Il Partito Comunista Italiano e l’autonomia della Sardegna.

Manifestazione a Padova per la morte di Enrico Berlinguer (1922 - 1984).

 

PER UNA CRONOLOGIA DELLA POLITICA DEL PCI IN SARDEGNA (1943-1990).

 

di Armando Congiu, insegnante di storia e filosofia nelle scuole superiori, politico e intellettuale (Iglesias 1922-ivi 2006). Militante nel PCI, di cui è diventato uno dei dirigenti più popolari. Consigliere provinciale di Cagliari dal 1952 al 1956, nel 1961 è stato eletto consigliere regionale del suo partito e riconfermato per altre due legislature.

UNA NOTA DI ARMANDO CONGIU, pubblicata dall’Agenzia italia il 28 marzo 1991.

(agi) – cagliari, 22 marzo 1991 – Ho ritenuto, nel momento della costituzione del partito democratico della sinistra, che potesse tornare utile riproporre e aggiornare, sia pure grossolanamente in una cronologia 1943-1990 la politica dei comunisti sardi. Un inquadramento diacronico, avanzato arditamente, solo per consentire un punto di riferimento alla memoria storica e piu’ correggere, arricchire e – sarebbe auspicabile – dissen­tire ed arrivare finalmente ad un profilo dell’accaduto accet­tabile e condividibile. Armando Congiu

 

1*) – 1943.-1945 – Il Pci appena ricostituitosi in un’organiz­zazione regionale (Iglesias 11 marzo 1944), affronta e stronca il Partito Comunista Sardo – aderente alla III° Internazionale.

Protagonista di quella lotta politica e’ Renzo Laconi, allora segretario della federazione Pci di Sassari. E’ segretario regionale Antonio Dore di Orune. Si afferma una tendenza anti-autonomista che si concreta nella polemica contro il Partito Sardo d’Azione.

 

2*) – 1947 – La direzione nazionale del Partito, ammaestrata dalla vicenda siciliana e riportando alla luce la posizione di Gramsci sull’autonomia sarda (carteggio Gramsci – Lussu 1926) e l’appello dell’Internazionale Contadina (Grieco 1926) al Parti­to Sardo d’Azione riunito a congresso a Macomer, arriva in Sardegna con Togliatti, segretario generale del Partito, che oltre al discorso di Cagliari (27/4/1947) con il quale i sardi scoprono Gramscidedica un lungo intervento alla questio­ne dell’autonomia sarda(Conferenza dei quadri – Manifattura dei tabacchi – Cagliari 25/26 aprile 1947) facendo di essa il punto imprescindibile della poitica del Pci in Sardegna. Velio Spano e’ eletto segretario del Comitato Regionale Sardo del Pc!, organo dirigente la federazione regionale autonoma del Pci.

 

3*> 1947-1957 – Il decennio e’ dominato dalla politica Spano – Laconi proprio sul tema dell’autonomia. Spano e’ un auto­nomista ma ritiene prioritario in ordine di importanza e di tempo l’obiettivo del socialismo; Laconi ritiene che l’autonomia sia una tappa obbligata di preparazione e di contributo dei sardi alla lotta per il socialismo.Spano considera l’autonomia un mezzo; Laconi un fine.

Spano è largamente maggioritario nel partito. Con Laconi sono un grupo di intellettuali gramsciani di varie parti dell’Isola nonché quei giovani che più da vicino e lungamente hanno sentito l’influenza del PC sardo.

 

Nel  1950 (il primo annuncio – assente Spano in Cina – e’ del 6 gennaio al Cinema Odeon di Cagliari) si prepara il I° Congresso del Popole Sardo che si tiene al Teatro Massimo il 6/7 maggio presieduta da Emilio Lussu e alla presenza di Luigi Longo. Alla lotta per l’autonomia si affianca quella per la rinascita (art.13 dello Statuto Speciale): la lotta politico – ­istituzionale si completa con quella economico-sociale, per lo sviluppo. Ma Spano torna e, pur contestato, mantiene la sgreteria regionale.

 

4*) 1957 – Nel febbraio, ad Oristano, si tiene la IV Conferenza Regionale del PCI.

Giovanni Lay sostituisce Velio Spano alla segreteria regionale del PCI. Ma la cosa più significativa e’ l’uscita di un consistente numero d’intellettuali dal partIto: sono le conseguenze del XX Congresso del Pcus (1956) e dell’VIII* Congresso del Pci (1956); ma la piattaforma dei dissidenti sottolinea la tiepidezza dell’impegno autono­mista del Pci (all’VIII* Congresso del Pci a Rorna  – 1956 – fu abolita la federazlone autonoma regionale sarda del Pci).

