Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 15, domenica 3 maggio 2015.

IN CUSTA CHIDA:  notiziario settimanale della Sardegna


INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 1. Un’accoglienza trionfale, come fossero delegati di uno Stato. Con l’invito ad andare avanti sul progetto di una Sardegna che si distacca dall’Italia malata di corruzione ed egoismo politico per diventare il 27° cantone della Svizzera, un’isola autonoma davvero, libera e organizzata, con servizi che funzionano e un’economia che galoppa. L’idea, considerata finora balzana da parte del mondo indipendentista sardo, potrebbe oggi essere vista con altri occhi alla luce dell’accordo tra gli stati membri dell’Unione Europea di non accettare al proprio interno regioni (come Scozia e Catalogna) che intendessero lasciare i propri stati per direttamente federarsi con l’Europa. In Svizzera l’idea di accogliere una Sardegna indipendente tra i suoi stati confederati crea una simpatica curiosità.

L’INDAGINE SU MANINCHEDDA. L’Indagine ha ad oggetto una fattura  del 19 aprile 2005 dell’importo di 3.960 euro, per un sondaggio sugli orientamenti dell’elettorato di Iglesias in vista delle successive elezioni comunali. Il ‘silenzioso’ Maninchedda si stupisce: nel 2005 lui non era né presidente né tesoriere del gruppo di ‘Progetto Sardegna’. Anzi, era sul punto di uscirne. Si attendono sviluppi.

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 2. Andrea Caruso ed Enrico Napoleone, i due professionisti cagliaritani che poco più di un anno fa, spinti da una miscela di indignazione e goliardia politica, hanno lanciato sui social network l’idea dell’isola Cantone Marittimo, sono rientrati dalla tre giorni in Svizzera ancora increduli: «Il giornalista della tv Svizzera che ci accompagnava – racconta Caruso – ci ha detto che quanto stava accadendo era difficile da credere».

L’INDAGINE SU MANINCHEDDA. L’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda è indagato nell’inchiesta per peculato coordinata dal pubblico ministero Marco Cocco. Egli ha presentato le dimissioni da assessore, subito respinte dal governatore Pigliaru. Le dimissioni da presidente del Partito dei sardi verranno affrontate in un’assemblea prossima, anche se da subito ha ricevuto unanimi attestati di solidarietà.

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 3. Eppure è accaduto: «Sapevamo di essere invitati a osservare i lavori del Gran Consiglio, il parlamento del Canton Vaud, un vero e proprio stato indipendente come tutti i cantoni svizzeri, con i suoi organi di governo, la sua capitale Losanna e la sua importanza in seno alla Confederazione come terzo cantone per numero di abitanti. Ma quando i lavori del parlamento si sono interrotti perché il presidente Jacques Nicolet ci ha presentato al microfono come delegazione sarda di un progetto indipendentista che ha la Svizzera come modello e l’intera camera dei deputati ci ha salutati con un applauso, siamo rimasti basiti e non sapevamo bene cosa fare». Se la solo cavata con un sobrio cenno di saluto, ma non era finita.

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 4. «Il decano dei deputati Jacques Perrin ci ha cordialmente invitati a seguirlo – racconta Caruso (NELLA FOTO)- e dopo averci accompagnato a visitare il cantiere della futura sede del parlamento, in corso di ristrutturazione, ci ha spiegato che saremmo stati ricevuti nel caveau delle visite ufficiali dal presidente Nicolet e dal segretario di stato Igor Santucci per un rinfresco e uno scambio di vedute e informazioni». Ed è qui, in una delle più alte sedi istituzionali, che Caruso e Napoleone hanno potuto approfondire le prospettive del progetto partendo da una certezza: le massime autorità del Canton Vaud trovano credibilità nel progetto, hanno mostrato di considerare l’idea-provocazione arrivata dalla Sardegna tutt’altro che campata per aria.

