LE ISTITUZIONI DEL POPOLO SARDO VICINE ALLE ISTITUZIONE CATALANE NELLA DIFESA DELL’AUTODETERMINAZIONE.

L’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale della Sardegna ed i commenti de LUnione Sarda e de La Nuova Sardegna.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

ORDINE DEL GIORNO N. 71

approvato il 21 settembre 2017

ORDINE DEL GIORNO SOLINAS Christian – TEDDE – CONGIU – USULA – DESSÌ – LEDDA – GALLUS – TUNIS – PITTALIS – ANEDDA – OPPI – TOCCO – PERU – SATTA – CONTU – MARRAS – PINNA Giuseppino – DEDONI – RUBIU – CHERCHI – DESINI – MANCA Pier Mario – UNALI sul diritto all’autodeterminazione del Popolo Catalano.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione del disegno di legge n. 449/A,

VISTO il travaglio vissuto dal popolo catalano nel percorso democratico di affermazione del proprio diritto all’autodeterminazione, alla libertà e alla felicità collettiva;

VISTA altresì la reazione repressiva e di chiusura al dialogo da parte del Regno di Spagna, che ha condotto all’arresto di funzionari ed esponenti politici della Generalitat de Catalunya;

CONSIDERATI i rapporti di amicizia tra la Sardegna e la Generalitat de Catalunya, consacrati con l’apertura ad Alghero dell’unica sede di rappresentanza in Italia;

RIAFFERMATO il diritto naturale ed inviolabile degli individui e dei popoli alla propria libertà ed autodeterminazione, e il dialogo e il rispetto come strumenti pacifici di composizione dei conflitti, ripudiando l’uso della forza e delle prevaricazioni;

SOTTOLINEATO che proprio in questa Legislatura del Consiglio regionale, e proprio all’insegna del principio di autodeterminazione dei popoli, sono stati raggiunti risultati importanti sul piano delle relazioni e accordi internazionali finalizzati proprio a rivendicare in sede di Unione europea quei benefici e prerogative legati all’insularità e mai riconosciuti a livello italiano benché legittimati in plurime pronunce degli organismi sovranazionali,

esprime

la propria solidarietà al Popolo Catalano, confermando la propria vicinanza e sostegno morale e spirituale al loro insopprimibile anelito alla libertà,

chiede

alla Comunità internazionale ogni utile intervento al fine di garantire il diritto di esprimersi sull’autodeterminazione della Catalogna, attraverso il regolare e democratico referendum del 1° ottobre 2017.

Cagliari, 21 settembre 2017

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Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 21 settembre 2017.

 

L’Unione Sarda.it » Cronaca » La Sardegna sostiene la Catalogna: “Il voto popolare non deve mai fare paura”

CRONACA » ALGHERO

La Sardegna sostiene la Catalogna: “Il voto popolare non deve mai fare paura”

Oggi alle 13:31 - ultimo aggiornamento alle 14:07


 

Nessuno può negare alla comunità catalana di poter scegliere il proprio futuro attraverso uno strumento democratico come il referendum.

In Sardegna i fatti di Barcellona preoccupano e sono numerose le iniziative di solidarietà: il Consiglio regionale, ieri mattina, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per sostenere la causa catalana, i partiti indipendentisti invitano i sardi a firmare una petizione e il Psd’Az propone di stampare in Sardegna le schede per il referendum

Non si tratta più di una corsa verso l’indipendenza, perché il tentativo di boicottare il referendum catalano, da parte del governo di Madrid, è un attacco alla libertà.

TUTTI IN PIAZZA – Non a caso nella giornata di ieri, sotto l’Arco di trionfo, di fronte al Tribunale supremo, a manifestare c’erano anche i movimenti contrari all’indipendenza.

L’attivista di Irs, Simone Maulu, è in piazza per “partecipare a questa lezione di democrazia e libertà che i catalani stanno dando all’Europa”.

Il clima è quasi festoso, nonostante le tensioni degli ultimi giorni e in piazza “ci sono persone di tutte le età e di qualsiasi estrazione sociale”, racconta Maulu che ha parlato dal palco davanti a 30mila persone.

