Alghero, la Torre dell’Esperò e i martiri angioyani, di Piero Atzori

“Alghero è un angolo di Catalogna nell’isola di Sardegna”, allo stesso tempo “Alghero è Sardegna: e dalla Sardegna ha acquisito un pezzo della sua cultura”. Le due affermazioni sono del grande algherese e sardo Antoni Simon Mossa (El pont retrobat, 2016).

La seguente breve ricerca storica, che offro alla città di Alghero chiedendo che si integri la targa all’ingresso della torre con le righe che qui propongo, è partita dal fugace riferimento alla torre dello Sperone dello storico Sebastiano Pola (Gli avanzi dell’angioinismo contro Sassari, in Mediterranea, rivista mensile di cultura e di problemi isolani, 1927), ripreso da Vittoria del Piano (Giacobini, moderati e reazionari / saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Ed. Castello, Cagliari 1996) a proposito degli angioyani Fadda, Petretto, Spano, Mundula.

È evidente che chi donò la sua vita nella lotta contro il feudalesimo e contro la monarchia sabauda che lo garantì e perpetuò fino alla fine degli anni Trenta dell’Ottocento vada ricordato e onorato convenientemente. Cessi finalmente il buio periodo della damnatio memoriae!

 

 

 

 

 

 

 

L’attuale iscrizione in italiano ai piedi della Torre dello Sperone, in sardo  sa Turre de s’Isprone:

Sulla base della documentazione raccolta a Cagliari e qui trascritta nella pagina che segue, l’iscrizione andrebbe integrata così:

Qui cinque repubblicani angioyani sassaresi, catturati in acque corse da Domenico Millelire (1), giacquero tra il 26 e il 29 agosto 1796. i primi tre, l’ avv. Baingio Fadda, il conciatore Antonio Maria Carta e il commerciante Antonio Vincenzo Petretto, furono processati, tortu-rati, impiccati a Sassari il 24 settembre 1796 (Fadda) e il 6 ottobre 1796 (Carta, Petretto); mentre il conciatore Quirigo Spanu scontò previa tortura 10 anni nel carcere di san leonardo a Sassari e lo studente in leggi Giuseppe Mundula passò 2 anni nello stesso fetido carcere senza condanna.

Dalla lettera del 30 agosto 1796 del comandante militare di Alghero Gioanne Battista Carroz(2) (grassetto mio) emergono date e luoghi:

[…] Giunse a’ 26. cadente nel porto di Capo Galera la Regia Mezza Galera ed all’avviso del Signor Cavaliere Porcile Comandante della medesima ho di qua spedito un batello sardo con un forte distaccamento per tradurre in questa li noti cinque Prigionieri, avv. Fadda e compagni, li quali feci mettere nella Torre dello Sperone, ove stettero ben custoditi tre giorni senza aver io permesso che parlassero con veruno; siccome poi ieri mattina verso le ore 4. mi pervenne una lettera de’ predetti di lei Deputati contenente l’ordine di nuovamente tradurli al suddetto Regio Legno, l’ho così fatto eseguire la stessa mattina con quelle precauzioni che ho stimato necessarie […]

Di Vostra Eccellenza

Umi.mo Div.mo obli.mo Servitore   Don Gioanne Battista Carroz

Alghero li 30. Agosto 1796

 

La lettera del 30 agosto ne seguiva altre tre, tutte recuperate nel medesimo fondo e unità dell’archivio di Stato di Cagliari.

