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Bomba all’idrogeno: cos’è e come funziona, di Gabriele Beccaria

Posted By cubeddu On 5 settembre 2017 @ 07:42 In Blog,Politica internazionale | Comments Disabled

Bomba all’idrogeno: cos’è e come funziona, di Gabriele BeccariaLo scienziato del CNR: «Fino a centinaia di volte più potente di una bomba atomica. Necessita di una tecnologia molto sofisticata».. Proponiamo l’intervista a Roberto Piovan, scienziato del CNR di Padova, realizzata nel gennaio 2016, su cos’è e come funziona la bomba all’idrogeno.

La Corea del Nord ha annunciato di aver effettuato «con successo» un test nucleare con una bomba all’idrogeno alle 10 ora locale, le 2.30 del mattino in Italia. Il test sarebbe stato effettuato a Punggye-ri, nell’est del Paese. La notizia è stata annunciata della tv statale.

 

Roberto Piovan, lei fa parte del consorzio RFX-CNR di Padova per le ricerche sulla fusione per utilizzi pacifici. Che cos’è una bomba «h»?

È un’arma che si basa sul principio della fusione. Si fondono gli atomi di elementi leggeri dell’idrogeno, come il deuterio e il trizio, generando elio e neutroni. Questo processo è’ lo stesso che si osserva nelle stelle.

 

Come avviene l’innesco?

A temperature molto alte ed è per questo che è necessaria una tecnologia molto sofisticata. Non a caso le bombe sperimentate negli anni 50 utilizzarono una bomba atomica, sul tipo di quella di Hiroshima e Nagasaki, che scatena un processo di fissione dell’atomo, in genere di uranio.

 

È questo il motivo per cui una bomba «h» è tanto potente?

Sì. Decine o centinaia di volte di più di una bomba atomica. L’unità di misura è il megaton. I neutroni generati dall’esplosione sono alla base delle fortissime radiazioni, con effetti devastanti sugli oggetti e letali sugli esseri viventi.

 

Quanto è difficile miniaturizzare una bomba h?

È un procedimento che richiede un ulteriore salto tecnologico. Significa trasformare un grosso ordigno in una bomba più piccola, in grado di essere installata nell’ogiva di un missile

 

La fusione nucleare ha anche usi pacifici, giusto?

Sì. L’esempio è il prototipo di reattore per la produzione di energia pulita a Caradache, in Francia: si chiama iter ed è il frutto di una collaborazione internazionale. Anche l’Italia partecipa con CNR, Enea e INFN. In questo caso il processo di fusione è continuo e controllato, mentre quello di una bomba «h» è un’esplosione.

 

L ASTAMPA, Pubblicato il 06/01/2016

Ultima modifica il 03/09/2017

 

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