Il Sardex tra baratto e social card aiuterà diecimila disoccupati

da La Nuova Sardegna, 26/03/2013

 

Il Sardex tra baratto e social card aiuterà diecimila disoccupati

 

 

L’idea di “dare ristoro” ai disoc­cupati con una moneta virtua­le, il Sardex, quando è saltata fuori da una delle riunioni di giunta per la finanziaria, ha fat­to sorridere molti e scatenato i commenti sarcastici dell’oppo­sizione. Così ieri, Ugo Cappe­llacci, per spiegare meglio gli ef­fetti della social card di casa no­stra, a Villa Devoto si è fatto af­fiancare da chi quel soldo com­plementare all’euro l’ha inventato alla fìne del 2009 per poi portarlo al successo dopo appe­na un anno. Fra video, cartelle stampa, risposte a braccio e spiegazioni post conferenza stampa, sono stati il presidente della »Sardex.net Gabriele Lit­tera, 28 anni, studi di marketìng e comunicazione, e l’ammini­stratore delegato della società­ Roberto Spano, cinquantenne e consulente finanziario, a dire che «il circuito può essere sinte­tizzato così: è un ritorno al ba­ratto».

Perché le mille aziende iscrit­te nell’isola non fanno altro che scambiarsi fra loro beni e servizi, in un dare avere continuo do­ve non circolano contanti, ma crediti: i Sardex, appunto. Ed è un’iniziativa che ha trionfato, dicono, non solo in Sardegna. dove gli scambi hanno genera­to finora ben 60 milioni in volu­me d’affari, ma è stata esporta­to in Sicilia e Piemonte ed è allo studio in altre tre regioni; Mar­che, Liguria e Molise.

Ma se lo scambio fra imprese è chiaro, “tu dai un bene a me e io a conclusione della catena te lo restituirò con un altro servi­zio prodotto dalla mia impre­sa», è difficile capire come i Sar­dex potranno salvare dalla di­sperazione i 10 mila disoccupa­ti – fra i 25·35 anni – che presto saranno selezionati per l’esperi­mento fra i 23 mila dichiarati dall’lstat in Sardegna. Cioè: co­sa può offrire un senza lavoro alle aziende se non ha nulla? Ec­co quello che avverrà: la Regio­ne costituirà un fondo di 20 mi­lioni l’anno per tre anni e con quel fondo, attraverso bandi pubblici, comprerà beni o servi­zi appetibili per le aziende del circuito, oppure, in futuro, sem­pre attraverso lo stesso fondo permetterà alle imprese di pa­gare alcuni tributi o le cartelle di Abbanoa sempre in Sardex. Di fatto, con quei 20 milioni la Regione  – che sarà il primo ente pubblico a entrare nel sistema degli scambi – acquisirà un monte crediti.  Crediti o soldi complementari che saranno su­bito girati ai disoccupati intesta­tari della card. L’accredito sarà sulla tessera sanitaria ed è stato già ribattezzato reddito di co­munità. L’importo massimo avrà un valore pari a 500 euro al mese e sarà a tempo: il bonus durerà massimo otto-dieci me­sì e poi ruoterà fra gli altri 13 mi­la disoccupati. A quel punto, il prescelto potrà spendere i suoi Sardex, avuti dalla Regione. fra gli affiliati al circuito e comprare, ad esempio, abbigliamento, oppure fare la spesa nei super­mercati convenzionati, o per­ché no pagare in virtual l’ottu­razione dal dentista, oppure i li­bri di scuola.

“Con le nostre oltre mille aziende – ha detto Gabriele Lit­tera – possiamo soddisfare dav­vero molte esigenze fino alle più disparate. Dipenderà molto dal paniere dì beni o servizi ac­quistabili che decideremo insie­me alla Regione, o meglio ancora con l’Agenzia regionale dell’Entrate che sarà il nostro primo referente».

Anche se l’elenco delle imprese assodate è per ora cono­sciuto solo agli iscritti: perché? “È una scelta di riservatezza, ma presto, oltre che con una te­lefonata al nostro call-center, sarà possibile individuarli attraverso vetrofanies.    C’è dell ‘altro: in cambio delle Sardex-card, i disoccupati dovranno garanti­re un contributo minimo di ser­vizi ai comuni dove risiedono: “ Saranno le amministrazioni a decidere dove impiegarli”, ha detto Cappellacci prima di spie­gare il motivo per cui non ha scelto una più semplice social card alla Berlusconì: “Quella era beneficenza. noi cosi dare­mo una scossa al mercato”. Con il presidente di Sardex che per replicare agli ultìml scettici. ha detto: «In Svizzera un siste­ma simile va che è una meravi­glia dal 1934. In Belgio hanno  un circuito analogo dagli anni Novanta e oggi è utilizzato da oltre centomila consumatori. Poi ci siamo noi, che di recente siamo stati premiati fra le venti idee destinate a cambiare la vi­ta degli italiani ». Anche di quelli disoccupati? (ua)

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