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 5. «Il presidente ci ha detto che per lui il nostro è un progetto folle ma non insensato – racconta Caruso – perché alla base c’è un senso pratico che lo rende realizzabile, almeno per la parte che vorrebbe applicare il sistema svizzero a una Sardegna indipendente. Al punto che il deputato nonché sindaco di Avenches, Daniel Trolliet si è dichiarato disponibile («anche a proprie spese») a venire nell’isola per illustrare ai sardi e ai loro amministratori («come relatore, non come insegnante») il sistema svizzero. Per esempio per riferire che in Svizzera i deputati ricevono per la loro attività istituzionale di duemila euro al mese, comprese le spese: «Una cifra risibile – osserva Caruso – se raffrontata ai compensi faraonici dei nostri amministratori».

IL SULCIS CHE VUOL PORTARE LA SARDEGNA NEL BARATRO. L’opposizione al comune di Porto Scuso torna all’attacco sul referendum popolare, presentando una mozione per inserire nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio la modifica dello statuto comunale che consente solo referendum propositivi. Evidentemente si vuole impedire la fabbrica di biofuel, e va bene. E se Portoscuso fosse invece d’accordo: dovrebbe il resto del territorio sulcitano accettare la coltivazione delle canne così come vuole il responsabile dell’ufficio che lavora al fianco di Franceco Pigliaru e quei sindaci che  continuano a viaggiare verso la Mossi Ghisolfi?

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 6. I sardi potrebbero poi scoprire com’è che in un paese democratico e lontanissimo dai centralismi italiani i cantoni possono scegliere liberamente, in condizioni di reale autonomia, la propria politica economica e sociale guardando soltanto agli interessi dei cittadini e non delle lobby. Perché se la Svizzera non è il paradiso («qualche piccolo disservizio l’abbiamo trovato anche lassù» ha raccontato Enrico Napoleone  (FOTO) nella sua pagina Facebook) oltre le alpi il vocabolo rassegnazione non entra nell’uso comune.

TISCALI VINCE. 1. Tiscali darà la linea per far viaggiare i dati sul web a tutti gli enti pubblici. L’affidamento ha valore per i prossimi sette anni, e garantisce i servizi di rete nel Sistema pubblico di connettività (Spc) per le pubbliche amministrazioni. Tiscali ha il 60 per cento di questo appalti. Il 20 se lo è aggiudicato la BT Italia. A Rti Vodafone Omnitel-Ericcson il restante 20 per cento.

INDIPENDENTI PER CONFEDERARE LA SARDEGNA CON LA SVIZZERA? 7. Una cosa è certa: l’incontro tra i due fondatori dell’associazione Canton Marittimo – che ha migliaia di iscritti sui social network, ma riceve anche critiche e attacchi lividi di rabbia – sarà registrato negli archivi di stato del Vaud insieme ad altri incontri politici. Mentre nella mente dei «delegati» sardi resterà un insegnamento semplice ma significativo per chi è abituato alle cose italiane: «Quando nella bellissima cittadina di Avenches, nel rinfresco di accoglienza, ho proposto di brindare al sindaco e deputato Daniel Trolliet – riferisce Caruso, ancora imbarazzato – lui mi ha corretto con un sorriso… non un brindisi al sindaco, ha detto, ma alla collettività».

TISCALI VINCE. 2. Queste società hanno accettato l’adeguamento della propria offerta economica a quella della società di telecomunicazioni con sede a Cagliari. Con ogni fornitore la Consip stipulerà un contratto quadro per servizi di trasporto dati in protocollo Ip, servizi di sicurezza e di comunicazione evoluta e consulenza specialistica su tutto il territorio nazionale.

TASSE, TASSE, TASSE … Tasse alle stelle per le imprese di Sassari, Olbia, Cagliari, Nuoro Per dare un po’ di tregua alle imprese sarde, stritolate nella morsa della crisi, sarebbe necessario attivare al più presto una riforma del fisco che permetta anche un concreto snellimento burocratico. La pressione fiscale è in lieve diminuzione a livello nazionale – dove dovrebbe passare dal 63,9% dell’anno scorso al 62,2% di quest’anno (-1,7%) – e regionale (pari al 63,1% nel 2014 e al 62,2% per il 2015), ma in quasi tutti i grandi centri dell’Isola le aziende si ritrovano, invece, a fare i conti con una tassazione maggiore. È questo, in sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa.

