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LUCIANO CARTA, Cola die ’ona. Racconti bolotanesi. In ricordo di Paolo Pireddu, a cura di Pier Luigi Pireddu

Posted By cubeddu On 28 marzo 2022 @ 16:05 In Blog,Città e comuni della Sardegna,Cultura e Scuola,Identità,Limba sarda | Comments Disabled

È uscito da qualche mese, per i tipi delle Grafiche del Parteolla, il volume di Luciano Carta, Cola die ’ona. Racconti bolotanesi. In ricordo di Paolo Pireddu, a cura di Pier Luigi Pireddu. Si tratta di un libro particolare, sia perché scritto nella schietta parlata di Bolotana, sia per la motivazione che sta alla sua origine.

Paolo Pireddu (1947-2019), medico anestesista che ha operato per diciassette anni presso l’ospedale San Francesco di Nuoro e successivamente a Sassari, dove si era stabilito con la famiglia, è deceduto l’8 luglio 2019 a seguito di un male incurabile con cui ha stoicamente convissuto per circa tre lustri.

Nell’ultimo anno di vita aveva confidato a Luciano Carta, il compagno di studi rivisto dopo molti anni, che gli rimaneva ancora poco tempo; così i due fedàles avevano intrecciato un quotidiano scambio di messaggi su WhatsApp. Che cosa significhi essere fedàles tutti gli abitanti dei nostri paesi sanno bene: nati nello stesso anno, circostanza che contribuisce a instaurare un rapporto stretto e del tutto particolare fra coetanei. E Paolo e Luciano erano per giunta nati a pochi giorni di distanza, Paolo l’8 e Luciano il 14 dicembre 1947.

Luciano ha sempre avuto, fin da bambino, come ben ricordano i fedàles, una particolare attitudine al racconto. Così, nella quotidiana corrispondenza con Paolo, si è impegnato a ricreare in lingua sarda, sulla scorta dei suoi ricordi, il contesto umano e sociale del paese di Bolotana negli anni tra il 1950 e il 1970. In questo quadro, insieme alla vita delle famiglie contadine e pastorali del contesto locale, riemerge una gustosa galleria di personaggi strapaesani, dall’arguto parroco don Gianni Pisanu, futuro vescovo di Ozieri, a tiu Tenàghe, campione di schiettezza contadina, da tia Zizza, prototipo della schiva femminilità paesana, a tiu Mundèddu, il finanziere rientrato da pensionato in paese dove portava elementi di modernità col suo giradischi. Il Curatore Pier Luigi Pireddu, figlio di Paolo, insieme con la madre e le sorelle, hanno suddiviso il volumetto in cinque sezioni:

  • Aneddoti, in cui sono compresi tredici racconti strapaesani;
  • Le avventure di Bacchiserèdda, sezione dedicata al vissuto di Bolotana, il paese di San Bachisio, con undici testi il cui protagonista non avrebbe potuto avere nome più eloquente;
  • Usanze, costumi, con cinque contributi che descrivono usanze tipiche del paese, fra cui quella di terracuzare, ossia di dare l’annuncio, da un luogo elevato, dei nuovi fidanzamenti e spesso anche di fidanzamenti improbabili, con commenti salaci e scherzosi;
  • Detti, modi di dire, che illustrano otto sentenze greco-latine, in cui i due corrispondenti rispolverano ricordi degli studi liceali;
  • Proverbi, sette proverbi, anch’essi greco-latini, che fanno riferimento alle favole di Esopo e di Fedro, studiate negli anni della Scuola Media e del Ginnasio, frequentato da entrambi nel Seminario vescovile di Alghero tra il 1958 e il 1964.

Chiude il volume un ricordo autobiografico di Paolo relativo al periodo in cui fu medico anestesista a Nuoro.

Di tutti i racconti le figlie e la nipote di Paolo hanno redatto la traduzione italiana.ola die ’ona”

 

 

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