Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 10, domenica 9 marzo 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale sardo.

A P. Torres. Sostanze cancerogene in mare: tutti prosciolti. È scattata la prescrizione per i rappresentanti di Syndial, Sasol e Ineos. Erano accusati di avvelenamento e disastro ambientale colposi.


Nessuno pagherà penalmente per aver scaricato – almeno fino al 2006 – cadmio, mercurio, cromo, rame, cianuri e solventi tra i pesci nelle acque della Marinella. Il gup Carla Altieri ha prosciolto dalle accuse di avvelenamento e disastro ambientale colposi – «per intervenuta prescrizione» – gli imputati Gianfranco Righi, Guido Safran, Diego Carmello, rispettivamente rappresentanti legali (all’epoca dei fatti) della Syndial, della Sasol e della Ineos e Francesco Maria Apeddu direttore dello stabilimento Ineos. Una sentenza, quindi, che ha semplicemente tenuto conto dei tempi sulla base di un calcolo di anni entro i quali la legge stabilisce che determinati reati debbano andare in prescrizione. Il fatto che a nessuno possa essere imputata la responsabilità di quell’inquinamento nefasto venuto “a galla” nel 2003 dopo il clamoroso blitz di Irs nella collina di Minciaredda (ribattezzata la collina dei veleni) suona quasi come un secondo colpo di scena in questa inchiesta complessa.

«I signori dell’inquinamento non pagheranno, pagheranno solo le vedove, i pescatori e la gente che abita nel territorio». Gavino Sale, leader degli indipendentisti di Irs che guidò dieci anni fa il blitz nella collina dei veleni a Porto Torres commenta a muso duro la decisione dei magistrati sassaresi.

Irs: «Il piano dell’Eni è riuscito». Tutto questo è il risultato di un’assenza totale della politica ma i reati e i fatti rimangono. . Irs temeva un finale così, e non l’aveva nascosto, specie nell’ultimo periodo. «L’Eni è riuscita perfettamente nel suo piano che consisteva, in una prima fase, nel trasformare il capo di imputazione da doloso in colposo e in seguito di far cadere in prescrizione l’intero processo nei confronti degli indagati per “disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all’alimentazione”.

La partita comunque non è chiusa. Ne è convinto il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa. In piedi c’è un altro processo per inquinamento, un procedimento parallelo a quello che si è chiuso ieri mattina con la prescrizione. «Certo sarebbe stato opportuno che quest’ultimo processo andasse a sentenza, ma non sono affatto perse le speranze per fare piena luce in Tribunale sulla stagione dell’inquinamento».

Una logica chiara, sostenuta anche dalla normativa europea che sancisce: chi inquina paga. Insomma, è obbligato a bonificare e ripristinare lo stato originario dei luoghi contaminati con anni e anni di scarichi industriali incontrollati. Nell’ultimo periodo, non sono mancati i tentativi di deviare il corso normativo: a cominciare da quell’articolo 4 del “Destinazione Italia” che prevedeva la possibilità per le aziende inquinatrici di firmare un Accordo di programma con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico per fatti accaduti prima del 2007 (praticamente tutti) per la sola messa in sicurezza e non invece la bonifica dei siti. Quell’articolo è stato emendato, ma il pericolo non sembra scongiurato del tutto.

La vicenda riguarda da vicino proprio il gruppo Eni, le bonifiche di Syndial su Porto Torres hanno una dotazione finanziaria di 500 milioni di euro. Il percorso, finora, non è stato privo di trappole. Per quanto riguarda la discarica dei veleni di “Minciaredda”, il progetto non è stato ancora depositato al Ministero. Dovrebbe avvenire a breve, considerato che sono state selezionate le tre aziende che hanno partecipato al bando internazionale e da queste ora ne deve essere scelta una.

Quello della vecchia discarica è l’intervento più complesso, ma la partita delle bonifiche ha altri livelli di gravità, come quello che si registra nella darsena del porto industriale, bloccata da tempo per ragioni di salute pubblica.

L’imputazione prevedeva il dolo, in quanto chi aveva inquinato sapeva esattamente ciò che stava facendo. Ancora oggi la darsena di Porto Torres è invasa dal benzene che continua a fuoriuscire dagli impianti del polo industriale». L’Irs, protagonista di una campagna continuata, fin dal momento del blitz nella discarica di “Minciaredda”, sottolinea la gravità di una decisione – quella del Tribunale di Sassari .- che ha stabilito che nessuno pagherà per i gravi danni causati. «Gli unici che finora hanno pagato sono i cittadini, sono tutte le donne vedove grazie alle scelte scellerate di chi non ha mai tutelato la salute dei lavoratori; sono i pescatori che non possono più pescare il pesce del loro territorio; sono tutti i cittadini che hanno lottato in difesa del territorio e della salute di tutti e non vedranno mai giustizia».

