Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno I, n° 06, domenica 18 marzo 2012

Editoriale: A  SA  GHERRA,  BISONZAT  A  LA  GHERRARE …., di Salvatore Cubeddu

IN CUSTA CHIDA:  rassegna stampa della settimana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A  SA  GHERRA,  BISONZAT  A  LA  GHERRARE ….

di Salvatore Cubeddu

 

I due telegiornali privati hanno messo la notizia in terza e in seconda fila. Ed era il primo giorno della riunione degli “stati generali del Popolo Sardo”. Il giorno dopo, alle ore 12,50, 17 marzo, si sente nell’aula: “Ma come può questo Consiglio regionale pensare di offrire speranza alla nostra gente?”. E’ uno sconsolato ‘riformatore’, che fa il punto sulle assenze dei consiglieri della maggioranza e del loro silenzio in aula. Il morale è sotto i tacchi. Un intervenuto ironizzava: ‘siamo gli stati dei ‘sottufficiali’ del Popolo sardo!”. Il centrosinistra ha avuto giuoco facile a crocifiggere un centrodestra irresponsabile, a negare il documento unitario, a chiedere a Cappellacci di ritirarsi dalla guida della battaglia e, persino, a offrire le sue dimissioni dall’esercito. Ed ora, dovrebbe iniziare la battaglia contro lo Stato? …

Purtroppo, ad essere pessimisti, in Sardegna si ha (quasi sempre) ragione. Però è un lusso che non possiamo permetterci. Bisognerà trovare un rimedio. Il bilancio della Regione comprende i crediti verso lo Stato, praticamente senza di essi si va in default. Una quota delle imprese è assediata da Equitalia. Nelle zone industriali si continua a chiudere, oppure si preparano futuri devastanti, come  in tanti prevedono con la Matrica di Porto Torres. Se non smette il vento dell’est, i guai della siccità  si aggiungeranno agli altri dell’agricoltura. Est s’annu doighi (il 1812 fu l’anno della fame)!  Questa sessione del Consiglio regionale allargato confermerà tra i consiglieri regionali che la società civile non è poi tanto migliore della politica, cioè di loro stessi. Ma già  da subito nasce tra i cittadini, soprattutto tra le migliaia che in questi mesi si sono mobilitati e si mobiliteranno, il problema di cosa succederà ora. Siamo di fronte a una guerra inevitabile e la maggioranza dei sardi ha scelto tre anni fa di farsi guidare dagli uomini che hanno preferito il berlusconismo al sorismo. La Sardegna l’ha pagata cara e quelli sono stati addirittura assenti dall’aula dove si discuteva con angoscia il futuro di un popolo alla fame. Si capiscono così i patemi del centrosinistra e le prese di distanza da Cappellacci. Eppure tutti gli interrogativi rimangono: ci sono alternative a questa battaglia? Qualcuno si illude che lo Stato sia ‘avvicinabile’ senza una nostra azione? Che sia disponibile a concederci qualcosa che non siano le briciole? E’ già successo: si tenterà di portare i nostri dirigenti dalla parte dei suoi interessi. Magari corrompendo o intimidendo chi dovrebbe guidarci.

Anche per il centrosinistra questa situazione non è facile. Il presidente della Regione è istituzionalmente il capo, ma non ha un esercito, né in questi mesi si è accreditato nella qualità di comandante. La Sardegna ha bisogno del centrosinistra in formazione di battaglia. Esso non può che conquistarsi i gradi, già ora, sul campo. Ma in non pochi dubitano che esso stesso mantenga la voglia e la capacità di combattere. Bisogna essere chiari: una vittoria, o almeno una non sconfitta, in questa guerra, sarà la condizione del suo tornare al governo della Regione. Certo, potrà lottare insieme ai sindacati, che saranno sempre tentati di sostituirsi ai politici. Ma ora sono essi stessi assediati da figure sociali e moltitudini diffidenti verso una loro egemonia. E poi non è sicuro che il ‘tavolo’ presso il governo, dove sedersi con la giunta regionale, renderà loro più facile il raggiungimento degli obiettivi per i quali ha indetto con successo i quattro scioperi generali. Quindi, chi guiderà la vertenza: i politici oppure i sindacati? I sindacati con i politici? Non è una domanda retorica dopo i precedenti dell’autunno del 2005.

E se pure il centrosinistra e i sindacati – più combattivi, ma influenzabili ‘dall’Italia’, analogamente al centrodestra (e, per certi versi, anche di più) – fanno la mielina, o fanno  solo finta di lottare, che si fa?

Ragazzi, si fa lo stesso!   Cosa?

