Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 8, domenica 23 febbraio 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

sicuro c’è che, con un bottino di 312.982 preferenze e quindi un 42,4 per cento, lo schieramento di centrosinistra che ha sostenuto Francesco Pigliaru incassa il premio di maggioranza (che per legge va appunto a chi prende più del 40 per cento): 36 consiglieri su sessanta. Il centrodestra di Ugo Cappellacci (39,8 per cento ovvero 292.395 voti) dovrà quindi accontentarsi di occupare 24 banchi.

QUANDO SARA’ DEFINITIVO IL NOMINATIVO DEGLI ELETTI? Musi lunghi e tanti dubbi. Non è la descrizione dell’analisi politica del risultato elettorale ma la fotografia del sentimento diffuso tra molti candidati sui numeri scaturiti dalle urne. I conti non tornano e stando ad alcune testimonianze l’interpretazione della volontà dell’elettore ha causato molti problemi. Potrebbero fioccare nelle prossime ore le richieste di riconteggio delle schede. Lo faranno sicuramente Matteo Sanna, candidato nel collegio della Gallura con Fratelli d’Italia, e Sardegna Possibile, coalizione di Michela Murgia che non avrà nemmeno un rappresentante in Consiglio regionale. Per tanti altri c’è l’attesa per la proclamazione degli eletti che dovrebbe arrivare non prima di due settimane.

 

 

Gli uomini ‘de panza’ della formazione di ogni governo sono in ansia: sarò assessore, amico di assessore, in qualche segreteria, amico di qualcuno della segreteria?

Finito il toto-ministri, resta in piedi il toto-assessori. Il lettore si chiederà come avviene. Ci sono alcuni punti fermi – davvero pochi – mentre molte nomination seguono essenzialmente due canali: 1) la candidatura fa parlare di sé, è importante e spesso viene avanzata dagli stessi interessati; 2) la candidatura è lanciata in campo da “avversari” che intendono bruciare un nome facendolo circolare in anticipo.

Alcuni punti fermi si possono mettere. Il presidente della Regione chiede massima competenza per tutti gli assessorati. Alcuni nomi dovrebbero essere sicuri anche se resta da quadrare il cerchio delle caselle: Filippo Spanu, già capo di capo di gabinetto quando Pigliaru era assessore nella giunta Soru, è in predicato per ricoprire lo stesso ruolo a Villa Devoto. Ma Spanu potrebbe essere nominato anche assessore. Un altro nome certo è quello dell’economista Raffaele Paci, indicato per l’assessorato chiave della Programmazione. C’è un dubbio: nella revisione della struttura della Regione, Pigliaru vuole mettere mano anche alla Sfirs e Paci potrebbe esserne il presidente.

Pigliaru intende “mettere la faccia” sulla giunta e quindi ha annunciato che tutte le scelte dovranno rispondere a determinati requisiti: competenze e nessun indagato. Considerato il risultato elettorale, (Pigliaru ha riportato una vittoria personale, il Pd ha ottenuto pochi seggi più dei suoi alleati), la ripartizione che sarà definita nella riunione collegiale dovrebbe prevedere quattro o cinque assessorati per i Democratici, due per Sel, due per il polo sovranista (Rossomori e Partito dei sardi), uno per il Centro Democratico e uno per la Sinistra sarda. Rimanendo nell’ambito universitario, una nomina probabile è quella di Giuseppe Pulina, preside di Agraria a Sassari per l’agricoltura. Ma Pulina è in corsa per diventare Rettore nei prossimi mesi e allora in giunta – non per l’agricoltura ma per la Cultura – potrebbe entrare proprio l’attuale Rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino.

I movimenti politici sardi che hanno conquistato uno scranno in Consiglio regionale non potranno più contare sui rimborsi elettorali. La Camera ha licenziato definitivamente – 312 sì, 141 no e 5 astenuti – la legge di conversione del decreto legge sul finanziamento pubblico ai partiti. L’articolato non prevede nessun fondo per le elezioni regionali sarde, un azzeramento utile a maturare immediati risparmi. Quindi Partito dei Sardi, Irs, La Base, Riformatori, Partito sardo d’azione e Rossomori non riceveranno nemmeno un centesimo dallo Stato.

Gian Piero Scanu parla  con chiarezza. Sulla legge elettorale («presenterò ricorso alla Corte costituzionale»), sul caso Barracciu («femminicidio politico»), sul ruolo del Pd («ora serve rigore assoluto nelle scelte»). Quali potrebbero essere le conseguenze? «In via principale, chiederemo che venga corretta l’interpretazione della legge e che venga eliminato il collegio regionale perché è venuto meno il principio di equità. In via subordinata, chiederemo l’annullamento delle elezioni».

LAMENTAZIONE 1. Non va, l’agricoltura è ferma. O per essere più realisti, indietreggia. Perde posizioni. Non solo parole, numeri alla mano: meno 450 aziende in un anno, Pil in calo del 2%, addetti sotto del 15%. Fonte: la Confederazione Italiana agricoltori. Il reddito negli ultimi 10 anni è sceso del 25%, i consumi nel 2013 sono calati del 4%, 500 aziende hanno chiuso, 90 mila ettari irrigui non sono utilizzati, dei 130 milioni di dotazione finanziaria dell’assessorato regionale all’Agricoltura solo 10 vanno agli investimenti.

