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LA CHIESA NON PUÒ BENEDIRE COPPIE GAY, di Lucetta Scaraffia

Posted By cubeddu On 23 marzo 2021 @ 08:27 In Antropologia,Blog,Chiesa,Società,Teologia | Comments Disabled

E’ moltò probabile che stupisca il responso della Congregazione per la dottrina della fede che nega la possibilità di benedire le coppie omosessuali, perché l’immagine di un PapaFrancesco progressista ha abituato tutti, ammiratori e avversari, alle sue aperture, spesso inaspettate. E anche perché qualche mese fa era stata attribuita a Bergoglio l’impegnariva affennazione che anche gli omosessuali «hanno diritto a una famiglia», interpretata come una sostanziale accettazione delle famiglie omosessuali. Il Papa invece si riferiva alle famiglie di origine delle persone omosessuali e alla necessità che queste famiglie accettassero e accogliessero con amore i.figli “diversi”. Bisogna però aggiungere che da parte vaticana non era arrivato alcun comunicato che chiarisse l’equivoco: da qui il fiorire delle attese.

Oggi il responso della Congregazione per la dottrina della fede mette le cose in chiaro, seppure con un linguaggio molto prudente e attento a non offendere le persone omosessuali, e spiega le ragioni del rifiuto con due tipi di ragionamenti,ma non di natura morale. Il primo è una spiegazione del termine “benedizione” e del suo significato nella liturgia cattolica, collegandolo a quello dei sacramenti, così da avvertire: la benedizione non è semplicemente un atto che testimonia benevolenza, ma una richiesta d’intervento della grazia di Dio. Che può illuminare peccatori e santi ma non può in alcun caso suonare come approvazione per ciò che non corrisponde all’ordine della creazione, il quale prevede come fondante di una unione familiare un uomo e una donna, cioè due esseri umani diversi in condizione di generare. Non è quindi una riprovazione morale quella che spinge la Chiesa a negare la benedizione, né tantomeno un giudizio negativo sulle persone, bensì un’impossibilità di tipo teologico-antropologico, che del resto trova una conferma concreta nel fatto che due persone dello stesso sesso non possono generare e quindi formare una loro propria famiglia.

Senza dubbio questa attenzione a non indicare la condanna dei rapporti omosessuali in sé come ragione del divieto – confermata anche dal fatto che il documento ribadisce che si può benedire un singolo omosessuale, manon una sua eventuale unione – è una novità e rivela un’apertura nuova.

Bisogna ricordare, peraltro, che la Chiesa cattolica non è mai stata troppo severa nei confronti degli omosessuali in quanto tali. Soprattutto essa non li ha mai considerati dei “diversi”, ma persone come le altre, che come le altre hanno cattive inclinazioni. Anche nei primi decenni dell’Ottocento, quando gli scienziati della nascente eugenetica cominciarono a considerare l’omosessualità addirittura come una malattia trasmissibile geneticamente, il cattolicesimo non accettò mai questa condanna così come non accettò i provvedimenti relativi presi dai governi, come quelli efferati che durante il nazismo arrivarono .fino all’eliminazione. Bisogna anche ricordare che nessun Paese cattolico ha promulgato leggi contro la pratica dell’omosessualità, mentre in altri era prevista la prigione, come testimonia il caso diOscar Wilde.

Anche in questa occasione, dunque, la Chiesa è coerente: Papa Francesco espnmela sua solidarietà e la sua simpatia a singoli omosessuali respinti dalle famiglie d:origine, ma non benedice unioni che non sono in grado di dare ongìne a una vera famiglia. L’unica, secondo la Chiesa, prevista dall’ordine della creazione.

LA STAMPA 16 MARZO 2021

 

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