Pensiamoci. Parliamone. Qualche idea c’è, veniamo da decenni di lotte e qualcosa lo si è pure imparato. Sentiamo ciò che si dice in giro e ri-parliamone. Ce n’est ch’un debut…

 

P. S. Non fa piacere vedere dei ‘fazzolaos’ (a viso coperto) parlare in televisione mentre sono quasi a contatto con i 150 mila wolt. Non piace neanche constatare che i disperati dell’Alcoa rifuggono dal pericolo solo perché il vescovo li richiama. Ma era questo che succedeva mentre nel palazzo di via Roma si intristivano, elencando problemi invece di concordare una credibile risposta fatta di obiettivi, di coordinamento delle iniziative, di reciproca fiducia. La nostra gente, invece,  non è (ancora) arresa. Chi ha il tempo e il modo, e il dovere, di organizzare un percorso di risoluzione deve proporlo e perseguirlo. Come?

Esistono già delle proposte, di soluzione e di battaglia. Alcune sentite nel corso della riunione del Consiglio, di tipo istituzionale e sociale, praticabili da subito A presto.

 

 

 

Sa Chida Passada per il numero 11-2012

 

Il nuovo sciopero generale proclamato da Cgil Cisl e Uil mette sotto accusa i tre anni esatti di presidenza di Ugo Cappellacci ma è anche un forte richiamo al governo Monti: «La Sardegna non può attendere le risposte alla crisi». Negli ultimi tre anni l’industria in senso stretto ha perso 10 mila posti di lavoro, altri 20 mila li ha persi l’edilizia, il tasso di occupazione è sotto il 50 per cento, sono 100 mila i sardi che utilizzano la varietà degli ammortizzatori sociali. Non c’è settore che non sia colpito dalla crisi.

In 20mila con una sola richiesta: lavoro. Ventimila persone sfilano nel centro di Cagliari e i metalmeccanici si fermano ancora una volta davanti alla sede del Consiglio regionale, battendo i caschi a terra, quasi a dare la sveglia alla politica silente. Il corteo è lo specchio delle aziende in crisi, un mosaico di malessere, cassintegrazione, rabbia per quello che non è stato. Si rinnova il consenso straordinario al grido di rabbia dei lavoratori e si rafforza la necessità di elaborare una strategia per lo sviluppo.


Gli Stati Generali contro la crisi.
Intorno alla crisi economica e sociale la Sardegna cerca una nuova unità di intenti con la riunione degli Stati Generali (Consiglio regionale, presidenti di Provincia, sindaci, parlamentari, forze sociali del mondo del lavoro, dell’impresa e della cultura) per rafforzare la richiesta già avanzata al governo Monti: l’apertura non di «tavoli tecnici» ma di un vero confronto politico sulle grandi vertenze che penalizzano l’isola.

Svolta Pdl, Alfano da Cappellacci . Dopo lo scontro frontale dell’estate scorsa, quella dell’autosospensione, sboccia il feeling tra Ugo Cappellacci e Angelino Alfano. Il governatore – ufficialmente ancora senza tessera – ha invitato il segretario nazionale a Villa Devoto. Nel programma – per non ammettere che un partito occupa una sede istituzionale – c’è un incontro con gli operai Alcoa.

Export, la Sardegna non cresce. La Sardegna aumenta la dipendenza dall’estero. Il saldo della bilancia commerciale del 2011 è infatti negativo e ammonta a quasi 5 miliardi di euro, un valore quasi doppio rispetto al 2010 e due volte quello del 2009. A sottolinearlo è stato il Centro Studi dell’Unione Sarda per cui il fenomeno «è in larga parte dipeso dall’aumento del prezzo del barile e dal peggioramento del rapporto euro/dollaro». Cagliari si conferma la provincia con la quota maggiore di export: 91,8% del totale regionale. Il 90% del totale dell’export provinciale arriva dai petroliferi raffinati.

 

Tutti contro Equitalia. È partita da Carbonia (con tappa a Portoscuso) la mobilitazione promossa dal leader di Unidos, Mauro Pili, per la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare finalizzata a fermare Equitalia. – I numeri parlano chiaro. Ci sono 5565 imprese sotto scacco di Equitalia, con 365 milioni di debiti. E poi si contano 195 imprese fallite con debiti per 121 milioni di euro. Sono dati che che fotografano una situazione che rischia, per il Sulcis Iglesiente di essere irreversibile.

