OGGI: laurea a Luigi Lai e alle sue launeddas da parte dell’ Alma Mater di Bologna, la più antica (1088) del mondo, di Roberto Ripa

N.d.R. Ci complimentiamo con Luigi Lai e Paolo Fresu, ma … A quando, da parte delle università sarde? Si ricordi che, negli ultimi vent’anni, è stata chiusa dagli universitari cagliaritani la Scuola Speriore di Studi Sardi. Eppure le Università in Sardegna (sarde?) prendono tanti (quanti?) soldi dalla Regione sarda.

Luigi Lai, per noi sardi, ha la stessa età delle launeddas. Non si parla di numeri dell’anagrafe, evidentemente, ma di qualcosa di genetico e profondo: è l’età di un popolo e di una nobile tradizione. E proprio per questo, per come il maestro oggi 90enne originario di San Vito, abbia custodito, amato e salvato questo strumento straordinario della tradizione musicale sarda, l’Università di Bologna conferirà «al più grande suonatore di launeddas di tutti i tempi» la Laurea ad honorem e a lui dedicherà un concerto di Paolo Fresu.

Il maestro «Sono strafelice e davvero molto emozionato, è un riconoscimento a tutta la mia vita dedicata alla musica, e soprattutto è una laurea che va a questo strumento meraviglioso».

Novant’anni (festeggiati lo scorso 25 luglio) di cui 82 trascorsi con quelle canne sonore dalle origini antichissime (qualcuno ipotizza 3000 anni) e difficilissime da suonare. Perché quel suono ancestrale che rimanda alle origini di una terra si ottiene grazie a una complessa tecnica della respirazione definita circolare o continua che non interrompe il flusso d’aria per riprendere fiato. «Avevo 8 anni quando ho deciso che la mia vita sarebbe stata la musica e soprattutto la musica delle launeddas. Le avevo sentite suonare a un pastore durante una festa campestre a San Vito».

Da quel momento è puro amore. Negli anni Cinquanta Lai emigra in Svizzera dove lavora e contemporaneamente studia sassofono all’Accademia musicale di Zurigo.

«Quando sono rientrato in Sardegna ho continuato a suonare le launeddas e a promuovere la bellezza di questo strumento, nonostante allora in pochissimi ci credevano».

Nei primi anni ’70 l’Arciconfraternita di sant’Efisio lo chiama per accompagnare il santo.

«Quasi nessuno suonava più questo strumento».

L’Isola non sembra ancora convinta di questa sua gemma musicale. A dare la svolta fu prima un bizzarro cantautore milanese poi un compositore trombettista.

«La riscoperta delle launeddas è avvenuta grazie ad Angelo Branduardi che a Barumini mi presentò il suo progetto musicale. E dopo Angelo, Paolo Fresu».

Sarà proprio uno straordinario concerto del musicista di Berchidda a omaggiare martedì 14, come richiesto dall’Università di Bologna, il maestro Lai al termine della cerimonia di laurea. Alma Mater La prestigiosa Università di Bologna, la più antica d’Europa (nasce nel 1088) sottolinea la straordinarietà dell’evento:

«È la prima volta, non solo in Italia, che viene attribuita una laurea ad honorem a un musicista orale», si legge in una nota. «Non è un caso che tale operazione, di grande respiro culturale e modernità, avvenga all’Alma Mater. Proprio presso il Dipartimento delle Arti Unibo ha insegnato Roberto Leydi, importantissimo organizzatore e direttore artistico di festival e di musiche di tradizione orale. Il 15 febbraio ricorre il ventennale della sua morte: questa celebrazione è anche un omaggio alla sua memoria».

Il programma Martedì 14 alle 16 nell’Aula Magna di Santa Lucia, è prevista la cerimonia di Laurea in Discipline della Musica e del Teatro. Ad aprire i lavori sarà il Magnifico Rettore Giovanni Molari, quindi Domenico Staiti pronuncerà la Laudatio e a seguire il direttore del Dipartimento delle Arti, Giacomo Manzoli, esporrà le motivazioni che hanno portato all’approvazione della proposta di conferimento della laurea.

Luigi Lai ricevuta la pergamena, terrà una lezione magistrale sulla musica delle launeddas, nel corso della quale ne esporrà in concreto le tecniche e le strutture compositive, eseguendo parti del repertorio. Dopo il conferimento «in Aula Absidale, il maestro sarà celebrato con la presentazione di un film documentario di Gianfranco Cabiddu su di lui, e con un concerto ideato per lui da Paolo Fresu: suoneranno assieme, con la partecipazione dei musicisti di Sonos ‘e memoria». Cerimonia in diretta streaming sul canale YouTube di Ateneo. Disponibile anche l’interprete della lingua dei segni LIS.

 

 

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