La prima, del 5 agosto 1796, di tale Giovanni Mora, ex direttore dell’Ufficio postale di Sassari (arrestato da Mundula e Cillocco quando presero Sassari sul finire del 1795), fu una spiata:

[…] Li 31 luglio arrivarono a Capraja da Livorno sopra di un armator francese cinque della Società d’Angioi col Capo D.re Baingio Fadda che vedrà descritti nell’unita nota che mi sono procurato dal Comando di dett’Isola di Capraja. Sono costoro partiti nella sera del primo corrente un’ora prima di me sopra il Leuto del Padrone Michele Tardi Caprajese diretto #Alghero. La non mancai di far accettare

esso Padrone di astenersi dall’imbarco di simili soggetti essendo taglionati come ribelli di Sovranità, ma l’interesse o la parola di detto Padrone non l’ha fatto dimettere dal concertato; promise però che li sbarcherebbe a Porto Vecchio in Corsica ove dovrà far il carico di Tavole # Alghero. Ad ogni modo però ho potuto prevenire il Podestà di Bonifaccio mio amico d’usare ogni cautela contro costoro massime che avendo un fondo di Coccarde francesi con loro poteano recar egual fastidio alla Corsica che al Regno e che potea # cui almeno come persone sospette arrestarli. Giunto che sono qui non ho neppure ommesso di concertar col Signor Cavalier Porcile quanto si poteva cautellare poi che saranno costoro spediti certamente # far là sinistri colpi di vendetta e # riaccendere nuove rivoluzioni nel Regno a generale pregiudizio. Tantoppiu che fu spedito da Livorno il Cosimo Uleri sopra una Feluca # portare in Regno molti pieghi di Lettere delle quali so che la moglie del Mundula ne ha ricevuto in ovile di Coghinas ove [parola indecifrata] essere riffuggiata col medico Vidili e figlie […]

Umil.mo Osseq.mo Obblig.mo    Giovanni Mora

La Maddalena li 5. Agosto 1796

 

La seconda lettera, del 9 agosto, è del governatore di Tempio, Fancello. Vi figurano distintamente i nomi degli arrestati.

Non si può fare a meno di notare che Giuseppe Mundula, figlio di Gioachino, è scritto in modo erroneo (fra l’altro il suo secondo nome di battesimo era “Maria” e non “Luigi”):

 

[…] Furono arrestatti e si trovano in cattena nelle mani del Regio Armamento li Seguaci di Don Gio Maria Angioi detti Avvocato Baingio Fadda = Antonio Maria Carta = Antonio Vincenzo Petretto = Quirigo Spanu = Giuseppe Luigi Mondola […] Di Vostra Eccellenza

Obbligatissimo Ossequiosissimo Obbedientissimo Servitore   Fancello

Tempiu li 9. Agosto 1796

 

La terza lettera, del 23 agosto, è del comandante militare di Alghero:

[…] La medesima Delegazione mi ha posteriormente significato che dovevano qua tradursi sulla Regia Mezza Galera li 5 Prigionieri Avv. Fadda e Compagni ed essere intenzione dell’E.V. che costoro fossero ben custoditi senza loro permettere colloquio con alcuna persona; ed ho dovuto rispondere ch’ero pronto di uniformarmi a tale ordine facendogli bensì presente e la scarsissima guarnigione di questo Presidio che da qualche tempo in qua trovasi molto faticata per il giornaliero servizio della Piazza ed inoltre di essere occupata una di queste Torri dei tre Prigionieri che condussero due mesi sono da Bosa.

Giungendo pertanto il sud.to Regio Legno vi spedirò un forte distaccamento per iscortare sino a queste Carceri li 5 Prigionieri che sbarcherà ed andare all’incontro di qualunque accidente che provvedervi si e come l’E.V. viene puranche a prescrivermi col veneratissimo suo dispaccio de’ 20 corrente […]

Di Vostra Eccellenza

Umi.mo Div.mo obli.mo Servitore Don Gioanne Battista Carroz

Alghero li 23. Agosto 1796

  1. Cfr. ASC, Reale Udienza, Cause criminali, Pandetta 15, Cartella 554, Fasc. 1.
  2. Cfr. ASC, Regia Segreteria di Stato e di Guerra, Serie II, XV, Lettere originali dei governatori e comandanti militari dell’isola al viceré, cod. unità 2078.

 

 

 

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