Ultime, prima dell’inizio, di Salvatore Cubeddu

E’ finito agosto. E pure il nostro intervallo. Ci rimane un sole intollerabile, il numero in crescita dei positivi al Covid 19, l’incomunicabilità tra Solinas e Roma. Dopo Milano e il sindaco Sala del ‘ci ricorderemo!’, ora è il turno della Regione di Zingaretti, che influenza il governo, molti giornali e le trasmissioni Rai. Quello che a maggio era stato negato a noi, oggi la si pretende come se la presidenza sarda forse al loro servizio. Come se fossimo tuttora al servizio dei desiderata dei cives romani, dei loro vizi e malattie. Delle pretese e dei piagnistei dei loro giovanotti.

Ancora non ci siamo lasciati alle spalle l’ingombro di Briatore (cui vorremmo augurare il recupero di saggezza già percorso da BoJo d’Inghilterra) ed è un bene, visto che queste settimane sono ricche di insegnamenti a proposito di civilizzatori e pecore, di fortunati con la ‘f… a’ e di sfigati con i ‘cessi’, di obbligati alla mascherina e di belli in libertà, di cinquecento giornalieri pasteggiatori a champagne nel Billionaire e dei loro servitori appestati abitatori del Bronx. Dove pensate che fossero più presenti, percentualmente, i sardi? E quanto del guadagno di Briatore ha preso la strada del paradiso fiscale lussemburghese e quanto è rimasto in Sardegna?

E le ovvie domande successive a proposito del turismo ‘aristocratico’, così preferito dai danarosi della Roma Nord: quanto ci guadagna l’economia sarda da queste presenze? Sì … quanto a noi conviene averceli qui d’estate?

Facciamoli i conti, perché loro sono qui per i conti, se non i figli di papà, di sicuro i cosidetti imprenditori di questo turismo e i suoi simili. Facciamoli i conti sul turismo in Sardegna, perché si tratta di forestieri che vengono a guadagnare a casa nostra e che spesso si comportano come se loro ne fossero i padroni e noi gli ospiti. Giustamente i sindacati iniziano a farli … avendo i lavoratori, sfruttati e appestati.

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Oggi, 30 agosto, ore 8,55, Cagliari. Il centro è silenzioso, come in una domenica di lockdown. La città dorme, ha fatto l’alba come fosse l’ultimo giorno di vacanza. Dopo mesi il cielo è abbuiato, seppure la temperatura mantenga lo strascico del terribile vento di scirocco. Notatelo: è di sabato, gli ultimi tre, che ci portano oltre i 40°.

Domani si riprende. Comunque. Anzi: abbiamo ripreso con il nuovo salire dei positivi al Covid. Se andiamo dietro ai numeri francesi saremo al disastro.

Tra due giorni è cabudanne e, in ogni caso, dovremo riprendere in mano il ‘capo’ della nostra vita, lavoro o studia che sia. Parliamo del rientro dei ragazzi a scuola perché il loro inizio muove il ricominciare di tutti. E tutti siamo preoccupati che il loro ritorno risulti il più possibile sereno.

Attendiamo la pioggia, speriamo nella salute, collaboriamo tra noi. Abbiamo un comune destino.

 

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