Schiavi

In Italia sono 11.400. Nel mondo, quasi 36 milioni (solo in India 14 milioni). Muovono un giro d’affari di 150 miliardi di dollari l’anno.

La fatwa numero 64 del­lo Stato Islamico detta le norme relative all’uso delle schiave. Per  esempio, è vietato per lo stesso uomo violentare sia la madre che la figlia oppure due sorelle, padre e figlio non abuseranno della stessa donna, non bisogna copulare con la schiava incinta o costringerla ad abortire, astenersi dal prenderla durante il ciclo e anzi attendere finché non sia pulita, niente rapporti anali, si raccomanda com­passione, ecc.

 

Orrore «Tentativo aberrante di istituzionalizzare l’orrore» (Audrey Alexander).

 

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India Nel20141′Ong australiana Walk Free Foundation (Wff), analizzando 167 Paesi, ha calcolato che nel mondo sono quasi 36 milioni le persone vittime della schiavitù. Lo schiavo moderno è una persona cui vien tolta la libertà per esse­re sfruttata. Una definizione generica che raccoglie diversi e a volte distanti  tipi di abuso: dai matrimoni imposti alla tratta di esseri umani, dal lavoro forzato alla servitù per debiti. Ad aggiudicarsi il primato di capitale mondiale della schiavitù è l’India con 14 milioni di per­sone senza libertà. In seconda posizione c’è la Cina con 3.24m1ioni, seguita da Pakistan (2), Uzbekistan (1.2) e RussIa (1,05).

 

Italia. In base alla definizione del Wff gli schiavi in Italia sono l1AOO. Il nostro Paese occupa, nella classifica, la 151esi­ma posizione. Dei 167 paesi esaminati dal Wff solo due – Islanda e Lussembur­go – hanno meno di cento persone che vivono in condizioni di schiavitù.

 

Australia. Gli schiavi italiani che in Au­stralia raccolgono cipolle, patate, pomo­dori o manghi per undici ore a notte (nel maggio del 2015 ne sono stati contati oltre 15.000). Arrivano in Australia con un visto temporaneo di «Vacanza Lavo­ro», hanno meno di 31 anni e, spesso, una laurea in tasca. Alla partenza, molti di loro neppure immaginano di rischiare condizioni di aperto sfruttamento, con orari di lavoro estenuanti, paghe mise­rabili, ricatti, truffe, ecc.

 

Vip- L’University College di Londra ha scoperto che tanti personaggi inglesi importanti sono discendenti di schìa­visti: David Cameron, Graham Greene, George Orwell e così via. Gli studiosi hanno analizzato i nomi di tutti quelli che, dopo l’abolizione dello schiavismo, ricevettero, come previsto dalla riforma, un risarcimento dallo Stato e hanno scoperto, per esempio, che in cambio di 2.508 schiavi disseminati in nove piantagioni, John Gladstone, padre del quattro volte premier William Gladstone, ottenne 106.769 sterline. Invece James Duff, lontano cugino di David Cameron, deputato e ufficiale dell’esercito, nelle grandi piantagioni di zucchero della Giamaica contava 202 schiavi, liberi per 4.101 sterline.

Intellettuali A Venezia Rousseau comprò, a metà con un amico, una ragazzina di dodici anni «bionda e dolce come un agnellino». Ma poi non se la sentì di approfittarne. Rimbaud acquistò una donna abissina, snella e dalla pelle chiara, la trattò sempre con gentilezza e la fece studiare. Quando dovette partire la lasciò libera. Gérard de Nerval aveva apprezzato il mercato delle schiave perché dalle loro vesti blu drappeggiate s’intravedeva la perfezio­ne dei corpi.

 

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