede il pignoramento dei beni. Che alla fine non si è materializzato perché proprio ieri mattina l’ente più temuto e “mal sopportato” dai cittadini ha pagato quanto dovuto: 2300 euro. La vera protagonista di questa storia è la titolare di un’azienda agricola di Cagliari.

Francesco Pigliaru, il governatore, è deciso nel far sapere che è molto soddisfatto della squadra. «La volevo di alto profilo e lo è, perché gli undici partiti della coalizione hanno rispettato l’unico e vero criterio richiesto (e preteso): il pieno rispetto delle competenze». Diplomatico e protettivo, come sempre, neanche sotto tortura ammetterebbe che invece è stato molto complicato.

SPOIL SYSTEM 1. La facciata dice che i democratici sono soddisfatti. Avrebbero voluto cinque assessorati per soddisfare le varie correnti, forse ci sono riusciti lo stesso con i quattro che avranno. Il correntone ha fatto bingo con gli assessori Cristiano Erriu (area Paolo Fadda), Massimo Deiana (Antonello Cabras) e Gianmario Demuro (Renato Soru). In più, è sicura per questo trio, rafforzato dal segretario Silvio Lai, l’elezione di Gianfranco Ganau (Cabras) a presidente del Consiglio, la nomina di Pietro Cocco (Soru) a capogruppo e la presidenza di una o due delle quattro commissioni consiliari che spettano al Pd. E la minoranza? Non è contenta, ma si consola con l’assessore Virginia Mura (Siro Marrocu), la presidenza delle commissioni bilancio e urbanistica, con Franco Sabatini (ex Ds) e Gavino Manca (renziano doc). Presto per i sostenitori delusi del sottosegretario Francesca Barracciu potrebbero arrivare anche le nomine ai vertici della Sfirs e dell’Agenzia regionale delle entrate da costituire.

SPOIL SYSTEM  2. Sel. Su Claudia Firino alla cultura il confronto fra i sostenitori del senatore Luciano Uras, che ha la maggioranza, e quelli del deputato Michele Piras in fin dei conti è stato meno aspro del previsto. La scelta è stata condivisa e all’orizzonte per chi è in minoranza potrebbe esserci la direzione dell’Agenzia del lavoro.

SPOIL SYSTEM 3. Sardegna vera. La coalizione post elettorale fra Idv-Verdi, Upc, Socialisti e La Base può fare salti di gioia. Ha avuto l’assessorato che voleva con Maria Grazia Piras, indicata dall’Upc, mentre Efisio Arbau sarà il capogruppo del quartetto di consiglieri. È difficile che avranno altro.

SPOIL SYSTEM  4. Sinistra sarda. Ha preso una batosta e non se l’aspettava. Zero assessori nonostante due consiglieri eletti perché il loro candidato forte – Leonardo Marras – ha trovato tutti i posti occupati. La reazione di Pdci e Rifondazione è stata dura. Dopo aver assicurato comunque «il leale sostegno» e la fiducia all’esecutivo «ma solo dopo un serio confronto sulle politiche sociali ed economiche del programma di governo», in un comunicato hanno sottolineato con amarezza che «il giusto tentativo di caratterizzare, a sinistra, la giunta», è stato «ridotto invece a garantire solo un’evidente connotazione centrista che pare destinata a proporre soluzioni differenti, se non contrarie, a quelle sottoscritte a suo tempo col centrosinistra». Il malumore è evidente: come risolverlo? Forse con la nomina di Marras, presidente dell’Atp Sassari, ad amministratore unico dell’Arst, ma la partita sugli enti è lontana.

SPOIL SYSTEM  5. Partito dei sardi. Più che soddisfatto. Il fondatore Paolo Maninchedda sarà l’assessore ai lavori pubblici, quello che voleva, e dovrà occuparsi di Anas e Abbanoa, casi spinosi da lui già affrontati nei due ultimi mandati in Consiglio.

SPOIL SYSTEM   6. Rossomori. Sin dall’inizio volevano l’agricoltura, accontentati. Hanno puntato tutto su Elisabetta Falchi e l’assessore sarà proprio il presidente di Confragricoltura nonostante i mugugni di Coldiretti.