 

«Le basi affossano l’economia» Teulada è l’unico paese costiero della Sardegna che dal 1950 a oggi ha perso circa tremila abitanti. E dove un giovane su tre è disoccupato. Lo dimostra uno studio pubblicato, Servitù militari in Sardegna” (edizioni La Collina), da due ex sacerdoti, Guido Floris e Angelo Zedda, che tracciano un parallelo tra quando è accaduto nel Basso Sulcis e ciò che si è verificato nello stesso arco di tempo in una realtà che sessant’anni fa era analoga, quella di Villasimius

 

Servitù militari, sbloccati gli indennizzi ai Comuni. Sono stati accreditati alla Regione i dodici milioni e 793 mila euro erogati dal ministero della Difesa e destinati, a titolo di indennizzo, ai Comuni gravati da servitù militari.

 

Utili d’oro? Il segreto nel risparmio dei sardi. Il Banco di Sardegna è in controtendenza, con un bilancio d’oro, nell’anno orribile 2011, in cui tutti gli istituti sono in crisi di liquidità. L’utile netto è volato a 29,1 milioni di euro. Il segreto del Banco, può sembrare ovvio, ma sta nella sua forte presenza sull’isola: la rete di sportelli che non ha uguali e che continua a portare una raccolta di notevole interesse. Al di là dei bilanci più o meno floridi le organizzazioni imprenditoriali si lamentano del credito concesso col contagocce. «Il credito alle imprese», ha affermato il direttore della Confartigianato, Filippo Spanu, «resta l’anello debole dello sviluppo».

 

Banco di Sardegna via dalla Penisola. Niente numeri, ma tante rassicurazioni sul futuro delle due banche sarde. Anche se da Modena, sede della direzione generale della Bper, un duro colpo per l’orgoglio e la specificità del credito sardo è stato comunque annunciato: il Banco di Sardegna è destinato a scomparire dalla penisola entro il 2013, per diventare un istituto di credito solo sardo.

 

Alcoa, spunta un quarto pretendente. C’è una quarta manifestazione di interesse per la fabbrica dell’Alcoa: sono stati gli stessi vertici della multinazionale americana, ieri in visita a Portovesme, a comunicarlo alle organizzazioni sindacali. Oltre a Glencore, Klesh e Aleus Beteilungen Gmh, una quarta società ha quindi firmato il patto di riservatezza con l’Alcoa potendo così accedere alla data-room per acquisire l’insieme di dati e documentazioni che certificano la situazione dello stabilimento di Portovesme.

 

Shardna è in liquidazione. La società, nata nel 2001 e indicata come fiore all’occhiello della ricerca, è in liquidazione e rischia la chiusura. Shardna ha realizzato un nuovo modello di studio per l’identicazione delle cause di alcune malattie comuni nell’uomo: un patrimonio di conoscenze genealogiche di circa 15 mila persone residenti in Ogliastra.

La sfida all’estero delle imprese sarde: bandi per 4 milioni. Entro questo mese uscirà un primo bando che prevede voucher da 2 ai 10 mila euro (fino a un massimo di 10 mila euro a impresa). L’obiettivo è agevolare le imprese nell’aspetto promozionale e di aggregazione, strumento indispensabile per superare gli ostacoli strutturali delle aziende sarde.

 

“Promuovidea”: nei prossimi mesi 148 giovani sardi si misureranno col mercato locale e nazionale in un’avventura imprenditoriale resa possibile da “Promuovidea”, un bando regionale per promuovere la cultura d’impresa. Si sono mossi in 1039 per partecipare al bando.

 

Master & Back, cinque milioni ancora congelati. È passato quasi un anno da quando i borsisti del Master and Back hanno ricevuto la bella notizia: 5 milioni di euro nelle casse della Regione destinati alle loro idee imprenditoriali. Peccato che il bando previsto per settembre prima e per dicembre poi, non sia ancora uscito.

 

Il miracolo delle fabbrica che trasforma in oro le scatolette di tonno. Nel deserto post industriale di una Sardegna sempre più depressa c’è una fabbrica che macina record. 220 operai, investimenti per 20 milioni di euro, bilanci sani e un futuro tutto d’oro. L’As do Mar continua a crescere. Nuota controcorrente nel mercato fatto di cassa integrazione e licenziamenti. La ricetta miracolosa è nella visionaria scommessa di un imprenditore coraggioso. Vito Gulli è l’amministratore delegato della As Do Mar, il signore dei tonni in scatola. L’uomo che ha fatto una puntata folle, in cui nessuno credeva. Ha rilevato i resti di una fabbrica decotta, smontata, fragile come un grissino, la ex Palmera, e ha creato un centro di produzione modello.

