A Quartu S. E. La città multietnica, stranieri raddoppiati negli ultimi 10 anni, di Federica Lai

Rappresentano il 3,3 per cento della popolazione, in continua crescita negli ultimi anni, con Senegal, Ucraina e Romania in testa e sempre più stranieri che scelgono la terza città della Sardegna per stabilirsi: chi con un lavoro sicuro – operai e badanti quelli più diffusi – altri alla ricerca di un impiego fisso, altri ancora studiano.

Lo dicono i numeri Istat aggiornati al 2022, che fotografano Quartu come una città multietnica: 2.274 residenti arrivati da fuori i confini della Penisola, 73 in più rispetto all’anno prima. Un aumento di quasi mille stranieri diventati quartesi a tutti gli effetti – 980 per la precisione – negli ultimi dieci anni.

La maggior parte sono uomini, 1.230 in tutto, provenienti in primis da Senegal, Nigeria, Marocco, Pakistan, Germania, Mali, Bangladesh e Gambia. Mille e quarantaquattro le donne straniere: Ucraina, Romania e Cina le località d’origine più numerose, seguite da Senegal, Nigeria, Polonia e Russia.

Con un’età media più bassa rispetto al resto della popolazione quartese: il 12 per cento ha fra i 40 e i 44 anni, l’11,3 fra i 35 e i 39 anni, mentre la fascia dai 45 ai 49 rappresenta l’11 per cento degli stranieri che vivono in città. Pochi gli ultra ottantenni, lo 0,5 per cento, mentre i bambini sotto i 10 anni sfiorano il 6 per cento. Una fascia di popolazione in crescita, con nuovi servizi e iniziative di integrazione messi in campo dal Comune. Come il laboratorio sartoriale – “Cucire l’accoglienza” – dedicato alle donne migranti e in partenza oggi, finanziato dal Comune e organizzato con la collaborazione dell’associazione La Matrioska.

Un’occasione di riscatto e occupazione, ma anche di socializzazione, inclusione e valorizzazione delle tante donne straniere che vivono in città e non hanno un lavoro, con l’obiettivo di stimolare impegno e autoimprenditorialità. L’associazione, che dispone di un laboratorio sartoriale attrezzato per lo svolgimento della formazione sartoriale in via Sant’Antonio, metterà a disposizione anche l’occorrente per il cucito. Durante le sessanta ore di formazione le migranti iscritte apprenderanno le basi del taglio e della confezione di capi d’abbigliamento femminili, e a fine corso sono già in programma esposizioni e sfilate per promuovere i lavori realizzati durante le ore di laboratorio.

L’assessore «Il progetto promosso dall’associazione La Matrioska ha particolarmente rilievo per la sua duplice valenza: inclusiva e formativa», commenta l’assessore ai Servizi sociali Marco Camboni. «Le donne migranti hanno infatti la possibilità di imparare un mestiere, e quindi di apprendere le tecniche e i segreti della professione di sarta. Si tratta di un’occupazione antica, ma in realtà ancora molto utile», aggiunge Camboni. «Spesso si tratta di piccoli lavori ma comunque con un’importante ricaduta economica, soprattutto se si considera il periodo di crisi che stanno affrontando tanti cittadini», conclude l’esponente della Giunta

L’iniziativa si somma allo sportello aperto lo scorso novembre nella sede comunale di via Cilea, lì dove i cittadini stranieri possono avere informazioni sui temi normativi, sui diritti, sui servizi presenti in città. Sino al supporto per il disbrigo delle pratiche come l’ottenimento di documenti e la compilazione della modulistica.

L’Unione Sarda, 31 GENNAIO 2023

 

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