La settimana dell’inizio … di ‘cosa’?, Salvatore Cubeddu

L’editoriale della settimana, della Fondazione Sardinia. Teniamo a mente tre date della settimana appena conclusa: il 18, il 20 e il 22 di ottobre 2022. E’ possibile, persino probabile, che la settimana che ora commentiamo risulti l’inizio di molte cose ….

Teniamo a mente tre date della settimana appena conclusa: il 18, il 20 e il 22 di ottobre 2022. E’ possibile, persino probabile, che la settimana che ora commentiamo risulti l’inizio di molte cose – reazioni, decisioni, eventi – che segneranno un inizio di nuove cose, che cosa non possiamo saperlo.

Il 18 notte, alle ore 21,45,  Cagliari ha rischiato una strage di studenti nella facoltà di lettere in località ‘Sa Duchessa’, con successiva manifestazione mattutina (del 19) di alcune centinaia di loro verso il rettorato in Castello, ad elaborare la paura e chiedere rassicurazioni alle autorità necessariamente responsabilizzate.

Il 20, il corteo di parecchie centinaia di pastori organizzati dalla Coldiretti ha marciato verso il Palazzo del Consiglio regionale ottenendo una leggina per lo sveltimento di pratiche di sussidio per i danni atmosferici (acqua, fuoco, siccità, malattie animali) dei numerosi anni trascorsi.

Il 22, eri che era sabato, ha visto di nuovo le confederazioni Cgil, Cisl, Uil sfilare in ottomila per le strade e in piazza dopo anni, per occuparsi di quella sanità che un insano attardamento nel più bieco liberismo (da parte, persino, della giunta degli ‘economisti di sinistra’) aveva ridotto ad un’ospedalizzazione rivelatasi letale in presenza dell’epidemia distribuita in ogni angolo del territorio. Neanche i sindacati capirono allora fino in fondo quello che ci sarebbe aspettato a consentire, tacendo, scelte anche di governi ‘amici’.

Gli studenti, il mondo delle campagne, i sindacati confederali: i protagonisti dei cicli di mobilitazione sociale, alternatisi nel più che settantennio secondo dopoguerra, portati a mobilitarsi, tutti, in un’unica settimana. Questa che si è chiusa nel sabato di ieri, mentre il governo Meloni prendeva definitivamente quota.

Il governo italiano è lontano e viene, giocoforza o volentieri, sostituito dai consiglieri di via Roma e dal presidente di Villa Devoto quale interlocutore/responsabile dei mali che si originano nella società sarda, ‘isolata’ e istituzionalmente più o meno ‘autonoma’.

In realtà la condizione sarda ha visto attivo negli ultimi anni un  rinnovato ed accresciuto protagonismo statale tendente a scaricare sulla terra dei Sardi scelte per le quali  non si ha il coraggio e l’interesse di coinvolgere le popolazioni continentali: gli scarichi industriali (vedi la Portovesme srl) e civili (dalla Puglie alla Campania) insieme alle foreste di pali eolici con annessi laghi fotovoltaici collegati e subordinati alla Sicilia, quella regione a garanzia legalitaria che sono i nostri co-isolani siciliani.

La più che decennale e ricorrente vicenda del mondo agricolo nel sollecitare lo sveltimento delle pratiche che consentano di accedere a diritti prima che a risorse è qualcosa suscita rabbia e che grida vendetta. La cosa strana è che la burocrazia, individuata come un mostro, nella sua indeterminatezza si salva sempre, a discapito di tutto e di tutti.

In qualche paese dei dintorni di Nuoro, l’intercalare ‘nichèle’ sta per ‘cosa’. Mi sono sempre interrogato se derivasse dal latino ‘nihil’ (it. ‘niente’) e corrispondesse appunto al ‘niente’ sentito da non poche persone che lo ripetono, pure loro, in ogni frase. Non vorrei che le ‘molte e nuove cose’ che vado evocando fossero qualcosa (ancora!) di peggio di quanto abbiamo ultimamente vissuto.

 

Condividi su:

    1 Comment to “La settimana dell’inizio … di ‘cosa’?, Salvatore Cubeddu”

    1. By Giovanni Masala, 23 ottobre 2022 @ 18:15

      Boreddu, le tue considerazioni sono molto importanti e fanno riflettere. Per quanto riguarda la sanità ci vorrebbero ben altre manifestazioni, ovvero una ogni giorno, come fanno in Francia, per ottenere risultati.

      Anche la manifestazione dei pastori è importantissima, per due motivi principali:
      1. spesso si dimentica che la pastorizia è “l’industria” più importante della Sardegna, con trentamila addetti (è la cifra esatta?), tutto l’indotto ecc. Si tratta di miliardi di euro, non di noccioline.
      2. Inoltre i pastori hanno anche altri meriti. Chi ha salvato la lingua sarda, chi parlava/chi parla in sardo con i propri figli? I pastori, non certo i nostri genitori (salvo eccezioni) che anziché parlare un ottimo sardo con i figli hanno parlato un italiano mediocre condannando i propri figli all’insuccesso scolastico e alla dispersione scolastica in massa che ne è derivata. Chi invece ha parlato solo in sardo con i propri figli ha dato loro la possibilità di imparare un ottimo italiano a scuola a partire dalla prima elementare (ci sono naturalmente tante eccezioni). Ma il primo motivo dell’altissima percentuale di abbandoni scolastici è proprio l’errore dei genitori. Ecco, evviva i pastori! Anche per questo motivo.