LAMENTAZIONE 2. La crisi colpisce ancora. E la vittima prescelta ha il volto dell’edilizia sarda. Con un’economia che arranca (nel 2014 è atteso un Pil a +0,1%) il mondo delle costruzioni ha risentito più di tutti della recessione, registrando una contrazione del valore aggiunto – dal 2008 al 2013 – del 42,6%. Pesante anche il crollo degli investimenti: -40% contro il -30% medio nazionale. Il tutto si abbatte sull’occupazione. E sono dolori: dall’inizio della crisi ad oggi i posti di lavoro persi in Sardegna raggiungono quota 24.100 (-35,9%) contro i 480.000 andati in fumo in Italia (-27,4%). Lo rileva il sesto rapporto sul settore delle costruzioni in Sardegna presentato ieri dall’Ance Sardegna (Associazione nazionale costruttori edili).

LAMENTAZIONE 3. Nel mirino dell’Ance finisce anche l’ambiente. I costruttori sardi si schierano contro l’impugnazione del Governo sulla revisione del “Piano paesaggistico regionale” (Ppr), approvata in via definitiva nell’ultima seduta della Giunta uscente, prima delle elezioni di domenica scorsa. Tra l’altro, l’Ance ha chiesto al nuovo governatore in pectore, Francesco Pigliaru, un confronto sul tema. «Dopo l’ottimo lavoro fatto fra Regione e Mibac», spiega De Pascale «per il nuovo Ppr si dovranno tenere presenti alcune priorità: sarebbe un grave errore fare il piano senza una legge urbanistica chiara per tutti». Secondo De Pascale, in ogni caso, «e fuori da ogni valutazione ideologica, il Ppr del 2006 deve essere aggiornato e modificato, per passare da vincoli genericamente estesi alla individuazione precisa di tutele». Affermazioni «improntate al no a prescindere», o «interferenze esterne senza alcuna conoscenza di norme e della realtà della Sardegna», attacca De Pascale, sono «estremamente dannose».

Nervi tesi in consiglio comunale di Olbia: da un lato, c’è una città intera che pretende risposte immediate per i risarcimenti a favore degli alluvionati e dall’altra, il malumore per risultati delle elezioni regionali (nessun olbiese spedito a Cagliari) che sta iniziando a generare attriti su una maggioranza comunale mai così instabile. Il sindaco Gianni Giovannelli ha annunciato che i parlamentari italiani hanno donato 5 mila euro alla città, per aiutarla a risollevarsi dopo la tragica giornata del 18 novembre. Domanda di un cittadino: «cinquemila euro a testa?», risposta: «No, in tutto». Bordata di fischi prevedibile.

Gavino Sale porterà dentro il Consiglio regionale per la prima volta la bandiera con la scritta “Indipendentzia”. «Per me è la sintesi del percorso che abbiamo fatto in questi dieci anni, non il coronamento ma l’inizio di una nuova fase», commenta subito dopo aver saputo che sarà eletto consigliere, grazie ai resti attribuito ai voti della sua lista, Irs. Uno sbarco storico festeggiato dai militanti del movimento che sono andati a trovarlo La sua elezione – in contemporanea con quella di altri quattro consiglieri sovranisti di Rossomori e Partito dei Sardi – è un fatto storico.

Il dato è sconcertante: la massima assemblea politica regionale ospiterà soltanto quattro donne. Il cinque per cento, una quota degna del più intransigente paese medievale. Potere delle quote rosa mai decollate e di una politica che si ostina a restare lontana dalla società fatta di madri, mogli, sorelle, figlie e soprattutto lavoratrici. Entrano:  Alessandra Zedda , cagliaritana, assessore alla programmazione uscente;  Daniela Forma , di Borore, presidente del Consiglio provinciale di Nuoro;  il sindaco di Guspini Rossella Pinna; l’avvocato Anna Maria Busia.

L’ordine di scuderia è partito sabato notte: «Domattina voglio l’ufficio chiuso, portate via tutto, i risultati li aspettate a casa vostra. E mi raccomando, silenzio, non parlate con i giornalisti». Mauro Pili ha dato le “ultime” disposizioni ai suoi collaboratori ed è scomparso. Poi ha scritto una lunga nota. «Vorrei dirvi: l’urlo della vostra coscienza vale più di qualsiasi vittoria… Abbiamo contrastato, da soli e contro tutti, i nemici veri della Sardegna, quelli di dentro e quelli di fuori. Abbiamo rigettato il bavaglio che volevano imporci, con il silenzio e l’inganno, con l’arma più vile della propaganda. Hanno tentato in ogni modo di fermarci. Non ci sono riusciti… A tutti voi che mi avete e ci avete sostenuto in questa sfida sento il dovere di rivolgere un abbraccio sincero, con il cuore e l’amicizia. Ai candidati, agli alleati, a coloro che hanno reso possibile tutto ciò vorrei dire: niente sarà mai sufficiente per ripagarvi della vostra amicizia e del vostro sostegno. Ci sarà tempo per analizzare i risultati, per decidere come portare avanti la nostra sfida». Il deputato ha preso 42.236 voti, sfiorando il 6%, più delle quattro liste che lo sostenevano (Unidos, Fortza Paris, Mauro Pili presidente e Soberania), che hanno raggiunto quota 37.053 preferenze (5,43%).

«Continueremo a combattere ogni giorno per difendere il nostro Paese». Pier Franco Devias è deluso per l’uno per cento di voti presi dal Fronte Indipendentista Unidu, ma non si arrende: «La nostra non è una lotta per una poltrona e non si esaurisce certo con la scadenza elettorale».

Gigi Sanna non ha nascosto la propria amarezza per il risultato ottenuto. Deluso e arrabbiato, per l’ennesima volta ha accusato la stampa di non avergli dedicato l’attenzione che si sarebbe aspettato, ma di avergli addirittura «riservato un trattamento che non si dà neanche a un cane». Polemiche a parte, il candidato del Movimento Zona Franca, attraverso l’Ansa, ha espresso gli «auguri a Pigliaru», pur convinto che «non cambierà nulla. La Sardegna può cambiare solo con la Zona Franca».

 

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