Via i nomi dei Savoia dalle strade, sindaci divisi

L’amministrazione di Scano Montiferro  cancella i nomi dei Savoia dalle strade del paese. Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente dei sindaci sardi: è il segnale di un sentimento diffuso. Nicola Sanna,  sindaco uscente di Sassari: la storia non si cancella.


La Repubblica ha 73 anni, ma in Sardegna c’è ancora un sentimento anti sabaudo. Va in questo senso la scelta dell’amministrazione di Scano Montiferro di cancellare i nomi dei Savoia dalle strade del paese.

Una decisione sulla scia di altre prese da altri centri, che però viene bocciata da uno storico di fama qual è Gian Giacomo Ortu, professore ordinario di Storia moderna all’università di Cagliari, che l’ha bollata «insensata, figlia di fondamentalismi. Non si può permettere agli umori del presente di cancellare una parte della nostra storia».

Eppure tra i sindaci, e i politici in genere, c’è condivisione verso la delibera voluta dal sindaco del piccolo centro dell’Oristanese, Antonio Flore Motzo. «Premesso che io sono per l’esercizio dell’autonomia e dunque le decisioni di sindaci e consigli comunali sono da rispettare, quando sono prese nel rispetto della legge qual è questa – dice Emiliano Deiana, presidente dell’Anci e sindaco di Bortigiadas -. Ma aggiungo: simili decisioni sono il segnale di un grande sentimento di sardismo diffuso. È un segnale politico che va colto. Quando uno dedica una via a un re, in qualche modo lo sta beatificando. Allo stesso tempo oggi c’è una riscoperta di persone che hanno dato lustro alle nostre comunità e che possono sostituire nella toponomastica tiranni che hanno fatto cose non conformi all’interesse della Sardegna. Ecco perché io non demonizzo la scelta del sindaco di Scano Montiferro. Anzi, ne colgo aspetti che ne rivelano un sentimento che è molto più diffuso di quello che si pensa».

Più sfumata la posizione del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, contrario a un cancellazione totale delle strade intitolate ai sovrani sabaudi. «Io ho ridotto qualche via dedicata ai Savoia – spiega Sanna -. Parte di corso Regina Margherita, per esempio è diventata corso Cossiga. Io sono d’accordo a ridurre l’invadenza dei reali sabaudi, ma non si può cancellare tutto. E non sono per non creare disagi ai cittadini. Ogni epoca è figlia del suo tempo. D’accordo sul fatto che non si possano intitolare strade o piazze a chi si è macchiato di delitti, ma il resto sono fatti storici. Insomma, non mi piace passare per un iconoclasta».

Non ha dubbi, invece, Gianfranco Congiu, esponente del Partito dei sardi, che in un lungo post su Facebook appoggia in toto la delibera di Scano Montiferro. «Se la comunità decide di cambiare i nomi di alcune vie sostituendo ai nomi dei Savoia quelli di illustri personaggi locali offrendo un’ampia giustificazione storica, politica, ideologica ritenendo che le politiche dei Savoia siano state nefaste per la Sardegna di allora, significa solo che quella comunità ha espresso il suo giudizio sulla nostra Storia – scrive -. Così come la comunità di Terralba che propone la revoca della cittadinanza a Mussolini: anche qui abbiamo a che fare con il diritto delle comunità di interrogarsi e di darsi delle risposte. Ben venga una sana operazione di discontinuità viaria se da ciò nascono /occasioni per riscoprirci e stare nella Storia con la schiena un po’ più dritta». (al.pi.)

 

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