Grosso tonfo Pci alle elezioni regionali del 1957: la dlrezione nazionale del Pci rompe gli indugi e interviene drasticamente, accogliendo la proposta di eleggere segretario regionale del Pci Renzo Laconi. Si prepara cosi’ – anche con la presenza di Enrico Berlinguer (arrivato in Sardegna dopo 13 anni con l’obiettivo di favorire il “rinnovamento del Pci sardo e magari per assumere la direzione) la V* Conferenza regionale sarda del Pci (dicembre 1957).

 

La linea di lotta unitaria per l’autonomia e per la rina­scita della Sardegna diventa l’asse portante della politica comunlsta in Sardegna.

 

5*) 1957-1963 . Dopo le elezioni politiche del 1963 Umberto Cardia viene eletto segretario regionale del Pci sostituendo Laconi. La linea di unita’ autonomista e’ maggioritaria nel Pc! , solo maggioritaria.

 

6*) 1963-1968 – Sorgono come questioni politiche la vertenza delle zone interne (banditismo compreso), l’avvento della petrolchimica a Sassari-Portotorres (Rovelli arriva finanziato e  agevolato dal sassarese Stefano Siglienti presidente del­l’Imi) e la crisi del bacino minero-metallurgico. Con la “pclitlca contestativa” della Regione, che il Pci favorisce, si organizza un nuovo movimento di rinascita con asse le zone Interne e il bacino minerario (le “risorse locali” >.

il Pci accoglie tutte le istanze autonomistiche piu’ avanzate e combatte – purtroppo solo in linea di principio – la penetrazlone petrolchimica in Sardegna che da Portetorres ad Ottana e ad Assemini coinvolge e trascina le città di Sassari, Nuoro e Cagliari. I rapporti del Pci con il Partito Sardo d’Azione e con  l’ala autonomista e anche essa solo maggioritaria della Dc diventano sempre piu’ stretti.

Il Psi, con Peppino Catte segretario regionale, conquista rapidamente le posizioni autonomiste, l’unita’ delle forze autonomiste sembra imminente.

 

 

7*> 1969-80 – Confronto con il Pci fra i due vesanti (l’auto­nomistico e il neo-colonlialistico) avviene alle elezioni regionali del 1969 dove il primo orientamento e’ sconfitto.

La VIII Conferenza regionale del 1970 – presente Enrico Berlin­guer – sanziona un fatto e lo giustifica con la “riesumazio­ne” della valorizzazione agro-pastorale e l’esaltazione della “nuova classe operaia”. La questione diventa una mera questio­ne di sottosviluppo, solamente il “vecchio” gruppo autonomistico, anche per la morte di Laconi si divide e si frantuma mentre il presupposto della lotta per l’autonomia e la rinascita sfuma sempre piu’ in una formula senza piu’ contenuti. Inizia il periodo che Antonello Mattone chiamo’ “di progressivo e inesorabile abbassamento (anche d’istruzione) del mondo politico isolano: incominciano le chiacchere”.

Nel 1980 – contemporaneamente alla svolga nazionale di Salerno – si annuncia l’alternativa autonomistica: e’ la fine dell’unita’ autonomistica a cui e’ legata la concezione territoriale e non di classe dell’autonomia, sin dal 1947.

 

8*) 1980 – 1984.  Il  successo e revival del Partito Sardo d’Azione che si afferma piu’ nelle zone operaie e nelle citta’ che in quelle agro-pastorali.

Si pone con urgenza l’annosa e mai risolta questione del rapporto fra movimento sardista e movimento socialista nella isola. Il Pci si affretta – con sincerita’, speriamo tutti – a riguadagnare quanto piu’ possibile il terreno perduto nel cammino per l’autonomia e per la rinascita del Popolo sardo. Pesa la riduzione, fatta all’VIII* conferenza regionale sarda del Pci (Cagliari 1970) con Enrico Berlinguer, della questione sarda a mera questione di arretratezza  e di sottosviluppo (economico -sociale: la rinascita) e non di potere (politico ­istituzionale: autonomia).

 

 

9*) 1985-1990 – L’esperienza dell’alternativa di sinistra al governo della regione si chiude con un fallimento. Con la designazione di Cherchi a segretario regionale l’autonomismo nel Pci avanza sino a strappare al Congresso di Roma, prima (1989) e al Congresso di Bologna poi (1991) l’ipotesi di un Partito sardo autonomo con un proprio statuto e “collegato” (federato) al Pds italiano.

L’unita’ di facciata copre le profonde differenze dentro l’ex-Pc! sardo e il baratro fra l’ex pci sardo e l’ex Pci nazionale. Arrivano i risorgimentalisti (Fassino ?) a chiedere e qualche volta a imporre la moderazione nella svolta.

Armando Congiu

 


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