Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 3, domenica 19 gennaio 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario sardo della settimana.

I  candidati presidenti della Regione sarda nelle elezioni del 16 febbraio prossimo. Gigi Sanna correrà alle Regionali insieme a Ugo Cappellacci (centrodestra), Francesco Pigliaru (centrosinistra), Michela Murgia (Sardegna Possibile), Mauro Pili (Unidos) e Pier Franco Devias (Fronte indipendentista Unidu).

Per ora è una corsa a 6. In attesa del pronunciamento definitivo sui ricorsi presentati dagli esclusi, al momento sono 6 gli aspiranti governatori che parteciperanno alle elezioni del 16 febbbraio. Ieri pomeriggio la Corte d’Appello di Cagliari ha deciso di non accogliere le candidature di Cristina Puddu (l’avvocato che guida gli indipendentisti di Meris) e di Michelangelo Serra (candidato presidente della lista civica Onestà e Progresso, formata da grillini).

In attesa dell’avvio ufficiale della campagna elettorale – domenica 19 mattina alla Fiera di Cagliar – Ugo Cappellacci combatte con gli sfottò su Twitter la sua sfida con Francesco Pigliaru. E lo punzecchia così: “Grande delusione alla fiera, si aspettava topo gigio e si è presentato l’assesSoru”. Come si ricorderà Cappellacci, nei giorni in cui il Pd stava scegliendo il successore di Francesca Barracciu, sempre ironizzando su Twitter, evocò proprio il nome di Topo Gigio come candidato del centrosinistra.

“Cappellacci, come Berlusconi, punta sulle barzellette e sulle battute. Tratta i sardi come se fosse il pubblico di Zelig ma i sardi, quelli che dovevano ritornare a sorridere, oggi piangono e non ne possono più del suo governo cabaret”. Così il segretario del Pd sardo, Silvio Lai.

Un occhio al modello catalano, l’altro sulla Sardegna. In mente lo slogan di sempre: indipendentismo. Michela Murgia, candidata alla presidenza della Regione con Sardegna possibile, tira dritta verso il 16 febbraio. «La gente è stanca di certi politici, non della politica». Il faccia faccia con Anthony Muroni, apre il nuovo appuntamento con Dentro la Notizia, su Videolina La scrittrice ambisce al 25%, i sondaggisti scommettono che raccoglierà anche quelli dei grillini, fuori dalla corsa.

Quattro domande per i candidati alla poltrona di governatore. A formularle è stata l’associazione Gruppo d’intervento giuridico. Prima questione, il risanamento idrogeologico: Deliperi chiede un accordo regionale per azzerare i rischi per le alluvioni. Il secondo interrogativo tratta il nodo del Ppr. Gli ambientalisti vogliono chiarezza sulle iniziative previste per correggerlo o salvaguardarlo. Il terzo punto tocca lo sviluppo selvaggio delle fonti energetiche rinnovabili nell’Isola. Deliperi domanda quali saranno le politiche di tutela da speculazioni nascoste dietro le energie verdi. Infine il capitolo bonifiche. L’associazione vuole conoscere le iniziative.

Gavino Sale ha annunciato la nascita «ufficiale di un indipendentismo democratico e progressista, non più marginale, ma pronto e maturo per assumersi responsabilità». Attenzione: non è comunque un apparentamento con il Pd, ma un’alleanza con Francesco Pigliaru, «che rappresenta un totale cambio di stile e l’emergere di una cultura radicata alla nostra terra ma moderna», e con il resto della coalizione. La campagna è cominciata, «per recuperare la nostra ricchezza, saccheggiata dai poteri forti, per evitare il disastro di altri cinque anni di Cappellacci».

Manca pro s’Indipendentzia è lapidaria: «La sinistra indipendentista sarda prende atto di questa virata opportunista del movimento Irs e chiude i rapporti politici».

Una nuova stagione per il turismo? Secondo  Crisponi: recuperiamo posizioni Il 2013 inverte la rotta: +13% di presenze. Stranieri in ascesa. I segnali incoraggianti, che fanno sperare in una vigorosa ripresa del settore turistico regionale, sembrano esserci tutti. Undici milioni di presenze, registrate nelle strutture ricettive nel 2013, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente, rappresentano un riscontro positivo. Nonostante le problematiche legate alla crisi generale e ai trasporti, l’Isola continua ad attrarre visitatori.