Irs chiama in causa la nuova giunta regionale e ritiene doveroso «che il presidente Pigliaru assuma una posizione chiara su questa vicenda. Altrettanto deve essere fatto da tutti i parlamentari sardi. Dalle amministrazioni locali, dall’Università, dai medici e da tutti i cittadini che vogliono difendere la propria dignità.

Matrica che divora il territori sardo: richiesta della Cgil di Sassari? Il quadro a tinte fosche lo dipinge il segretario generale della Cgil Antonio Rudas aprendo i lavori del XVII Congresso provinciale della Cgil di Sassari.  che si conclude oggi. Ma un ruolo centrale di questa inversione di tendenza non può che essere assegnato all’industria, a quella chimica verde che si prospetta essere uno dei progetti più importanti e innovativi nel panorama nazionale. «Quelle produzioni sono attese, gli impianti danno comunque occupazione a un migliaio di persone – ha detto Rudas – ma soprattutto legano la multinazionale al territorio e questo è un aspetto da non sottovalutare».

È trascorsa un’altra settimana e ancora non è possibile proclamare ufficialmente gli eletti del Consiglio regionale. L’Ufficio centrale della Corte d’Appello di Cagliari non può disporre della documentazione completa di tutte le circoscrizioni. Ma si pensa di risolvere il problema per  martedì 11, dopo l’arrivo dei dati raccolti dall’ufficio circoscrizionale di Sassari.

Le prossime elezioni europee potrebbero permettere la nascita di un’alleanza indipendentista. La Lega Nord è pronta infatti a ospitare sotto il simbolo di Alberto da Giussano gli esponenti del Psd’Az. Il Carroccio sta cercando di riunire le varie anime dell’autonomismo e dell’indipendentismo attive in Italia,.

A chi andranno gli utili del Banco di Sardegna trasferito agli Emiliani? Utile netto di 17,5 milioni contro perdite per 20,5 nel 2012. Dopo un 2012 chiuso in rosso, l’istituto di credito archivia il 2013 con un colpo di coda. I profitti netti realizzati raggiungono quota 17,5 milioni di euro contro i 20,5 milioni di perdita del precedente esercizio.

Generosità operaia. Dopo due mesi di raccolta, si è conclusa nei giorni scorsi la sottoscrizione dei lavoratori della Portovesme srl in favore delle popolazioni colpite dall’alluvione di novembre. I dipendenti della Portovesme srl hanno raggiunto la somma di 13 mila euro. I lavoratori dell’Alcoa hanno prestato la loro opera a Olbia mentre i minatori della Carbosulcis hanno dato una mano a Uras.

I sardi sono 1.640.379 residenti, in aumento di poco meno di tremila unità rispetto al 2011. Ma l’isola perde oltre 30mila residenti in cinque anni (1.671.001 nel 2008). A fare la parte del leone sono le donne (838.530), mentre gli uomini si fermano a poco più di 800mila unità; 35.610 sono gli stranieri che rimpinguano il numero dei cittadini che abitano l’Isola.

Le tre tegole che si abbattono su Fedele Sanciu con la rapidità di una slavina scoperchiano la pentola ribollente di una Olbia apparentemente placida. L’abuso edilizio contestato nei giorni scorsi per le irregolarità presunte sulla propria abitazione, le attività di natura immobiliare che riguardano la seconda iniziativa del magistrato per le due società di cui si riferisce oggi. Poi lo scoglio della nomina all’Authority portuale. Sulla superficie della vivacità imprenditoriale terziaria e del marchio turistico agganciato alla Costa Smeralda, si annuncia un terremoto che colpirà il sistema politico e la gestione del potere locale come una boccia da bowling si abbatte sui birilli. Nel pentolone rovente si agita il concetto del territorio come bene proprio.

