E sa paragula si mentenet. Et su populu si difendet.

(Comunicato stampa dei Rossomori, del 9 luglio 2014)

Nessuno può dire di non sapere. E nessuno potrà dire di non avere saputo.

In queste ore e in questi giorni il Parlamento Italiano, in prima lettura ,sta modificando profondamente la Costituzione Repubblicana. E la modificherà con ulteriori atti,  già annunciati dal Governo.

Tutto ,come è evidente, è modificabile e anche la Costituzione Repubblicana ,alla quale ,per motivi di cultura e di storia di libertà ,noi siamo sono molto legati e ,se si potesse dire ,affezionati.

Siamo tuttavia convinti  che i Padri Costituenti hanno rappresentato al meglio una cultura democratica e istituzionale ancora oggi moderna e vitale. E siamo ancora più convinti e affezionati alla Costituzione Repubblicana perché del Corpus costituzionale fa parte lo Statuto di Autonomia Speciale della Regione Autonoma della Sardegna.

Ora capita che le modifiche che si stanno apportando,  e le ulteriori che si annunciano , incidano unilateralmente sui rapporti Stato /Regione Autonoma ; e le ragioni e i titoli e i poteri e le funzioni statutariamente garantiti siano indeboliti ,quando non caducati radicalmente. In  tal modo riducendo la qualità del pur debole potere di autogoverno che lo Statuto Speciale consentirebbe.  E tali modifiche stravolgenti vengono introdotte senza alcuna forma di intesa istituzionale nelle forme previste da Statuto e da Costituzione.

Così che il rapporto pattizio tra il Popolo Sardo e il Popolo Italiano e ,in conseguenza dei Trattati, con l’Unione Europea  viene unilateralmente e incostituzionalmente travolto.

Questi atti e le loro conseguenze sono dannosi e profondamente in contrasto con gli interessi del Popolo Sardo .  E spetta a chi detiene la rappresentanza degli interessi e delle Istituzioni Autonomistiche difenderli.  Chiamare a raccolta e a difesa.

Nel Parlamento Italiano chi ha sollevato la bandiera degli interessi dei Sardi è rimasto isolato nella sua  difesa quasi testimoniale.

Nelle Istituzioni dell’Ordinamento autonomistico si tace o ,più semplicemente, si mormora.

Spetta alla Politica, ai Partiti ,alle Associazioni della rappresentanza sociale, alla Cultura assumere tutte le iniziative idonee a fermare questo smottamento centralistico, sostanzialmente e formalmente centralista, negativo delle sussidiarietà europee e delle solidarietà democratiche delle culture azioniste, socialiste cattolicodemocratiche e, per quanto riguarda la Sardegna, la cultura sardista.

 

Gesuino Muledda, presidente

Marco Pau segretario

Cagliari 9/7/2014