50 anni fa nacque la Costa Smeralda. 14 marzo 1962, con la firma dell’atto costitutivo del Consorzio, nasceva la Costa Smeralda. L’idea era la creazione di un paradiso esotico per pochi a due ore di aereo da Londra e le origini della sua storia, legate alla tutela dell’ambiente e alla cura architettonica, sembrano quasi mitologiche. La Gallura cambiò, la Sardegna anche. I figli dei pastori andarono a studiare, altri trovarono lavoro nel Consorzio, altri ancora si inventarono imprenditori turistici. Olbia e Arzachena esplosero demograficamente. La Costa Smeralda generò nuovi bisogni, accelerando quelli nati sull’onda del boom economico nazionale. Ma fermò in parte l’emigrazione dei sardi. L’occupazione divenne solida, ben retribuita, anche tutelata sindacalmente. Nuove professioni si affermarono. Quel sistema, nel bene e nel male, 50 anni dopo è ancora vivo

Marina Berlusconi recinta Costa Turchese. , Marina Berlusconi chiude con reti e cancelli gli oltre 350 ettari a sud di Olbia e davanti a Tavolara su cui sarebbe dovuta sorgere Costa Turchese, il grande insediamento turistico visto come la risposta berlusconiana alla Costa Smeralda dell’Aga Khan. Un megaprogetto di ville e villette che non ha mai visto la luce per i vincoli ambientali della Regione. E per questo motivo Capo Ceraso ha continuato negli anni a essere la patria di chi non ama ombrelloni, lettini e pedalò, ma sceglie la vacanza selvaggia

Crollano edilizia e turismo ora in Gallura esplode l’emergenza occupazione. La ricca terra del lavoro si è trasformata in una piantagione di disperazione, in un cimitero di imprese che neanche la cassa integrazione riesce a far sopravvivere. La Gallura si scopre debole, locomotiva spenta. Azzerata dalla crisi, con le aziende aggrappate alla cassa integrazione in deroga cresciuta in un anno del 64 per cento. La proposta arriva anche dal segretario della Cna Massimo Bonacossa. «È indispensabile dare facilità di accesso al credito alle imprese – afferma -. Questo la politica lo potrebbe fare. La Provincia potrebbe istituire un fondo di garanzia da 100 mila euro da utilizzare come fido per le piccole imprese. Potrebbe coprire fino a 2 milioni di euro. Un’idea da realizzare con pochi mezzi».

 

Ferme 200 richieste per costruire nell’agro . I galluresi riscoprono la zappa. Sarà l’effetto della crisi, ma c’è un popolo di infaticabili agricoltori che non smette di crescere. Almeno a vedere le domande ferme in Comune, oltre 200, in cui si chiede di poter migliorare il terreno che si possiede in campagna. Sì certo, c’è anche una casetta da costruire sull’ettaro di terreno, ma questi sono dettagli. Effetti del piano casa, che dà la possibilità a chi ha mille metri di terra in campagna di costruire una casa colonica. Il boom di richieste è legato al piano casa.

 

Ottimismo per la liberazione di Rossella Urru. La notizia della liberazione del poliziotto mauritano Ould al-Mukhtar, rilasciato venerdì sera da una banda di al-Qaeda maghrebino, fa sperare sul buon fine delle trattative anche per Rossella Urru e i due cooperanti spagnoli. Tutte le fonti concordano che ora è solo una questione di soldi e di tempo.

 

Comune di Quartucciu:  Cappellacci nomina il commissario. Il commissario nominato dalla regione governerà il Comune sino alle prossime elezioni,  previste con ogni probabilità nella prossima primavera. Intanto l’ex sindaco Carlo Murru parla delle azioni denigratorie di ignoti in merito al sequestro da parte della Procura di alcuni documenti riguardanti le opere realizzate in via Tortolì e nella lottizzazione la Freccia verde.

 

«La melassa della politica isolana vuole affossare l’Election day» «La melassa della politica regionale farà tutto il possibile per evitare che i sardi votino contemporaneamente per le elezioni amministrative e per i referendum». Lo sostiene il Movimento referendario che, all’indomani dell’emanazione di un decreto del presidente della Regione che fissa la data del referendum al 6 maggio, stesso giorno della amministrative fissate dal Governo, teme che il Consiglio regionale non voglia approvare la leggina che autorizza l’accorpamento delle due consultazioni.

 

Al voto i cittadini di cinque centri. Sono cinque i centri ogliastrini (su un totale di 23) che saranno chiamati al voto per le amministrative in piena primavera: si tratta di Barisardo, Lanusei, Perdasdefogu, Osini e Girasole. Sarà un test significativo per valutare la reale tenuta delle coalizioni e delle singole forze politiche.