Due processi, 20 imputati e 52 indagati. In tutto sono 65 i consiglieri regionali delle ultime due legislature finiti nel mirino del pm Marco Cocco. Condannato Adriano Salis, sono ancora alla sbarra Silvestro Ladu, Giommaria Uggias, Carmelo Cachia, Giuseppe Giorico, Sergio Marracini, Salvatore Serra, Tore Amadu, Oscar Cherchi, Renato Lai, Mario Floris, Alberto e Vittorio Randazzo, Giuseppe Atzeri, Beniamino Scarpa, Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Pierangelo Masia, Raffaele Farigu e Peppino Balia. Nell’inchiesta bis sono coinvolti Mario Diana, Sergio Milia, Andrea Biancareddu, Sergio Obinu, Franco Cuccu, Alberto Randazzo, Francesca Barracciu, Antonio Biancu, Mario Bruno, Carmelo Cachia, Antonio Ignazio Calledda, Mariuccia Cocco, Elia Corda, Angelina Corrias, Giuseppe Luigi Cucca, Giuseppe Cuccu, Renato Cugini, Marco Espa, Vincenzo Floris, Alessandro Frau, Gianluigi Gessa, Gavino Giagu, Silvio Lai, Gavino Manca, Siro Marrocu, Salvatore Mattana, Marco Meloni, Giovanni Battista Orrù, Nazareno Pacifico, Stefano Pinna, Giuseppe Pirisi, Chicco Porcu, Francesco Sabatini, Alberto Sanna, Francesco Sanna, Simonetta Sanna, Eliseo Secci, Giacomo Spissu, Giommaria Uggias, Carlo Sanjust, Onorio Petrini, Sisinnio Piras, Giorgio Oppi, Nello Cappai, Giacomo Sanna, Christian Solinas, Efisio Planetta, Roberto Capelli.

Cherchez la femme! Ornella Piredda sorride a tutti mentre entra al Palazzo di giustizia di Cagliari dove, alle 9 di ieri, si è creato un assembramento di supporter della donna le cui rivelazioni nel 2005 hanno dato il via al terremoto giudiziario che ha sconvolto il palazzo della politica sarda.

«È stata appena accettata la mia richiesta di pre pensionamento per inabilità grave», ha spiegato ieri la donna. Conseguenza dello stress e delle vessazioni seguite a una semplice domanda di trasparenza sull’uso del denaro. Normale dunque che 24 ore fa, in occasione della nuova udienza del processo contro diciotto consiglieri, la sua presenza abbia richiamato una notevole attenzione. Per lei applausi da parte dei sostenitori (che indossavano una maglia bianca con stampato il suo volto), cinquanta rose, palloncini bianchi e l’incoraggiamento ad andare avanti: «Siamo tutti Ornella Piredda». Testimone in questa tranche del processo (in cui si è costituita parte civile col legale Andrea Pogliani), per la prima volta entra nell’aula dove presto dovrà fare il resoconto della sua travagliata esperienza. Passata dal gruppo “Insieme per la Sardegna” a quello Misto, aveva scatenato le ritorsioni per aver sollecitato una più puntuale rendicontazione delle spese. Era stata declassata, lo stipendio era diminuito di botto, non aveva più potuto pagare il mutuo e aveva dovuto vendere la casa. «Io so che prima stavo bene. Ora sto male», ha sottolineato. Il pre pensionamento è della scorsa settimana ma avrà modo di tornare spesso nel palazzo del Consiglio: «Ho il conto corrente lì».

COME SORU. Pigliaru in ospedale. Ma sta benissimo: era lì (al Policlinico universitario di Monserrato) nella veste di quasi-presidente, per avere qualche elemento in più sulla sanità sarda, e nello specifico sull’azienda mista di Cagliari. Per un po’ si è mescolato agli utenti in fila all’ufficio ticket (dove più d’uno lo ha riconosciuto e fermato), ha visitato il centro unico di prenotazione, poi ha tenuto un incontro operativo coi manager dell’azienda.

L’ennesima proposta di legge è in campo da tempo. E a presentarla, nel luglio scorso, è stato Roberto Cotti, senatore dell’M5S. Per ora giace in commissione Affari costituzionali ma visto che le elezioni Europee si avvicinano (si dovrebbe votare il 25 maggio) occorre fare in fretta per tentare di modificare la legge e fare in modo che i sardi possano avere una rappresentanza tra i 73 deputati a Strasburgo e Bruxelles.

In Sardegna operano 187 ispettori del lavoro. Nel 2013 la vigilanza si è focalizzata soprattutto sul lavoro nero, «fenomeno in crescita esponenziale», commenta la direttrice. «Sono state ispezionate 7463 aziende e di queste 4450, oltre il 50 per cento, sono risultate irregolari. Sono state verificate le posizioni di quasi 21 mila lavoratori e di questi novemila sono risultati irregolari». Gli ispettori hanno adottato 96 provvedimenti di sospensione, il 30 per cento nel settore dell’edilizia.

 

La spagnola Vueling, quarta compagnia low cost europea, controllata dal gruppo Iag (lo stesso di Iberia e British Airways), rafforza la sua presenza a Cagliari. L’estate scorsa aveva offerto tre collegamenti aerei settimanali diretti tra Cagliari e Barcellona, da giugno li riproporrà (a 39,99 euro) aggiungendo un quarto volo e, in aggiunta, garantirà la rotta dal capoluogo sardo a Firenze, con sei voli settimanali (a 29,99 euro) e prova generale a Pasqua (voli dal 18 al 22 aprile, prezzo 39,99).

 

 

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