Catalogna, chiesta incriminazione per Puigdemont ma il leader catalano è a Bruxelles

IL PROCURATORE generale spagnolo José Manuel Maza ha chiesto l’incriminazione per il presidente catalano destituito Carles Puigdemont con l’accusa di ribellione, sedizione e malversazione. Denunciati anche i ministri del suo governo per aver permesso la dichiarazione d’indipendenza, inclusa l’ex presidente della Camera Carme Forcadell e i membri dell’ufficio di Presidenza, anche loro sono sotto accusa per sedizione e ribellione. In tutto nel mirino dei magistrati di Madrid sono finiti 14 membri del Govern e sei parlamentari. Qualora non si dovessero presentare dinanzi ai giudici, la misura che le autorità di polizia spagnole sono autorizzate a prendere nei confronti dei vertici catalani incriminati è la “detenzione immediata” e rischiano dai rischiano dai 15 ai 30 anni di carcere.
La richiesta di incriminazione è stata presentata all’Audiencia Nacional a Madrid, per Puigdemont e il resto del Govern, e davanti al Tribunal Supremo contro la presidente del Parlament, Carme Forcadell, e gli altri membri della Mesa, la capigruppo parlamentare che permise di mettere ai voti la dichiarazione di indipendenza. 

Il magistrato di turno deciderà nei prossimi giorni se accogliere la richiesta.

Puidgemont e alcuni ministri sono in Belgio
Come reagisce il presidente destituito? Ufficialmente non commenta e nelle stesse ore dell’incriminazione trapela che lui stesso e alcuni membri del governo sono a Bruxelles, forse per incontrare alcuni esponenti nazionalisti fiamminghi. Il viaggio sarebbe stato confermato appena un’ora dopo l’annuncio della richiesta di incriminazione dinanzi l’Audiencia Nacional del procuratore Maza. Appena ieri il ministro belga alla Migrazione Theo Francken aveva offerto a Puidgemont asilo politico nel suo paese. Secondo la tv spagnola La Sexta nel suo ultimo telegiornale Puigdemont e cinque suoi consiglieri intendono chiedere ufficialmente l’asilo politico al Belgio. “No comment” per ora dal governo belga e il presidente della regione belga della Fiandre, il nazionalista fiammingo Geert Bourgeois, nega di avere in programma un incontro con l’ex presidente catalano. Il cantautore e deputato uscente indipendentista Lluis Llach non esita a dire che il “presidente Puigdemont, oggi è a Bruxelles in esilio, una vera e propria denuncia contro lo Stato spagnolo davanti alle istituzioni europee e internazionali”.

Tuttavia, il viaggio a Bruxelles al momento sembra “non preoccupare” Madrid, quello che oggi contava davvero per il governo spagnolo è che Puigdemont restasse lontano dal Palau de la Generalitat.

L’esecutivo di Barcellona è formalmente destituito, ma al momento non ci sono state altre reazioni eclatanti dai membri della Generalitat. Josep Rull, l’ex ministro per il territorio e la sostenibilità e la ex presidente della Camera Carme Forcadell si sono recati ugualmente in ufficio, come fosse un giorno normale. Ma i Mossos d’Esquadra avvertono: “Avranno solo il tempo di prendere documenti ed effetti personali”.

I giornalisti attendevano fuori dal palazzo del Parlamento e davanti gli uffici ministeriali l’arrivo degli ex rappresentanti decaduti. L’ex ministro Rull ha pubblicato su Twitter una foto dal suo ufficio, con l’hashtag #seguimos. “In ufficio, per esercitare le responsabilità che ci ha affidato il popolo della Catalogna” è quanto si legge nel tweet, in cui Rull è seduto alla sua scrivania davanti al computer, e sullo sfondo la prima pagina di un quotidiano catalano con il titolo “A lavorare”. I Mossos d’Esquadra, la polizia locale, hanno avvisato l’ex ministro che rischiava l’arresto per “usurpazione di funzioni pubbliche” e lui poco dopo ha lasciato l’ufficio.

Sempre su Twitter, in un video di una ventina di secondi si vede Carme Forcadell arrivare al lavoro a bordo di un’ auto.Su Instagram Puigdemont aveva invece pubblicato una foto scattata dal cortile interno del Palau de la Generalitat, ma evidentemente era stata scattata nei giorni scorsi.

Il presidente è “in un luogo sicuro” Carles Puigdemont si trova a Bruxelles in un luogo “discreto e sicuro”, accompagnato da alcuni consiglieri. Lo riferiscono fonti della Generalitat di Catalogna. Secondo le stesse fonti Puigdemont parlerà domani.

Il partito di Puigdemont partecipa alle elezioni del 21 dicembre Il partito indipendentista del deposto presidente, il PdeCat, ha reso noto che parteciperà alle elezioni regionali convocate per il 21 dicembre dallo Stato spagnolo dopo aver commissariato la Catalogna. “Il 21 andremo alle urne, ci andremo con convinzione e ci impegniamo a rispettare ciò che dirà la società catalana”, ha detto il portavoce del partito, Marta Pascal.

La repubblica, 30 ottobre 2017

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