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Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno II, n° 37, domenica 13 ottobre 2013

Posted By cubeddu On 13 ottobre 2013 @ 08:02 In Blog,Novas | Comments Disabled

IN CUSTA CHIDA:  notiziario settimanale della Sardegna.

Secondo i dati Istat il tasso di abbandono degli studi di ragazzi tra i 14 e i 18 anni non compiuti sfiora ormai il 25,5%, contro una media nazionale che si attesta al 17,6%. Saranno utilizzati per l’attivazione di 15 corsi di formazione biennali gratuiti, indirizzati a 225 ragazzi sardi, di età compresa tra i 15 e i 18 anni non compiuti, disoccupati e in possesso di licenza media.

I settori della ristorazione, della trasformazione agroalimentare, della riparazione dei veicoli a motore, del montaggio e manutenzione delle imbarcazioni da diporto, di impianti termoidraulici oppure negli ambiti delle lavorazioni artistiche e del benessere. La durata di ciascun corso, articolato in 1.200 ore e di cui almeno 300 ore saranno dedicate agli stage aziendali, è biennale. Al termine del percorso formativo i ragazzi potranno ottenere un’indennità di partecipazione e una qualifica professionale che certificherà le competenze e che potrà essere utilizzata in tutta Europa, come stabilito dalle disposizioni dell’Unione europea.

Facoltà a numero chiuso, troppe tasse da pagare e sempre meno fondi per le borse di studio. Sbarramenti che portano gli studenti sardi ad affermare che studiare è diventato un diritto di chi se lo può permettere. L’anno accademico è cominciato anche quest’anno all’insegna delle polemiche e con gli universitari sul piede di guerra. Il primo ostacolo da superare sono i test d’accesso che, come ogni anno, hanno impedito a una buona fetta di studenti l’iscrizione al corso di laurea desiderato.

 

L’effetto baby-boom degli anni Sessanta rivoluziona le famiglie sarde provocando in Sardegna un altro “boom”, quello dei nuclei familiari: tra il 2001 e il 2012 sono aumentati del 21,4% (il 18,6% a livello nazionale). È un record che svela una ricerca del Centro studi della Cna sarda; record che rischia ora di essere vanificato dalla crisi che sta costringendo quegli stessi giovani che hanno messo su famiglia ad emigrare per cercare lavoro.

Da Bitti alla Marmilla, passando per tutti i Comuni montani, le manifestazioni che tentano di proteggere alunni e insegnanti hanno assunto un sapore che non è solo quello – sacrosanto – della battaglia per il diritto allo studio mutilato. Siamo piuttosto dalle parti dell’autonomismo più nobile e della politica (quella vera) più pregiata.

Alla fine le deroghe sono arrivate e arriveranno, qualcuno su quei banchi continuerà a sedere, le ovvietà sulla lotta allo spopolamento avranno ancora un senso. Altrimenti si sarebbe davvero potuta spegnere la luce. Non solo delle scuole, ovviamente. Ma dei paesi interi.

Il successo dell’ultima edizione, rilancia il ruolo del Premio Ozieri nell’ambito dei programmi di valorizzazione e tutela della lingua e cultura sarda. Il sodalizio fondato nel 1956 da Tonino Ledda, vive una stagione positiva, grazie anche al riconoscimento della Regione, che negli ultimi anni lo ha inserito a pieno titolo fra il programma sulla lingua sarda.

Ha vinto Silvio Lai. Contro Soru: 34 voti per la proposta del segretario (gestione unitaria del partito, rinvio del congresso), nessuno contro. L’ex governatore prova a cambiare un destino già scritto in un vertice pomeridiano tra i big (ma lui non c’era), e invoca il congresso regionale subito: con primarie per la segreteria l’8 dicembre, come quelle nazionali. Ma le voci prevalenti sono per il rinvio: inopportuno alla vigilia delle Regionali, dicono in molti, la priorità è battere il centrodestra.

L’effetto baby-boom degli anni Sessanta rivoluziona le famiglie sarde provocando in Sardegna un altro “boom”, quello dei nuclei familiari: tra il 2001 e il 2012 sono aumentati del 21,4% (il 18,6% a livello nazionale). È un record che svela una ricerca del Centro studi della Cna sarda; record che rischia ora di essere vanificato dalla crisi che sta costringendo quegli stessi giovani che hanno messo su famiglia ad emigrare per cercare lavoro.

Per la prima volta un ristorante della Sardegna si aggiudica Tre Forchette Gambero Rosso nell’omonima guida. L’eccellenza messa in tavola da Roberto Petza a S’Apposentu, a Siddi, già premiata lo scorso anno con la stella Michelin, entra ora a far parte del migliore panorama enogastronomico italiano accanto ad altri 22 locali.

Paesi dove si è dissolta ormai perfino la caserma dei carabinieri, la sanità è rappresentata da guardie mediche quando ci sono, gli uffici pubblici hanno totalmente sbaraccato, rischiavano di perdere l’ultima bandierina. Via le scuole, i bambini, le donne e gli uomini di dopodomani. Il senso e l’importanza della partita l’hanno capito per bene i sindaci che sono l’avamposto più bombardato e sensibile dell’amministrazione pubblica.

Zona franca, Statuto modificato. L’emendamento riformula così l’articolo 12 dello Statuto: «Il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca interclusa dal mare circostante; i punti di entrata e di uscita sono individuati nei porti ed aeroporti della Sardegna. La Zona franca della Sardegna è disciplinata dalle leggi fiscali dello Stato italiano e dell’Unione europea che si applicano ai territori extradoganali di Livigno, Campione d’Italia, dalle acque nazionali del lago di Lugano racchiuse tra la sponda e il confine politico della zona situata tra Ponte Tresa e Porto Ceresio, nonché quelli di Gorizia, Savogna d’Isonzo e della Regione a Statuto speciale Valle d’Aosta».