 

Doppia stangata: i Comuni aumentano le aliquote Imu. Il salasso dell’Imu arriverà a giugno e allora ci si renderà veramente conto dell’impatto della manovra Monti sulle tasche degli italiani. Le avvisaglie però ci sono già e non sono rassicuranti. I Comuni iniziano a fare i calcoli in vista dell’approvazione dei prossimi bilanci preventivi: il risultato è più pesante di quanto ci si aspettasse. Gli enti locali saranno costretti ad aumentare le aliquote base fissate dal Governo se vorranno far quadrare i conti. Il 50 per cento di quanto si incasserà prenderà il volo, destinazione Roma, con lo scopo di abbattere il debito pubblico italiano, un mostro da 1.900 miliardi di euro che ipoteca il futuro e condiziona pesantemente il presente degli italiani.

 

Giustizia, la ricetta di un pm sassarese. La giustizia penale in Italia: un processo da sbloccare. La lezione americana» (edizioni Cedam). In 124 pagine, il pm sassarese Antonello Mura, pone il dibattimento all’italiana davanti al suo specchio, il modello Usa dal quale è stato mutuato. Tutto questo in un momento in cui il dibattito sulla Giustizia – dalla prescrizione per Berlusconi al reato di concorso esterno in associazione mafiosa contestato a Dell’Utri – sembra ambire a una riforma radicale

 

Rete telematica, Fastweb ricorre contro l’aggiudicazione a Tiscali. Non c’è appalto senza ricorso. E quello bandito il 27 maggio del 2011 dalla Ragione, assessorato Affari generali, per la realizzazione della rete telematica, non fa eccezione. Aggiudicata per 5.445.404 euro (un notevole ribasso rispetto alla base d’asta di 9 milioni) a un (Rti) Raggruppamento temporaneo di imprese composto da Tiscali, Sirti e Tecnit, la gara è stata impugnata dai terzi classificati, un’altra cordata composta da Fastweb e da due società cagliaritane, la Netcom, rappresentata da Marco Lai, e la Faticoni rappresentata da Roberto Faticoni.

 

«I fumi d’acciaieria smaltiti a pochi euro» Un bel risparmio, non c’è che dire: per smaltire i fumi d’acciaieria la Portovesme srl avrebbe dovuto spendere da 400 a mille euro al metro cubo, spedendoli clandestinamente alla discarica di Settimo San Pietro bastavano cinque euro. Secondo l’accusa i fumi d’acciaieria prelevati alla Portovesme srl sono finiti in una discarica di Settimo, diecimila tonnellate di scorie pericolosissime per la salute, una miscela di arsenico, piombo, zinco, cadmio, rame, nichel, fosfati e fluoruri. Poi le scorie, una quantità che corrisponde al carico di settecento autoarticolati come quelli che ogni giorno fanno la spola tra il porto di Cagliari, lo stabilimento sulcitano e il sito di smaltimento di Genna Luas, sono state lavorate con materiali usati per costruire sottofondi di strade e aree di sosta. E’ accaduto tra il 2005 e il 2007, a scoprirlo sono stati i carabinieri del Noe grazie a una segnalazione fondata.

 

Torna la Genova-Olbia-Arbatax. Riprende prima delle festività pasquali (la data esatta non è stata comunicata dalla società) il collegamento marittimo operato da Tirrenia sulla linea Genova-Olbia-Arbatax. La tratta era stata sospesa tra la fine di gennaio e i primi di febbraio di quest’anno per consentire sul traghetto Clodia i programmati lavori di adeguamento alle normative di sicurezza.

 

La Flotta Sarda prende tempo sugli sconti. I segnali non sono buoni: sarà un’altra estate grigia per i trasporti marittimi da e per la Sardegna. Purtroppo sarà così perché c’è ancora troppa confusione sul caso Tirrenia (entro giugno sarà davvero privatizzata, oppure no?) e non si sa neanche come nei prossimi mesi si muoveranno gli armatori, anche se sembra abbiano finalmente abbandonato la follia di un anno fa, l’assurdo caro-traghetti che nel 2011 ha allontanato i turisti della Sardegna. Come se non bastasse, persino la Flotta Sarda si è presa qualche settimana di tempo per calibrare meglio le strategie sulle rotte coperte anche dalla concorrenza

 

Voli bisettimanali con l’Armenia Si accorciano le distanze tra l’Armenia e la sua capitale Yerevan e la Sardegna. Da aprile è previsto un volo bisettimanale di Meridiana Fly-Air Italy che parte da Cagliari, fa scalo a Roma e in tre ore raggiunge la capitale della regione nel cuore del Caucaso, sulle alture che circondano il Monte Biblico dove si dice fu ritrovata l’Arca di Noè.

 

 

 

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