Nel 2020 l’addio dell’Aga Khan: sessant’anni di storia, Caterina De Roberto

L’anno dell’addio dell’Aga Khan a 60 anni esatti dal suo primo sbarco in Sardegna. Il 2020 è stato l’annus horribilis su scala globale a causa del Covid ma in Gallura è stata anche la fine di un’epoca.

Era l’11 febbraio quando veniva annunciata la liquidazione in bonis di Air Italy e il conseguente arrivo di 500 lettere di licenziamento solo in Sardegna (1.500 in tutto). Ma soprattutto la fine di una storia durata 56 anni, quella della compagnia aerea sarda nata ad Olbia e diventata la seconda in Italia. Ma mancava ancora l’ultimo tassello perché l’addio diventasse definitivo ed è arrivato il 23 ottobre con l’annuncio della cessione delle quote di maggioranza di Geasar, la società di gestione dell’aeroporto, da parte di Alisarda al fondo F2I, cessione che ha avuto recentemente il via libera dell’Antitrust. Così anche lo scalo Costa Smeralda, nell’anno più difficile della sua storia, esce dall’orbita degli interessi del principe Karim Aga Khan.

La fine di un’epoca e non solo per ragioni sentimentali .
È il 29 dicembre del 1960 quando un giovanissimo Karim Aga Khan fa la sua prima visita in quella che era Monti di Mola. Sono i primi passi di un progetto imprenditoriale che vedrà negli anni immediatamente successivi la realizzazione della Costa Smeralda e la nascita dell’omonimo Consorzio (14 marzo 1962) e della compagnia aerea Alisarda fondata il 29 marzo 1963.

Ad Olbia, sulla pista di Venafiorita, non atterravano aerei di linea. Il primo volo è del primo aprile 1964 con un bimotore da otto posti oggi esposto all’aeroporto Costa Smeralda. Ma non solo: il sistema integrato prevedeva una fornitura a tutto tondo di servizi per il turismo con i Cantieri Nautici, la Cerasarda che produceva (e tuttora produce) preziose ceramiche per gli alberghi e le ville e la lavanderia industriale Biancasarda, inizialmente al servizio degli hotel.

Tutte società progressivamente cedute nel corso degli anni.

Una storia, talvolta tormentata, andata avanti per oltre 40 anni. L’addio al paradiso delle vacanze nel 2003 con la cessione alla Colony capital dell’americano Tom Barrack degli hotel e dei terreni oggetto del discusso Master Plan per 350 milioni di dollari. Nove anni dopo sarà il Qatar a rilevare tutto il pacchetto.
Nel frattempo Alisarda, nel 1991, diventa Meridiana e si consolida come seconda compagnia italiana, la prima a capitale privato. Olbia diventa un polo aeronautico di alto livello con un centro di manutenzione altamente specializzato. Fino agli anni della crisi, del mutamento di scenario del trasporto aereo (unito a scelte poco felici) che fanno volare sempre più in basso la compagnia più volte salvata da interventi finanziari del fondo controllato dall’Aga Khan.

Il partner importante tanto invocato arriva alla fine del 2017 con l’ingresso di Qatar Airways con una partecipazione del 49 per cento (il massimo consentito dalle normative) mentre la maggioranza resta nelle mani di Alisarda, la società madre controllata dall’Aga Khan. Un accordo costato ai lavoratori lacrime e sangue che però prometteva un rilancio in grande stile della compagnia. Rilancio che non c’è stato mentre Air Italy si allontanava da Olbia in favore di Malpensa, più funzionale alle strategie di Qatar Airways.

Quello che si è abbattuto sulla compagnia con l’annuncio della liquidazione è stato un fulmine ma non a ciel sereno vista la situazione finanziaria: i debiti ammontano a 230 milioni di euro, pari al 70 per cento del fatturato. Restano a terra 1500 dipendenti, 550 con base in Sardegna che però potrebbero essere di più aggiungendo i lavoratori trasferiti a Malpensa. Un patrimonio di professionalità creato in tanti anni che l’Isola rischia di perdere per sempre.
Nella mani di Alisarda resta solo Geasar, ossia l’aeroporto Costa Smeralda, fino al 2019 in costante crescita e con il valore aggiunto di uno scalo privato che in estate è tra i primi in Europa.

Ma il 23 ottobre si compie l’ultimo passo con l’accordo per il passaggio dell’80 per cento delle quote della società di gestione al Fondo F2I che già controlla l’aeroporto di Alghero (il restante 20 per cento resta alla Regione e alla Camera di commercio di Sassari e Nuoro). L’intento è quello di dare vita a un unico polo aeroportuale del nord Sardegna che nel 2019 ha visto transitare complessivamente 4,4 milioni di passeggeri (circa tre milioni ad Olbia) e che si confida possa riprendere a crescere, dopo lo stop del Covid.

Un futuro tutto da scrivere mentre una storia che ha fatto epoca si chiude definitivamente.
Caterina De Roberto

L’Unione Sarda, 12 gennaio 2021

 

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