“Ho riferito del sostegno da parte del Consiglio regionale, dell’Anci e dei partiti indipendentisti – racconta – a quel punto la folla ha applaudito e gridato il nome della Sardegna per qualche minuto”. L’imperativo è “non accettare nessuna provocazione – dice Maulu – è sufficiente la gente in piazza per fare paura”.

LA COMUNITÀ CATALANA – Carlo Sechi, ex sindaco di Alghero e direttore dell’Obra Cultural, si sofferma sul “legame culturale” che unisce le due comunità: sarda e spagnola.

Un’affinità non solo linguistica dunque, ma che ha le radici negli anni in cui ad Alghero nasceva Sardenya i Llibertat, partito indipendentista. “Una realtà come la nostra – sottolinea Sechi – non può che sostenere il popolo catalano. La loro indipendenza avrà un effetto positivo sui nostri rapporti con lo Stato”.

DIRITTO DI DEMOCRAZIA – La politica sarda interviene a difesa del popolo catalano. Lo ha fatto il presidente Pigliaru: “Negare il diritto dei cittadini di esprimere le proprie opinioni politiche è sempre una lesione grave dei valori e dei princìpi su cui si fondano le democrazie moderne”.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, posta su Twitter il proprio sostegno al popolo catalano per “la libertà di espressione”. L’ordine del giorno del Consiglio regionale esprime solidarietà e sostegno ai catalani e al loro insopprimibile anelito alla libertà. Inoltre, si chiede alla Comunità internazionale di garantire il diritto di esprimersi sull’autodeterminazione della Catalogna.

Emiliano Deiana, presidente dell’Anci, comunica il sostegno da parte dei Comuni sardi e spiega: “Non si tratta di essere indipendentisti o meno, ma democratici o antidemocratici. Il voto popolare non deve mai spaventare”.

PIGLIARU:

Barcellona in piazza contro Madrid. Pigliaru: “Solidali con i catalani”

Mercoledì 20 Settembre alle 09:56 – ultimo aggiornamento alle 20:32


Cresce lo scontro tra Madrid e Barcellona in vista del referendum per l’indipendenza della Catalogna indetto per il 1 ottobre e dichiarato incostituzionale dai supremi giudici spagnoli.

All’alba la Guardia Civil ha effettuato un blitz negli uffici del governo catalano.

Perquisizioni nei dipartimenti dell’Economia, degli Esteri, del Lavoro, degli Affari Sociali e delle Telecomunicazioni.

E ben 14 arresti. Uno ai danni di Josep Maria Jovè, braccio destro del vicepresidente catalano Oriol Junqueras.

Gli altri invece riguardano funzionari di vari dicasteri catalani e due responsabili di imprese private nelle cui sedi è stato trovato materiale elettorale e propagandistico.

Obiettivo dell’operazione di polizia era smantellare la rete logistica e organizzativa della consultazione referendaria.

Migliaia di persone sono scese in strada a Barcellona sulle Ramblas per protestare contro il blitz della Guardia Civil. Urlano slogan indipendentisti e bloccano il traffico, ci sono stati tafferugli e scontri con gli agenti di polizia.

“Nessuno Stato democratico può accettare quello che stanno facendo queste persone, erano state avvisate. Sapevano che il referendum non poteva essere celebrato perché liquida la sovranità nazionale e il diritto di tutti gli spagnoli di decidere cosa voglio per il loro Paese”, ha dichiarato il premier spagnolo Mariano Rajoy, che ha poi esortato il capo del governo regionale Charles Puigdemont a rispettare la legge.

Dal canto proprio, Puigdemont ha bollato gli arresti come “inaccettabili” e ha denunciato “l’atteggiamento totalitario del governo spagnolo”. Per poi confermare: “Il referendum del 1 ottobre si farà”.

Intanto, l’ultimo sondaggio, commissionato a luglio dal governo regionale, mostra una popolazione divisa: il 49,4% è contrario all’indipendenza, il 41,1% favorevole.