In testa alla classifica dei turisti stranieri (5 milioni di presenze, +20%) ci sono i tedeschi (1.273.000 presenze lo scorso anno), seguiti da francesi (925.000), svizzeri (550.000), inglesi (350.000) e russi (227.000). Per quanto riguarda le presenze italiane, al primo posto c’è la Lombardia, con il suo milione e mezzo di presenze, seguono il Lazio, l’Emilia, il Piemonte e la Toscana. «Negli aeroporti sardi», spiega l’assessore del Turismo, «abbiamo avuto il record di 7.189.600 passeggeri. Sul fronte del trasporto marittimo si è registrata una crescita della Tirrenia pari al 13,8%.

Le Università sono malate di nepotismo. E nella classifica degli Atenei nazionali governati dai baroni la Sardegna brillerebbe di luce propria: preceduti da Bari (Libera Università Mediterranea “Jean Monnet”) si piazzano nell’ordine Sassari e Cagliari. All’Università di Cagliari chiariscono che «autorevoli osservatori, già due anni fa, hanno fatto notare che la sola ricorrenza dei cognomi non è di per sé un criterio oggettivo, specie in un’isola come la nostra, in cui i cognomi sono spesso gli stessi senza che questo dimostri parentela o consanguineità».

C’è anche la norma per la riscossione delle accise sui carburanti Ci sono volute poco più di due ore di dibattito e per i tempi del Consiglio è un record. Giovedì scorso l’aula ha dato il via libera alla legge finanziaria 2014 (presenti 54, votanti 52, sì 37, no 15, 2 astenuti), al bilancio (presenti 54, votanti 51, sì 36, no 15, 3 astenuti) e al bilancio interno del Consiglio (presenti 55, votanti 55, sì 54). Una manovra da 7 miliardi 498 milioni: il limite di spesa fissato dal patto di stabilità è di 2 miliardi 410 miliardi, 100 in meno dell’anno scorso. In questa cifra sono garantite le spese obbligatorie, tra cui gli stipendi al personale. Fuori da questo range, solo per la Sanità sono previsti 2 miliardi 900 milioni. Per le Università 22 milioni. Confermato il fondo unico per gli enti locali: 510 milioni ai Comuni, 68,5 alle Province.

I ministri dei Trasporti Lupi e degli Esteri Bonino confermano: a Gioia Tauro l’arsenale di Assad «passerà da nave a nave» con 60 container, «appositi rotabili» e «senza lo stoccaggio a terra». La Bonino precisa che sulla scelta del porto è stato consultato anche l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale. È programmata all’inizio di febbraio mentre la distruzione è prevista nei due mesi successivi.

Secondo Roberto Cotti, senatore di Cinque Stelle, La Maddalena e Cagliari non sono mai state prese in considerazione (lo avrebbero detto gli stessi Lupi e Bonino), probabile quindi che «diversi politici isolani abbiano avallato una ipotesi priva di fondamento al solo scopo di prendersi poi i meriti di un fantomatico scongiuramento del rischio». Sta pensando a Cappellacci?

 

In Finanziaria 40 milioni destinati a infrastrutture cantierabili subito, 5 per la lotta agli incendi e 8 per la continuità territoriale via mare, con l’estensione a tutti i residenti in Sardegna delle tariffe agevolate per il trasporto nelle isole di La Maddalena, San Pietro e l’Asinara. Stanziati 3 milioni per il Cinema, 6 per lo Sport.

Fuori Lombardo e Soru. Lascia anche Contu, in Aula dal 1961.  basta a 42 anni dopo vent’anni e quattro legislature. E, quindi: Gianvalerio Sanna , Giacomo Sanna , Nicolò Rassu, Franco Meloni , Rosanna Floris Paolo Maninchedda , Salvatore Amadu, Sergio Milia, Adriano Salis (Idv), Carlo Sanjust, Sisinnio Piras e  Mario Diana.

«Il mio programma si intitola “Schiena dritta, testa alta contro i poteri forti nazionali”, e spiegherà come in sei mesi rimetteremo in marcia la Sardegna. Schiena dritta contro l’Eni, che non fa le bonifiche, Alitalia, Tirrenia, Enel, Equitalia e banche. Dimostrerò come una classe dirigente con la schiena dritta può far recuperare alla nostra Isola investimenti per dieci miliardi di euro, creando veri posti di lavoro». Mauro Pili dixit.

«Continuo a lavorare per la Repubblica di Sardegna», assicura Franciscu Sedda, il filosofo-semiologo che con Paolo Maninchedda ha fondato la nuova formazione, «l’accordo coi partiti italiani serve a questo». Qual è il senso di un’alleanza simile? «Nella società sarda c’è un grande spostamento, in parte carsico, verso i temi della sovranità e dell’indipendenza. Non vogliamo tenere sotto il materasso questo patrimonio di consenso crescente, ma investirlo in responsabilità di governo».

 

 

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