La Sardegna è prima in classifica per la superficie boscosa ridotta in cenere: quasi 1.574 ettari, 85 in più rispetto alla Puglia, addirittura 1.100 in più rispetto alla Sicilia; in Sardegna, i boschi percorsi dalle fiamme costituiscono un quarto della superficie bruciata nell’intera nazione.

L’Isola nascosta. Più di 62mila immobili per un valore di 47 milioni di euro. Vale tanto in Sardegna l’operazione “case fantasma” appena conclusa dagli 007 del Fisco dopo una complessa attività di controllo sui fabbricati sconosciuti al catasto.

Giovani in fuga dall’Isola. La Sardegna fino al 2012 era la regione italiana col più alto tasso di crescita dei nuclei famigliari: con la crisi è ripresa l’emigrazione. L’incremento dei nuclei famigliari, tutto endogeno e direttamente ricondubile alla struttura demografica, subisce un’inversione a causa della piega che stanno prendendo i giovani. Tra il 2008 e il 2012, infatti, si registra un calo di 37 mila residenti, in gran parte giovani che emigrano, spesso contro la loro volontà.

“La Regione fermi questo esodo: o s’inverte la tendenza o sarà declino”. E’ questo l’input che la Cna lancia attraverso i dati dell’indagine demografica: la Sardegna è chiamata a fare i conti con  uno scenario nel quale diminuiscono le nascite, i giovani espatriano per lavoro e i vecchi vivono sempre più soli. La disoccupazione giovanile, cresciuta fino al 47,3% e che a Cagliari sfiora il 60% rappresenta solo l’effetto più macroscopico di questa crisi che va ben oltre gli aspetti congiunturali. Ai tantissimi ragazzi sardi che non trovano lavoro si aggiungono i giovani che partono dall’isola in cerca di impiego.

Il diktat dell’Europa: l’acqua dei sardi sarà privatizzata. La decisione della Giunta regionale di capitalizzare Abbanoa con 148 milioni di euro tra il 2013 e il 2017 ha incassato il via libera della Commissione Europea a patto però che vengano  rispettate delle condizioni inderogabili, tra le quali la privatizzazione del servizio a partire dal 2025. Ce lo chiede l’Europa”: forse sarà questa la formula con cui l’amministrazione regionale farà ingoiare ai cittadini sardi la privatizzazione dell’acqua pubblica.

Case fantasma, nell’isola sono 62mila. Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate: molti proprietari si sono messi in regola, restano oltre 19mila anomalie. Una goccia all’interno dei 492mila immobili, non accatastati a livello nazionale. La provincia con il numero maggiore di case fantasma è Sassari (compresa Olbia-Tempio) con 18.966 immobili sconosciuti al Catasto. A seguire Nuoro (17.296), Cagliari (16.752) e più distante Oristano (9.483).

Abbanoa privatizzata? Deciderà l’Europa. Il costituzionalista Deffenu: le norme sulla libera concorrenza potrebbero prevalere sui referendum abrogativi del 13 giugno 2011, proposti dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua e che hanno cancellato, una dopo l’altra, tutte le norme che regolavano la progressiva privatizzazione degli acquedotti.

I soldi virtuali del Piano Sulcis. Era il 13 novembre 2012, quando il cosiddetto Piano Sulcis da 400 milioni di euro venne presentato a Carbonia dalla delegazione di ministri del Governo Monti. La giornata si concluse con la fuga in elicottero dei due ministri e scene di guerriglia urbana ma prima di allora conosciute. Indegne di una comunità conosciuta per l’attaccamento al lavoro e il rispetto dell’ospite. A distanza di undici mesi si attende ancora la pubblicazione del bando da parte del ministero dello sviluppo economico. Solo in quel momento si potranno spendere i soldi destinati a una miriade di progetti.

E’ scontro su Torregrande. Protesta dei grillini durante l’assemblea pubblica a Oristano. La Ivi Petrolifera ha presentato il progetto, già approvato dal consiglio comunale,  per la riconversione di una fabbrica dismessa in un insediamento turistico con albergo di lusso, campo da golf a diciotto buche e residence per vacanze.  Garanzie su protezione delle dune e recupero della pineta.

Fondo della Sfirs per garantire le aziende sarde. L’obiettivo è quello di agevolare l’accesso al credito da parte delle aziende, per garantire loro i fondi necessari non solo per andare avanti nel breve periodo ma anche per investire e sviluppare l’attività. La dotazione del fondo ammonta a 243 milioni di euro. Attualmente (dati aggiornati a ottobre 2013) le pratiche arrivate negli uffici della Sfirs sono state 2.404, quelle a cui è stato concesso un sostegno 2.033 mentre 119 sono ancora all’esame della finanziaria regionale.

Sardegna 1 sempre più in crisi. Un appello alla politica perchè metta mano alla crisi dell’editoria in Sardegna e scongiuri il rischio di un grave impoverimento informativo per l’intera regione. L’hanno lanciato i 21 lavoratori della tv che hanno scioperato davanti al Consiglio regionale. Soliderietà da parte della FNSI per mezzo di una nota del suo segretario nazionale, Franco Siddi.

Granarolo sbarca in Ogliastra. Il gruppo dell’agroalimentare entra nel capitale sociale di Almalattea, il maggior produttore italiano di latte di capra e derivati che ha la sua sede produttiva a Villagrande Strisaili.

 

Alcoa, assalto pacifico al poligono. Sale la tensione, occupato per alcune ore l’ingresso della base di Teulada. Gli operai di quello che un tempo era il più grande polo dell’alluminio d’Italia temono per gli ammortizzatori sociali in scadenza.

 

 

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