TISCALI VINCE. 3. Tiscali ha sbaragliato la concorrenza. Ha offerto 265 milioni di euro, molto al di sotto di tutti gli altri partecipanti alla gara.  Sulla gara pendono ricorsi presentati da Telecom Italia, Fastweb, Bt Italia e Wind. Il contratto, dal massimale complessivo di 2,4 miliardi di euro, dovrà garantire connettività in banda larga e altri servizi ai 100mila punti rete della pubblica amministrazione. I risparmi stimati da Consip si aggirano sui 2 miliardi di euro nei prossimi sette anni.

RADIO SARDEGNA CHIUDE? «Questione di giorni» era la promessa. Siamo già ai mesi e il silenzio è perfetto. Ma che fine ha fatto la convenzione per i programmi di Rai Radio Sardegna, quella che dovrebbe esaltare la parte «identitaria» del palinsesto? Si è persa negli uffici. Non se ne ha notizia. La voce è spenta dal primo aprile, a parte Musicamed (il giovedì) e Mediterradio (venerdì). E del futuro non c’è proprio certezza. Voci dal sen sfuggite affermano che ‘radio Sardegna’ chiuderà perché qualche sassarese della giunta non tollera che la sede turritana della Rai sia  moribonda. Sarà così?

OPERE INCOMPIUTE IN SARDEGNA. 1. La Sardegna è al  secondo posto, dopo il Lazio, nella classifica delle opere pubbliche incompiute, con 68 cantieri bloccati, poco meno del dieci per cento del totale nel Paese. Lavori per i quali sono già stati spesi 176 milioni e che per essere terminati necessitano di 22,8 milioni. Tra le incompiute sparse a tutte le latitudini dell’Isola ci sono lavori quasi completamente realizzati, altri abbandonati a metà strada, talvolta da decenni, altri abbandonati poco dopo l’apertura. Ci sono i cantieri della 131 e della Sassari-Olbia, c’è quello della diga di Monti Nieddu, un’opera da 83,2 milioni (di cui 53 dello Stato) appaltata nel 2002 e ancora ingessata per mille ragioni.

OPERE INCOMPIUTE IN SARDEGNA. 2. C’è lo schema acquedottistico n° 39, l’opera da 55,2 milioni che dovrà assicurare l’approvvigionamento potabile del Sarrabus. L’anagrafe non è aggiornatissima ma comprende anche l’orto botanico da 520 mila euro a La Maddalena; a Villaputzu la caserma dei carabinieri da 1 milione 300 mila euro; a Ozieri il palazzetto dello sport da 5 milioni; a San Vito la riqualificazione urbana del villaggio operaio di San Priamo (quasi 3 milioni di euro); a Seneghe il restauro dell’ex albergo Laconi da 1 milione 428 mila euro; a Oristano la bonifica del vecchio carcere militare da 1 milione 023 mila euro; ad Alghero la valorizzazione della Grotta Verde (1 milione 200 mila euro); a San Sperate il Parco Pixinortu (112 mila euro); a Baradili la ristrutturazione di Casa Usai (80 mila euro); a Torralba interventi sulla viabilità interna (350 mila euro); a Portovesme il dragaggio e il completamento della banchina di Riva (oltre un milione); a Fluminimaggiore il recupero dell’ex asilo da destinare alla promozione turistica (quasi un milione e mezzo); ad Arborea la costruzione di un autodromo per gare di formula 3, kart e moto (16 milioni 640 mila euro); a Nuoro la parrocchia di San Francesco, un milione 400 mila euro l’ultimo intervento di quindici anni fa, altri 2 milioni mancanti per l’ultimazione.

IN SARDEGNA C’E’ AL QAEDA. La cellula di Al Qaeda in Sardegna è sgominata. Nessuno immaginava che in una stradina anonima di Olbia, dietro l’insegna “Mondo Bazar”, in via Spensatello, avesse messo su casa un commando jihadista. Il peggiore fra quelli scoperti in Italia negli ultimi anni. Capi, finanziatori del terrorismo e manovalanza: una ventina di persone spietate. «Pronte a tutto», ha detto il procuratore capo della Procura distrettuale di Cagliari, Mauro Mura, nell’annunciare gli arresti. Le accuse contestate ai dieci pachistani e afghani finiti in carcere a Tempio, Bergamo e Roma vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al terrorismo al delitto di strage, commesso a Peshawar, in Pakistan, nel 2009 ma organizzato a Olbia.

 

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