SPOIL SYSTEM   7. Cd. Chiesto il turismo, come prima scelta, ha sbaragliato la concorrenza col supertecnico: Francesco Morandi. Sicura anche la vicepresidenza del Consiglio con Anna Maria Busia, Quota presidente. I suoi tre – Raffaele Paci, Donatella Spano e Luigi Arru – li ha sostenuti e difesi spesso da solo contro molti. Sono stati gli altri a doversi arrendere. (ua)

Quattro ex assessori, sei leader di partito e due ex presidenti della Regione. Sono alcune delle curiosità che emergono tra le pieghe del consiglio regionale della quindicesima legislatura. Gli ex componenti della Giunta sono Alessandra Zedda (Bilancio e Programmazione), Oscar Cherchi (Agricoltura e Pesca), Mario Floris (Affari Generali) e Luigi Crisponi (Turismo) mentre sono solo sei su 18 i leader che rappresentano i loro partiti in Aula: sono il segretario di Sel Luca Pizzuto, quello di Irs Gavino Sale, Efisio Arbau di La Base, Michele Cossa dei Riformatori, Giorgio Oppi dell’Udc e Mario Floris dell’Uds.

L’ETERNITA’. Mari Floris presiederà la seduta inaugurale della legislatura dell’Autonomia sarda. Il leader dell’Uds, 76 anni, è infatti il consigliere anziano del nuovo Consiglio regionale e così come stabilisce il regolamento interno sarà chiamato a ricoprire la carica di presidente provvisorio nella prima seduta dell’assemblea legislativa sarda che si riunirà entro i prossimi venti giorni per l’elezione del suo presidente. Floris è uno dei sette consiglieri regionali (gli altri sono Alfredo Corrias, Efisio Corrias, Paolo Dettori, Alessandro Ghinami, Francesco Rais e Gian Mario Selis) ad aver ricoperto sia la carica di presidente della Giunta che quella di presidente del Consiglio. Eletto per la prima volta nell’assemblea sarda il 3 luglio 1974 (VII legislatura), è stato riconfermato nella VIII, IX e X (fino al 17 luglio 1994). Rieletto in Regione nella XII, XIII, XIV e XV, più volte assessore, ha ricoperto la carica di presidente della Giunta dall’8 agosto del 1989 al 12 novembre del 1991 e dal 16 novembre 1999 al 16 ottobre 2001. Presidente del Consiglio dal 26 novembre 1991 al 17 luglio 1994. Floris, con otto elezioni vanta anche il primato delle legislature in Consiglio regionale, seguito dal leader dell’Udc, Giorgio Oppi, con sette. (f. ma.)

Michela Murgia, la scrittrice di Cabras che nonostante i 74 mila voti raccolti è rimasta fuori dall’aula di via Roma non abbassa la guardia. «L’opposizione si fa in consiglio? Allora vuol dire che noi, che siamo fuori dal consiglio per scelta precisa di chi ha scritto la legge elettorale, faremo la resistenza». «La Giunta puzza di vecchie logiche. Ha vinto il vecchio sistema e il domani che doveva cominciare somiglia al passato che conosciamo già». Per Murgia, la giunta è stata fatta «secondo le regole della peggiore vecchia politica. Abbiamo assistito a tutta la liturgia della spartizione tradizionale».

Il rapporto difficile tra il governo della Regione e il «parlamento sardo» ha portato a una bassissima produzione legislativa. Dal 2004 al 2008 sono state approvate 79 leggi: punta massima 24 nel 2005 e picco più basso 13 nel 2007. (Con un totale di 479 sedute nel quinquennio). Nel corso dell’ultima legislatura 2009-2014, il Consiglio ha varato in tutto 124 leggi con la punta massima di 41 leggi nel 2013 e 16 nel 2010, escludendo gli otto provvedimenti approvati quest’anno, sotto elezioni. Tra il 2013 e quest’anno, l’assemblea di via Roma ha approvato quarantanove leggi ma di queste nove erano riferite al bilancio e si trattava quindi di atti dovuti. Altre venti riguardano norme, misure e disposizioni urgenti che si rifanno quindi a situazioni di emergenza. Poco più di tre riguardano proroghe, qualche abrogazione, alcune modifiche di leggi esistenti. In definitiva, forse, il provvedimento di maggior consistenza è quello relativo alla legge statutaria regionale che risale al novembre del 2013. La proposta di Pigliaru sul maggior controllo delle leggi dovrebbe portare anche ad abbassare il «contenzioso» con lo Stato: non è un caso che nell’ultima legislatura siano state impugnati ventitré provvedimenti di legge.

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