Su una cosa sono quasi tutti d’accordo, la necessità di un referendum per fare chiarezza sulla questione: lo vuole il 70% dei catalani.

IL PRESIDENTE PIGLIARU - “Quando la forza vince sul dialogo non è mai la strada giusta. Per questo abbiamo espresso direttamente il nostro sostegno alla Generalitat e per questo la Sardegna è vicina al popolo catalano e alle sue istituzioni”.

Sono le parole del presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha preso subito contatto con la sede istituzionale che la Generalitat de Catalunya ha in Sardegna, ad Alghero, e ha sentito al telefono il direttore Joan Elies Adell.

“Le notizie che arrivano sono preoccupanti, si respira un clima di messa in pericolo delle libertà democratiche”, prosegue.

“Esistono strumenti istituzionali e organi costituzionali che gli Stati possono utilizzare per far valere le proprie funzioni e competenze. Agire con la forza, negare il diritto dei cittadini di esprimere le proprie opinioni politiche e di proporre riforme sull’autodeterminazione, è sempre una lesione grave dei valori e dei princìpi su cui si fondano le democrazie moderne.”

(Redazione Online/L-D)

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LA NUOVA SARDEGNA

Arresti contro il referendum popolare, la Sardegna si schiera con la Catalogna

Dopo le dichiarazioni del presidente Francesco Pigliaru, ordine unitario del consiglio regionale per esprimere solidarietà al popolo catalano colpito dalla raffica di arresti decisa dal governo di Madrid

21 settembre 2017

 

CAGLIARI. Solidarietà alla Catalogna dopo l’ondata di arresti e i sequestri decisi dal governo di Madrid per impedire il referendum indipendentista. Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario per esprimere la solidarietà al popolo catalano che reclama il diritto di autodeterminarsi attraverso il referendum in programma l’1 ottobre prossimo.

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Catalogna, la proposta: “Stocchiamo in Sardegna le schede del referendum”

Christian Solinas segretario nazionale Psd’Az invita la giunta regionale a offrire aiuto alla Generalitat

L’Assemblea regionale sarda ha espresso «ferma condanna su ogni azione di forza tesa a condizionare gli esiti della consultazione per l’indipendenza della Catalogna».

In realtà gli ordini del giorno presentati erano tre, ma il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha chiesto ai proponenti una stesura unitaria, poi votata dall’Assemblea. Con due eccezioni: Paolo Truzzu (Fdi) e Gennaro Fuoco (Psd’Az La base) che non hanno votato.

Sul travaglio del popolo catalano è intervenuto a inizio seduta il consigliere Psd’Az Christian Solinas che ha proposto all’Aula di prendere le distanze da un «processo di inasprimento del confronto istituzionale che impedisce un voto democratico. La Sardegna ha conosciuto vicende analoghe e non può che essere vicina ai fratelli catalani».

Il voto del consiglio regionale segue alla presa di posizione, ieri, del presidente della Regione, Francesco Pigliaru. «Quando la forza vince sul dialogo non è mai la strada giusta. Per questo abbiamo espresso direttamente il nostro sostegno alla Generalitat e per questo la Sardegna è vicina al popolo catalano e alle sue istituzioni», ha detto Pigliaru che ha contattato la sede istituzionale che la Generalitat de Catalunya ha in Sardegna, ad Alghero, sentendo telefonicamente il direttore Joan Elies Adell.

«Le notizie che arrivano sono preoccupanti, si respira un clima di messa in pericolo delle libertà democratiche – ha aggiunto il governatore – Esistono strumenti istituzionali e organi costituzionali che gli Stati possono utilizzare per far valere le proprie funzioni e competenze. Agire con la forza, negare il diritto dei cittadini di esprimere le proprie opinioni politiche e di proporre riforme sull’autodeterminazione – ha conclusoi Pigliaru -, è sempre una lesione grave dei valori e dei principi su cui si fondano le democrazie moderne».

 

21 settembre 2017

 

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