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Queste elezioni ed … il sotto-emirato della Qat-llura, di Salvatore Cubeddu

Posted By cubeddu On 21 febbraio 2018 @ 05:00 In Blog,Politica sarda,Società sarda | Comments Disabled

Cosa succede tra Olbia, Sassari, Nuoro, Oristano, Cagliari e … il Qatar?

 

 

 

 

 

 

 

L’artista mio amico, che crede che io mi intenda di politica, mi chiede per chi votare, che sia vicino ai nostri conversari etno-linguistici e che abbia qualche probabilità di successo. Prendo tempo. Quanto al merito, quella del successo è la risposta meno agevole. Nel metodo, invece, mi riterrei più preparato e gli ho già anticipato un mio assioma: quando le cose vanno bene per l’Italia, non è certo che vadano bene per la Sardegna; quando invece vanno male per l’Italia, sicuramente vanno ‘peggio ancora’ per la Sardegna. In realtà il ragionamento potrebbe presentarsi più complicato ed andrebbe spiegato. Ma le elezioni sono alle porte, ne riparleremo.

Intanto, coevi a questa strana non-campagna elettorale, procedono nel nostro contado i tratti ‘specifici ed originali’ della nostra storia. Aspetti di cronaca politica  osservando Olbia, Sassari, Nuoro, Oristano e, noblesse obblige, Cagliari.

La scuola  non sarà dedicata alla madre dell’emiro del Qatar e, per il sindaco di Olbia, è un errore, venuto in piena luce alcuni giorni dopo (ma lui già lo sapeva): la città, dopo Alisarda e Meridiana, avrà la sede di Air Italy (in realtà Qatar Airway) lanciata appena avant’ieri alla conquista dei cieli di Europa. Aerei, investimenti ed occupazione a go go. Non si è ben capito, allora, perché il nome della madre e non direttamente quello dell’emiro – ormai patron della sanità gallurese – che dal castello, la Costa Smeralda, domina con  i propri interessi i ‘villaggi’, ad iniziare dai capoluoghi. Sarà interessante fissare l’attenzione e l’analisi su come evolverà il radicamento territoriale, con gli spazi esclusivi che in aeroporto, porti ed alberghi, questa quota di dirigenza araba-orientale ritaglierà per sé escludendone gli ‘indigeni’ e gli infedeli. I quali, intanto, in unione armata tra i 22 sindaci, hanno dichiarato guerra per riavere la propria provincia, che continuano a chiamare ‘di Gallura’, ma che mantiene senza problemi due capitali. Non importa: lancia in resta e scimitarra in pugno cavalcheranno con i loro destrieri contro Sassari, la nemica, dove … proprio l’altro giorno …

A Sassari, il nuovo Arcivescovo ha convocato le autorità, non solo cittadine, per consegnare una sua lettera-documento in cui propone un ‘patto territoriale’ (sic!) per risollevare le male-sorti della città e del territorio. Giustamente i sindacati (c’erano? Immagino di sì!) saranno sobbalzati, soddisfatti per questo aiuto insperato. Non si pongono problemi di confusione dei ruoli. Invece, un credente bene informato potrebbe difendere la tesi che lo Spirito Santo delimita certi compiti soprattutto ai laici (cristiani e no). Io dico ai laici cristiani: “Vi sta bene! Così imparate a non occuparvi di ciò che vi spetta delle cose di Chiesa!”.

Nuoro è comunque contenta di avere partecipato al concorso italiano di ‘città della cultura’. L’esplicita solidarietà di tutti i sardi non-concorrenti ha avuto espressioni di autentica empatia. E’ bene che continui, dato che è proprio nella cultura che la città barbaricina potrà avere un futuro che va ben oltre le scolae cantorum. Pensando alla Sardegna dei prossimi decenni Nuoro dovrebbe accrescere il proprio ruolo accademico di università della Sardegna, non negandosi l’ambizione di divenire una vera città-campus universitario. La legge italiana ha deciso per la Sardegna un’università unificata, superando le due, antiche e gloriose, di Cagliari e di Sassari. Le penalizzazioni finanziarie per non adempiere questo obbligo vengono intanto sopperite dalla Regione. Quindi, tutti i cittadini sardi hanno il diritto ed il dovere di affrontare il tema.

Ad Oristano, invece, non era riuscita la partecipazione alla gara di città della cultura, ma non se ne è dispiaciuta più di tanto, visto che sarebbe coincisa con la Sartiglia, ormai questione-pigliatutto nella città arborense. E che mal gliene incolse, di fronte allo sceriffo Aliquò (non ho mai letto il nome, e neanche la città di origine, ma .. non dev’essere altoatesino) con il quale, dopo tanto danno, proteste e piombo (di giornale) è finita a tarallucci e vernaccia in quel di Marrubiu, appena qualche giorno fa, tra i due componidoris e il questore. Ma va … E voi sareste i discendenti di Eleonora d’Arborea!!!

Cagliari, che vive sempre sottotraccia e sorniona quel che succede al di sopra del proprio promontorio, ha incontrato Sassari. Si dirà: chissà quante volte sarà successo ai  due sindaci, anche nella sede del comune turritano! Ma, allora, perché tanto rilievo nel giornale? Comunque: è sempre un bene che le autorità si incontrino. In questo caso, in tanti in Sardegna avremmo molto da dire: sul rapporto tra città e paesi … intendo. Tornerà di sicuro l’occasione.

Il nostro capoluogo ha ancora una volta acclamato l’ultimo parvenu della politica italiana. Sempre alla Fiera, sempre in mille e cinquecento, sempre ad attendere e ad illudersi per il messia d’Oltremare.

Appunto, le elezioni sono in arrivo. Potrebbero risolversi in uno tsunami. L’anno prossimo, di questi tempi, potremmo andare ai seggi regionali insieme a quelli italiani. Dopo che saranno successe molte, tante, troppe cose. Anche spiacevoli. Questo, purtroppo, è facilmente prevedibile.

 

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